Urgentissimo, datemi anche voi un consiglio perché non so cosa fare!

Salve dottori, sono un ragazzo di 20 anni, ho una lieve prostatite e un irrilevante varicocele (di quelli che non necessitano alcuna azione).
Ma da un paio di settimane ho un problema: in pratica ho il testicolo sinistro che, se spinto all’indietro in modo intenso, qualche volta sale leggermente fino ad affiancare il pene, diciamo all’inguine, poi riscende premendo.
Premetto che non mi causa dolore, ho solo un lieve senso costante di avere il testicolo un po’ tirato, quindi un po’ di fastidio.
Ho chiamato il mio urologo che mi ha detto che molto probabilmente è un problema che necessita di un piccolo intervento, per evitare la torsione. Lunedì devo andare da lui a confermare questa ipotesi e, nel caso, discutere dell’intervento.

Il problema è il seguente: sta appena per cominciare l’estate, e sto frequentando una ragazza a cui tengo molto, e ovviamente dovrei essere disponibile ad avere rapporti sessuali.
Ho paura che questo intervento mi possa stoppare per troppo tempo, e non mi permetta di vivere l’estate e la mia storia con lei.
Il punto, come vale per la scienza, è capire il rapporto rischi/benefici, altrimenti non posso prendere una scelta.
Ho bisogno di capire le conseguenze se facessi l’intervento (è invasivo? Quanto dura la riabilitazione? Dopo quanto posso tornare a fare sesso?), e se non lo facessi (a quali problemi andrei incontro? In cosa consiste la torsione? Peggiorerà col tempo?).

Insomma, vorrei capire il rapporto rischi/benefici sia nel fare l’intervento sia nel non farlo, così da avere le idee più chiare lunedì con l’urologo.
Mi potete aiutare a schiarirmi un po’ le idee?
Grazie!
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Lei sta evidentemente mettendo il carro abbondantemente davanti ai buoi. Prima di tutto deve essere sottoposto ad una indispensabile visita diretta per giudicare se questa ipotetica ecessiva mobilità testicolare meriti davvero un intervento di fissazione (orchidopessi) tenendo conto che le indicazioni si pongono perlopiù solo quando la situazione è realmente fastidiosa o vi sono stati degli episodi di comprovata sub-torsione. L'intervento è realmente urgente solo in caso di torsione completa, in tutti gli altri casi certamente no, anzi i tempi medi di attesa presso le strutture pubbliche sono mediamente piuttosto lunghi.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ah quindi mi state dicendo che non è sicuro che sia un’ipermobilità?
In effetti anche il dottore ha detto che va visto dal vivo, anche se comunque ha aggiunto che è probabile che sia quello il problema, ma io l’ho interpretato solo come una frase di “dovere” (nel senso che un dottore a prescindere non può dare mai una diagnosi per telefono, anche se ne fosse sicuro).

Certamente un problema c’è, perché non penso sia normale che un testicolo mi salga fino all’inguine (correggetemi se sbaglio), inoltre una lieve sensazione di avere il testicolo “tirato” la sento, anche se, ripeto, è solo un fastidio e non un dolore.

Quindi, per avere un attimo le idee più chiare, visto che i tempi per un intervento sono comunque lunghi, ditemi solo questa cosa: supponiamo che sia davvero un’ipermobilità, posso fare tranquillamente sesso? Devo stare attento a qualcosa in particolare? (Suppongo che dovrei evitare movimento per il quale il testicolo possa andare indietro).
Ho paura che tutto questo metta in repentaglio la storia con questa ragazza...
Grazie dottore!
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Posto che la salute vale ben più di tutte le “fidanzatine” della sua vita ... come già abbiamo cercato di farle capire, l’ipermobilità testicolare non è una condizione invalidante di per sè, le indicazioni operative dipendono dalla frequenza e dall’entità di eventuali disturbi collegati.
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dopo
Utente
Utente
Rieccomi dottore, sono andato dall’urologo, e volevo solo chiedervi se confermate quello che ha detto (altrimenti se non siete d’accordo su qualcosa esprimete tranquillamente anche il vostro parere).

