Bulimia

Questo consulto lo sto chiedendo per me, ma il paziente è invece la mia ragazza, che soffre purtroppo di bulimia (mista ad anoressia) ormai da alcuni anni. Io l'ho conosciuta quando già era dentro a questo problema a pochi mesi dall'uscita da un istituto per curare tali problemi. Noi stiamo insieme da aprile, mentre lei era uscita da questo centro da settembre dell'anno prima e adesso, quasi un anno da quell'anniversario, la sua situazione sta peggiorando, complice una situazione familiare non sempre felice per motivi di salute (parente terminale).
Vi chiedo aiuto e indicazioni su come aiutarla, dal momento che oltre ad avere pazienza, ascoltarla e così via, vedo ben pochi cambiamenti. Spesso lei si chiude totalmente a me, anche se sono il primo e credo uno dei pochissimi a sapere poi quando si abbuffa e vomita e quando si taglia dubito che sia realmente autolesionista però).
A giugno lei ha affrontato la maturità e lo stress l'ha convinta ad andare da una psicoterapeuta nuovamente per parlare ed uscire dal problema, ma una volta passata la maturità ella ha ripreso con la "vita" di sempre, evitando la terapeuta e tornando giù nella sua anoressia mista a bulimia. So che le mie informazioni sono confuse, ma vi dico quanto so. Lei vorrebbe essere magra, dimagrire e sembrare un grissino (sebbene pesi 50 kg e sia alta 1.60 cm e quindi di per sé è giusta), ma la bulimia la tiene in quel limbo di cambio di peso continuo che sale e cresce in poco tempo, ma rimane sempre intorno ai 50kg. Convincerla a ritornare dalla terapeuta, una volta finito il periodo estivo, è stata estremamente dura e se non fosse stato per una sua paura di perdermi totalmente in seguito ad avermi lasciato, non credo che vi sarebbe tornata. Ora, qualche giorno fa è tornata dalla psicoterapeuta, ma lei è restia a dirmi come sia andata. Stiamo di nuovo insieme (lo ha voluto lei e ovviamente anche io) e, rispetto ai primi mesi in cui stavamo assieme, comprendo che lei fatica a "capire" le sue emozioni e soprattutto cosa realmente voglia. All'inizio aveva molta più sicurezza in sé se paragonata ad adesso, che invece è totalmente persa. Faccio moltissima fatica a vederla perché spesso non ha voglia (complice lo "stato" in cui dice di essere dopo un'abbuffata).
Il problema ha invaso di recente pure la sfera sessuale, lei già prova pochissimo, se non quasi nullo, desiderio sessuale, ma fortunatamente un minimo di piacere. Non abbiamo avuto ancora alcun rapporto completo, ma, se all'inizio (pre-maturità) era più intraprendente e mostrava di voler "esplorare" e conoscere anche questa sfera, ora è invece totalmente impaurita e non ha alcuna voglia di essere toccata. Seno, sedere e altri posti "cicciosi" sono off-limits per le carezze e le sue insicurezze la portano a credere di essere inadeguata ed inadatta (e anche ad estremo imbarazzo).
Cosa posso fare? Volendo avere il controllo, non conosco nemmeno i suoi genitori e non so proprio cosa fare!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La persona sta già andando da una terapeuta, per cui sostanzialmente questo già può essere un modo di provare a curare la cosa.
Non è chiaro però che tipo di terapie stia facendo, e se questa sia la sola diagnosi, perché ci sono anche aspetti impulsivi di altro tipo (tagliarsi). Sta seguendo terapie farmacologiche o di altro tipo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Sì, la paziente segue una cura farmacologica e recentemente so che questa è stata cambiata (o almeno così mi diceva che la terapeuta intendesse fare al loro prossimo incontro). Non so cosa prenda, credo ci sia qualche anti-depressivo, regolatore del sonno e qualcos'altro forse per lo stomaco, ma a parte il regolatore del sonno non mi ha mai confermato altro. Per quanto riguarda il "tagliarsi", lei mi dice che ogni tanto, durante le crisi più forti, le capita di "farsi del male", ma segni io non ne ho mai visti (e a volte sapevo esattamente dove questi sarebbero dovuti essere). Si tratta comunque di casi estremamente sporadici.
Da quanto so inoltre dovrebbe star seguendo una "dieta". Nei primi incontri con la psicoterapeuta, quest'ultima aveva messo in chiaro che sarebbe stato necessario anche l'appoggio di altro personale (tra cui una nutrizionista) per venirne a capo. Non so quanto effettivamente ella segua questa dieta, parlare di cibo è difficile e insistere per sapere cosa abbia mangiato a pranzo o cena è ancora peggio.
Non credo che possa io scoprire che tipo di terapie stia facendo, soprattutto perché la metterebbe in estremo imbarazzo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La persona è quindi seguita da un insieme di professionisti. Perché si pone il problema di dover fare qualcosa Lei ?
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dopo
Utente
Utente
Perché la amo e quindi vorrei sapere cosa fare, come comportarmi, cose così, se devo fare qualcosa che la può aiutare, oltre ad essere paziente e fare quello che facciamo sempre
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Stiamo parlando di un problema medico, che la persona sta facendo curare. Non vedo di preciso in che senso pensa di poter fare qualcosa al di là di questo, riferendomi alla malattia.
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