Dopo quanto tempo si può ripetere una biopsia alla prostata?

Buonasera,
Mio padre ha dovuto effettuare una biopsia alla prostata il 4 novembre presso una clinica privata.
Dal risultato purtroppo risultano essere presenti "diversi focolai di adenocarcinoma scarsamente differenziato, infiltrante (tipo 4+4 secondo Gleason).

Dopo aver ricevuto l'esito, decidiamo di affidarci ad un urologo che ha iniziato a prescricerci i vari esami da fare, tra cui una tac all'addome con contrasto, nella quale, non risulta assolutamente niente alla prostata.
Il nostro urologo dunque, non fidandosi molto del risultato della biopsia decide di fargli ripetere lo stesso esame presso l'ospedale nella quale lavora, dopo 40 giorni dall'ultima biopsia.
La mia domanda è, dopo quanto tempo si può ripetere nuovamente una biopsia?
Non sarebbe troppo presto ripeterlo dopo 40 giorni?

Attendo una vostra gentile risposta.

Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
In linea di massima risulta abbastanza arduo pensare che un riscontro bioptico così inequivocabile possa essere un falso positivo. D’altronde, la TAC non è l’indagine più mirata per studiare la prostata nello specifico, in particolare in condizioni di malattia iniziale, anche se multifocale. Per questo motivo viene oggi preferita la risonanza magnetica multiparametrica. Questo in termini molto generali, ovviamente il vostro urologo conosce molto meglio il caso e può ravvedere degli elementi di giudizio che a noi a distanza possono sfuggire. Se davvero ritenuta indispensabile, pensiamo che non vi siano controindicazioni assolute a ripetere le biopsie, che comunque possono essere fastidiose ma hanno una invasività tutto sommato molto modesta

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dott. Piana della sua risposta.
Volevo farle un'altra domanda. Da quando ha fatto la prima biopsia mio padre accusa sempre dei dolori vicino l'inguine. Il Dottore però vuole ripetere nuovamente la biopsia.
La domanda che vorrei farle è questa: è normale che mio padre accusi questi dolori dopo la prima biopsia? E poi, è possibile che facendo un'altra biopsia, queste cellule tumorali possano uscire dalla prostata e attaccare altri organi?
Grazie mille in anticipo per la sua risposta.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Non è verosimile che le biopsie della prostata contribuiscano alla disseminazione di cellule tumorali. per quanto riguarda i dsturbi riferiti, ci paiono invero troppo vaghi per poterli mettere in relazione diretta con l'esecuzione delle biopsie. Una attenta visita diretta potrebbe indirizzare meglio la diagnosi, noi a distanza non possiamo aggiungere molto di più.
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottor Piana. Stiamo programmando l'intervento e in ospedale ci sono tempi di attesa anche di due mesi. Il risultato della biopsia diceva" Cilindri di spessore assai ridotto e di breve estensione, nel cui contesto si osservano focolai di adenocarcinoma "scarsamente differenziato", infiltrante (tipo 4+4 secondo Gleason). Tutti gli altri esami tra cui TAC, scintigrafia, PET, per fortuna sono tutti negativi. Secondo lei può aspettare due mesi o c'è il rischio che la situazione possa peggiorare?
La ringrazio di cuore.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Con tutti i presupposti di cui abbiamo già scritto, se la ripetizione della biopsia viene ritenuta indispensabile (nonostante il risultato precedente) non pensiamo che due mesi di attesa costituiscano una differenza sostanziale nel rischio evolutivo.
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dopo
Utente
Utente
Grazie. Si 2 settimane fa ha ripetuto la biopsia che ha confermato la prima.
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