In pratica il dottore all’esame visivo/tattile ha constatato che i testicoli sono di dimensioni normali e sovrapponibili, e non presentano problemi. Poi ha provato a spingere il testicolo sinistro e, con un po’ di fatica, è riuscito a farlo uscire fuori dallo scroto, per poi ripiombare dentro (in ogni caso, mi è sembrato che comunque non sia così semplice farlo uscire, ci vuole un bel po’ di spinta nel punto giusto).
Mi ha confermato che presento questa ipermobilità testicolare, e che l’unico modo per risolverla è un intervento chirurgico.
Inoltre, mi ha detto che non ho avuto nessuna torsione in quanto se l’avessi avuta avrei sentito un dolore immenso (e io non ho mai provato dolore).

Va aggiunto che comunque, qualche volta durante la giornata, mi tira leggermente il testicolo sinistro, e mi da un po’ fastidio seppur non sia nulla di doloroso. Lui mi ha detto che potrebbe essere semplicemente una conseguenza dello spostamento del testicolo, nulla di che (confermate? Quindi non devo preoccuparmi di questo fastidio?).

Alla fine, mi ha detto che per il momento non farebbe niente in quanto è una cosa banale, se per caso questi sforamenti dallo scroto dovessero continuare in modo costante, allora dovrei operarmi.

Cosa importantissima, ho chiesto se ci fossero problemi dal punto di vista sessuale, e lui ha detto di non preoccuparmi e che posso fare sesso tranquillamente (confermate?).
Grazie mille per avermi “guidato” su questo problema, mi avete tranquillizzato! :)
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Come ampiamente prevedibile, non vi sono reali indicazioni chirurgiche, tantomeno urgenti. Stia pertanto sereno.
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Utente
Utente
Dottor Piana vorrei urgentemente chiedervi consiglio sempre su quel mio problema della prostatite cronica batterica che non riesco a risolvere, vi scrivo gli aggiornamenti:
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Il mio calvario con la prostatite cronica batterica continua, e pare che anche l’urologo sia in difficoltà, principalmente perché le mie infezioni allo sperma ritornano puntualmente nonostante le continue terapie antibiotiche.
Ormai il mio problema sono soprattutto le infezioni, più che i sintomi della prostatite in sé, visto che mi sono abituato a metterci un po’ ad urinare e al peso sovrapublico che ho qualche volta, mentre le infezioni mi portano un sacco di problemi (chiazze bianche sul glande, secchezza sul glande e balaniti, ogni tanto cattivo odore, possibilità di contagiare altre ragazze ecc...).

L’ultima mia terapia è stata con il Ciproxen 500 per 6 settimane, nulla da fare...
Ancora oggi ho le solite infezioni: Micoplasma (10.000 UFC/ml), Streptococco (50 colonie), ed Escherichia Coli.

Il mio urologo mi ha detto che se non risolviamo prima le infezioni, non possiamo curare bene la prostatite, quindi mi ha dato un’ultima cura antibiotica e poi ha detto che, se neanche dovesse funzionare, dovrei rivolgermi ad un infettivologo... (Sarà realmente utile, o è solo un tentativo di scaricarmi perché non si riesce a risolvere il problema?).

La terapia è questa:
ZITROMAX cp: 1 grammo in singola dose.
BASSADO cp 100mg mattina e sera, la prima compressa da prendere insieme allo Zitromax.
A fine cura controllo dell’avvenuta efficacia della terapia con tampone. Se sterile continuare con:
PROSTAMEV: 1cp mattina e sera per 2 mesi.
FLOGMEV al mattino, 30 minuti dopo il Prostamev per 30 giorni.
———

