Prostatite o tumore

15 giorni fa mio marito di 53 anni ha avuto un improvviso dolore al ventre con difficoltà ad urinarie, poi minzioni frequenti, dolore ai testicoli e bruciore al pene.
Abbiamo consultato il dottore di base che gli ha prescritto levoxacin 500 x10 giorni più un integratore per un mese.
Il psa totale = 85.
Free 11.
Valori elevatissimi.
Le analisi sono state fatte a due tre giorni dall'antibiotico.
Le urine erano senza emazie e senza batteri, ma con un po' di leucociti.

Ha successivamente rifatto le analisi al termine della terapia.
Circa dopo 4 giorni dal termine.
Alcuni sintomi sono andati via, tipo la minzione frequente, ma sono rimasti dei dolori ai testicoli e un po' di bruciore.
Dalle analisi post terapia il psa totale è 22 e il free 2.4. Le urine però presentano emazie a tappeto e leucociti a tappeto, presenza di nitriti e di proteine a 100, ma con batteri poco al di sotto del valore patologico minimo.

Ha fatto visita urologica e il dottore ha scritto in cartella che ha un nodulo senza dirglielo, tant'è che mio marito se n'è accorto solo leggendo sulla cartella.
Gli ha prescritto la risonanza e l'ecografia transrettale e gli ha prescritto un antibiotico da fare come "tentativo " (così gli ha detto) x una decina di giorni.

Ci chiediamo come mai ha parlato di tentativo?
Il fatto che i valori si siano abbassati dopo l'antibiotico depone più a favore di una infiammazione, oppure con un tumore può comunque succedere che si abbassino dopo antibiotico?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
E' evidente che sia in corso, fortunatamente in via di risoluzione, un episodio di infiammazione acuta della prostata e delle basse vie urinarie. In questa fase si possono manifestare alterazioni anche grossolane sia agli esami che alla visita diretta. Non è proprio quindi il momento di andare afare delle ipotsi sulla eventuale presenza di un tumore. Il vistoso picco del PSA, seguito da una rapida discesa, concordano con la preenza di una condizione infiammatoria in via di risoluzione. In genere in questi casi si preferisce concentrarsi sul controllo di eventuali disturbi "acuti", ma rinviare altri accertamenti almeno di un paio di mesi, proprio per dare tempo ad una assai probabile risoluzione spontanea, evitando interferenze che possono solo confondere le idee e generare ansia inutilmente.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore, la sua risposta era assolutamente ciò che il mio cuore chiedeva. Ci suggerisce di concentrarci sull'infiammazione senza per questo creare ansia e nel contempo , ovviamente ci suggerisce di valutare le altre ipotesi solo a infiammazione risolta. In ragione di questo , infatti, mi chiedevo se uno stato infiammatorio in atto potrebbe in effetti far emergere situazioni d'ombra alla risonanza, che metterebbero in allerta , ma che dunque potrebbero essere , molto probabilmente, riconducibili ad uno stato infiammatorio. Può essere che succeda questo? Conviene fare risonanza a valori e sintomi rientrati?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
La risonanza magnetica multiparametrica è in genere in grado di differenziare l'infiammazione dal sospetto tumorale, anzi, è proprio questo il suo ruolo più utile, che permette di risparmiare parecchie biopsie destinate ad essere inutili. Diremmo che, considerato il caso, non vi sia urgenza assoluta di eseguire questo esame, in ogni caso alcune settimane di differenza non avrebbero alcun significato.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente per il suo prezioso parere professionale. Conto di aggiornarla successivamente. Le auguro Buone festività Pasquali a lei e famiglia.
Prostatite

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