Aderenze

Gentili medici, la paziente di 72 anni, alta 160, peso 45, soffre di aderenze postoperatorie (tumore ben risolto del colon retto nel 1993) Ha avuto tre occlusioni intestinali di cui la prima risolta chirurgicamente 9 anni fa, le altre due in gennaio e maggio scorsi risolte senza operazione. Soffre di forti dolori addominali. La necessità di mantenere l'intestino libero la costringe a frequenti clisteri ( con infiammazione della zona perianale ed emorroidi), a una dieta semiliquida ( sulla quale i pareri medici sono contrastanti: fibre o non fibre?), e ad una pessima qualità della vita. Il chirurgo dice che se succede ancora,nel giro di poco, bisogna intervenire chirurgicamente. Il gastroenterologo dice che non si può fare niente. Qualcuno ha qualche suggerimento?
Grazie
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
In questi casi, purtroppo, suggerimenti particolari non ve ne sono. Bisogna soltanto continuare a mantenere un buon transito intestinale sperando di non andare incontro ad una occlusione secondaria alle aderenze. Come giustamente le ha detto il Chirurgo se questo accade bisognera' operare d'urgenza per risolvere il quadro; del resto non e' neanche pensabile di effettuare alcunche' di chirurgico a scopo preventivo, perche' ad ogni ulteriore apertura dell'addome non si farebbe altro che aumentare la possibilita' che si creino ulteriori aderenze...
Ci vuole soltanto molta pazienza e un attenzione particolare alla dieta. A tal proposito posso dirle che secondo me le verdure cotte possono aiutare.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile signora,

essendo passati circa 16 anni dal primo intervento senza dubbio la malattia primitiva deve essere considerata superata. la signora ha eseguito controlli ultimamente? magari in occasione dei ricoveri di gennaio o maggio tc, endoscopia?

cordiali saluti

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Grazie delle risposte. Il dottor Spina conferma quello che sappiamo già e nella dieta sono incluse verdure cotte frullate a fibra corta.

La malattia primitiva è stata superata soddisfacentemente.

Tac del 2/3/09:
Fegato lievemente ingrandito a densitometria diffusamente un pò ridotta come da steatosi. Non evidenti lesioni a carattere ripetitivo epatico. Ancora evidenti formazioni cistiche in entrambi i lobi, la maggiore al quarto segmento di ca. 1cm. Invariata anche in sede sottocapsulare postero-medialmente nel 7° segmento epatico la formazione angiomatosa nota. Esiti di colecistectomia. Regolari le vie biliari intraepatiche. Non tumefazioni surrenaliche. Milza e pancreas nei limiti. Regolari i reni. Qualche piccola cisti corticale renale a destra. Non segni di pielostasi. Vescica ben opacizzata con pareti regolari senza aggetti endoluminali nè compressioni ab-estrinseco. Non si apprezzano linfoadenomegalie addominopelviche.


Colonscopia del 20/3/09:
Si esplora il colon residuo fino al fondo cecale. Toilette intestinale adeguata. A ca. 8 cm. dalla rima anale si rileva anastomosi L-T da pregresso intervento chirurgico. Anastomosi ampia, coul de sac regolare con punto metallico evidente sul fondo. Il colon residuo si presenta regolare in tutti i suoi tratti, privo di alterazioni mucose. Manovra di retroversione in ampolla:negativa. Conclusioni: esiti ben consolidati di intervento resettivo a carico del colon sinistro.


Il Buscopan rallenta il transito, quindi non viene assunto, ma i dolori sono forti a intestino pieno, accompagnati da un senso di gonfiore e tanta aria nell'addome. La paziente è molto provata, soprattutto dalla mancanza di speranza. E' depressa, vorrebbe curarsi ma purtroppo non si trova un farmaco adatto perché la maggior parte provoca stipsi.
Come è possibile che si sopravviva a un tumore, soprattutto 14 anni fa quando di prevenzione si faceva ancora poco, e poi si debba condurre una vita così infelice a causa di una stupidaggine come le aderenze?
Grazie
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Purtroppo e' cosi'... le aderenze non sono un problema da poco, ma una ben nota e temibile complicanza degli interventi chirurgici. Del resto bisognava accettare il rischio, perche' non operare il tumore 16 anni fa avrebbe portato certamente a esiti ben piu' gravi.
Cordiali saluti
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile signora,

le consiglierei, parlandone con il suo medico curante, di eseguire un esame radiologico come un transito o ancora meglio una entero-rm (entero-risonanza magnetica), per vedere se esistono i problemi aderenziali sospettati e dove questi sono localizzati.

qualora fossero evidenziate dei problemi organici (aderenze) in questi casi potrebbe essere proposto un trattamento, in considerazione anche delle condizioni generali, delle patologie associate, di lisi delle aderenze, che in base all'esperienza dei vari professionisti chirurghi, potrebbe eseguito con un classico intervento di riapertura o con uno più moderno per via laparoscopica.

condivido il pensiero del collega, anche perchè la formazione delle aderenze dopo un intervento chirurgico non può essere quantitativamente prevista.

cordiali saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
I problemi aderenziali sono noti e ben percepibili alla palpazione dell'addome, sia dalla paziente che dal medico. La chirurgia viene tenuta in considerazione come ultima spiaggia, a causa delle condizioni di debilitazione psicofisica della paziente. Sarebbe necessaria una plastica e da evitarsi la via laparoscopica a causa della gravità delle aderenze (cheloidi). Mi chiedevo semplicemente se, vista la temibilità delle aderenze, non sia stato fatto qualche passo avanti in chirurgia, per evitarne o almeno limitare nel tempo la nuova formazione. Probabilmente mia madre accetterebbe con più serenità ed energia, un intervento se avesse una pur minima speranza di nuove tecniche chirurgiche. Si fanno tanti progressi in medicina, si cambiano organi, si introducono tecniche impensabili, biotecnologie... e magari si trascurano le banalità... Esistere in vita, legati a dolore e paura, è un duro prezzo.
Grazie della pazienza.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
L'eventualita' che si formino le aderenze non dipende soltanto da quali tecniche vengono utilizzate nel corso di un intervento chirurgico, ma anche dalle caratteristiche del singolo paziente.
Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Non posso allora che augurarmi che il progresso costante delle tecniche sopperisca alle caratteristiche singole. Buon lavoro.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Non voglio toglierle le speranze, ma con le conoscenze attuali sembra difficile che una qualsiasi tecnica innovativa possa arrivare a scongiurare il pericolo che si formino aderenze post-operatorie. Questo perche' esse non sono altro che la risposta dell'organismo al trauma chirurgico che il paziente subisce durante l'intervento stesso; si tratta insomma di una reazione per certi versi considerata fisiologica, a difesa dell'organismo... Poi purtroppo in alcuni casi le aderenze causano imbrigliamenti delle anse intestinali, e allora ecco che nascono i problemi... Quello che si puo' fare e' limitare il trauma chirurgico al minimo, per esempio con le tecniche laparoscopiche o mini-invasive laddove utilizzabili; e chissa', nel futuro, con qualche altra utile innovazione.
Cordiali saluti
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