Dottor Piana, che ne dite? Per la vostra esperienza i pazienti con prostatite fortemente recidivi alle infezioni (più che recidivo, non riesco proprio ad eliminarle) possono risolvere il problema?
Questa terapia è efficace? O pensate saprà aiutarmi di più l’infettivologo? O devo mettermi l’anima in pace e rassegnarmi alle infezioni?
Grazie!
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Come lei avrà compreso leggendo almeno qualcuno delle centinaia di consuti richiesti per lo stesso motivo, noi siamo sostanzialmente contrari a terapie antibiotiche prolungate ed aggessive, a meno che sussitano febbre od evidenti compliicazioni. Questo perché, inseguendo vanamente la negativizzaione delle colture, si rischia di indurre pericolose resistenze batteriche ed alterare gravemente l'equiibrio della peziosa flora batterica intestinlale. Piuttosto che insistere oltre, senz'altro le consiglamo di sentire il parere di un infettivologo.
[#8]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto!! Si in effetti avevo sentito vagamente del fatto che per le infezioni non si dovrebbe esagerare con gli antibiotici. Di sicuro consulterò l’infettivologo appena possibile.

Ma per favore, mi chiarisca una cosa: l’infezione in sé va guarita? Che pericoli ci sono se non si riuscisse a risolverla e, mi restasse per sempre? Perché davvero ho perso le speranze, sono anni che rimango infetto...
Inoltre, che possibilità ci sarebbero oltre l’antibiotico per combattere REALMENTE le infezioni? Mi sembra strano che il mio urologo non mi abbia accennato a niente abbia parlato solo di antibiotici, se esistono altre terapie efficaci perché non usarle?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
A queste domande saprà certamente risponderle con maggiore competenza ed esaustività l'infettivologo. Ricordi che l'urologo è sostanzialmente un chirurgo, che riconosce i propri limti e si affida ad altri specialisti quando necessario, nell'interesse del paziente.
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dopo
Utente
Utente
Dottore, scusate se disturbo ancora, ma ho chiamato l’urologo per dirgli i miei dubbi, e che cioè considerando che in questo periodo dovrei avere rapporti che però sto tristemente rifiutando proprio a causa delle infezioni che mi portano bruciori, balaniti, secchezza, chiazze bianche ecc...
Non ne posso più di questa situazione, quindi considerando che lui stesso mi aveva consigliato di andare dall’infettivologo se l’ultima terapia non avesse funzionato, gli ho chiesto se sarebbe più opportuno andare subito dall’infettivologo anziché fare l’ennesima terapia antibiotica.

Lui mi ha detto “Questa che ti ho prescritto è la terapia migliore in assoluto, riconosciuta internazionalmente per questo tipo di infezioni, quindi dobbiamo provare necessariamente questa e poi, se non dovesse funzionare, allora potrai andare dall’infettivologo”.

Quindi nulla di fatto, e non posso andare lo stesso dall’infettivologo perché poi se mi prescrisse qualcos’altro non potrei tornare dal mio urologo (l’unico di cui mi fido).

Quello che vi volevo chiedere, assodato che voi siete contrario, ma alla fine questa terapia che mi ha prescritto potrebbe davvero funzionare, oppure alla fine è uguale alle altre?
No perché io ho estrema necessità di risolvere le infezioni perché non posso più rifiutare rapporti facendo anche brutte figure.
Inoltre vorrei sapere se questi antibiotici portano effetti collaterali.
Ultima cosa, il mio gastroenterologo mi disse di prendere il VSL#3 nei periodi in cui ho la flora intestinale “alterata”, potrebbe essere una soluzione al problema degli antibiotici?
Grazie!

