Radioterapia microcitoma

Egr. Dottori,

in sintesi il caso che riguarda mio padre (74 anni) è il seguente:
soggetto non fumatore con recente diagnosi di microcitoma derivante da istologico su lesione ossea al bacino. La TAC eseguita 2/3 settimane fa non ha evidenziato nulla al torace mentre ha repertato 3 piccole lesioni al fegato.
Ha da poco iniziato chemioterapia con protocollo standard. Ha inoltre eseguito 2 sedute di radioterapia su lesione ossea.
Mi chiedevo, qualora la terapia di prima linea dovesse risultare efficace con remissione anche solo parziale della malattia, se può essere indicata radioterapia non tradizionale ma utilizzando il sistema True Beam in regime privato che - mi pare - permetta l'irradiazione della/delle sole lesioni risparmiando i tessuti sani. Nel caso tale terapia può essere ripetuta in caso di recidiva?

Grazie per l'attenzione.
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Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signore, La tecnica del True Beam è frutto del progresso tecnologico della radioterapia. Le vecchie bombe al Cobalto e anche gli acceleratori lineari hanno lo svantaggio di irradiare i tessuti sani accanto a quelli tumorali. Già da alcuni decenni si è affrontato questo problema soprattutto per l'impossibilità di riuscire a mantenere immobile una persona per periodi lungi di tempo. La risposta è dunque positiva: la tecnica è innovativa e se gli operatori sono in gamba molto efficace. Naturalmente intorno a queste tecniche girano un sacco di soldi.
Sul secondo quesito se la radioterapia può essere ripetuta qui la risposta necessita di affrontare l'argomento del microcitoma sotto un altro aspetto. Questo cancro è molto aggressivo e subdolo. Con la chemioterapia a volte si ottengono risposte eclatanti, ma la sopravvivenza a lungo termine è estremamente bassa. In casi in cui le prospettive sono queste, l'unico consiglio che possa dare qualche speranza a lungo termine e non nell'immediato, è di cambiare drasticamente lo stile alimentare. Immediato abbandono di tutte le proteine animali e dieta massiccia di cibi vegetali e integrali. Queste sono le indicazioni che emergono dal "China Study". E' probabile che il tumore possa "spontaneamente" regredire, passando da una dieta acida ad una dieta basica. Mi tenga informato. Cordiali saluti

Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale

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dopo
Utente
Utente
Egregio Professore,

intanto La ringrazio per la risposta.

Purtroppo il paziente (mio padre) è deceduto per una complicazione (polmonite) subito dopo l'avvio della chemioterapia (primo ciclo).
Il decesso è conseguente all'azzeramento delle difese immunitarie (globuli bianchi praticamente assenti).
A questo punto devo inevitabilmente chiedermi:
- è stato corretto avviare chemioterapia e radioterapia in paziente con insufficienza renale e dimetterlo subito dopo il primo ciclo di terapia?
- una volta verificata la situazione con emocromo e tenuto conto dell'anamnesi non era invece opportuno trattenerlo in regime di ricovero?
- pur nella gravità della malattia mio padre non accusava sintomi significativi e la malattia presentava unica metastasi (ossea) e il tumore primitivo non era neppure visibile a TAC e RX - quindi credo che l'aspettativa di vista dalla diagnosi (luglio 2015) fosse ben superiore ad un mese.

Grato per il Suo parere.
[#3]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signore, Mi dispiace per la morte di Suo padre. Il cancro è una malattia che colpisce tutto l'organismo e non solo organi differenti. Nella mia casistica di microcitomi la sopravvivenza a 2 anni era praticamente azzerata. Ho solo un paziente che è sopravvissuto al cancro e alle terapie. Il fatto che suo padre sia deceduto per un effetto collaterale ampiamente conosciuto quale la leucopenia da antiblastici rattrista ancora di più ed evidenzia la fallanza dell'attuale sistema di cura dei tumori. Gli antiblastici sono in grado di agire sul tumore, ma contemporaneamente agiscono anche sulle cellule sane. Questo fatto determina la tossicità della cura. Usualmente è un rischio che le persone accettano perché questi effetti negativi sono definiti temporanei e fastidiosi, ma è un modo strano con cui si affronta questo argomento soprattutto quando ci si trova di fronte a malattie a prognosi infausta come quella di suo padre.
Non le posso dare altri pareri se non essere vicino al suo dolore.
A fine mese pubblicherò un libro e mi farebbe piacere che Lei lo leggesse. I miei più sinceri saluti.
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