Ps: Vi riscrivo la terapia se vi foste dimenticato:
ZITROMAX cp: 1 grammo in singola dose.
BASSADO cp 100mg mattina e sera, la prima compressa da prendere insieme allo Zitromax.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Si tratta di una comune terapia tipica per i batteri "intracellulari" come clamidia e micoplasmi. Molto opportuno associarla con buoni fermenti lattici come il VSL#3. Come già le dicemmo in passato, l'equilibrio della flora batterica intestinale è essenziale, pertanto in talune situazioni hanno maggio voce in capitolo il gastr-enterologo ed il nutrizionista rispetto allo stesso urologo.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Dottore, sono andato dall’infettivologo, in pratica mi ha confermato che ho questo circolo vizioso di prostatite e infezioni, la prostata è di dimensioni normali ma costantemente infiammata da anni, e le infezioni (Escherichia Coli, Streptococco e Mycoplasma) non riescono a debellarsi.
Finché avrò queste infezioni, non potrò neanche curare la prostatite, quindi la priorità è risolvere le infezioni.

Il dottore mi ha detto che oltre gli antibiotici non esistono altre cure, a parte un’alimentazione ultra controllata ma pensa che non serve nel mio caso.

Ha aggiunto che alla prostata gli antibiotici arrivano poco e male, proprio per questo si deve scegliere l’antibiotico giusto e bisogna prolungarlo per dare in modo di arrivare meglio alla prostata.
Secondo lui, il Ciproxin 500 che presi per 6 settimana ha portato ad una recidiva perché non è realmente efficiente nel mio caso, mentre il Bassado che ho preso per una settimana è ottimo ma secondo lui una settimana è troppo poco per avere un’efficacia sulla prostata.

Perciò mi ha prescritto: Bassado per un minimo di 30 giorni (eventualmente da prolungare fino a 6 settimane), e le supposte Mictasone per la prostata per 10 giorni.
Se così debelleremo l’infezione allora potrò procedere con le pillole che mi ha dato l’urologo per la prostata (prostamev e flogmev).
Se invece tutto dovesse ancora persistere, dovrei fare una cistoscopia per verificare eventuali malformazioni che facoriscono questo circolo vizioso di prostatite e infezioni.

Dottore cosa ne pensate? È davvero questa la prassi terapeutica, e quindi non esistono alternative all’antibiotico?
Pensate che sia la terapia più indicata?
Grazie!
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
L'unica certezza è che ben poco ci si possa attendere dagli integratori alimentari e dal cortisonico per supposte. Noi crediamo moltissimo al ruolo dell'alimentazione e delle attenzioni rivolte alla funzione intestinale, ma non possiamo pretendere che questo sia necessariamente condiviso da tutti i Colleghi. D'ogni modo, se ne riparlerà al termine di questa ulteriore cura prolungata con la tetraciclina, speriamo in bene.
[#14]
dopo
Utente
Utente
Dottor Piana, trovo molto interessante la sua risposta, e sicuramente prenderò in considerazione anche questa opzione (cioè, nel caso non funzionasse questa nuova terapia, mi orienterò su quello che mi ha detto).
In effetti mi piacerebbe venire a visita da lei, considerando che ormai è da molto che mi da consigli sul mio problema, Torino è lontano dalla mia città ma alla fine non è che ci voglia molto per arrivare...
In ogni caso, l’altra opzione sarebbe fare la cistoscopia e verificare se alla base di tutti i miei problemi c’è davvero una malformazione al collo vescicale o all’uretra, sospetto che hanno avuto tutti gli urologi che mi hanno seguito, ma che non ho mai potuto confermare.


Ad ogni modo, riguardo l’alimentazione vorrei chiederle una cosa: io purtroppo con da bambino ho una dipendenza da caffeina, anni fa bevevo sempre Coca Cola e Thè, mentre da un paio di anni bevo molto spesso (2/3 lattine al giorno) la RedBull, che è gassata e contiene caffeina e taurina.
Oggettivamente, sia la RedBull sia gli alcolici mi portano un peggioramento immediato e temporaneo dei sintomi della prostatite (in particolare l’urgenza di andare in bagno e il peso sovrapublico).

Sia l’urologo che l’infettivologo mi hanno detto che sicuramente la RedBull peggiora il problema, ma non può essere la causa della prostatite e delle infezioni, non può una bevanda creare tutto questo problema.
Ma ora che mi avete parlato di alimentazione vorrei chiederlo anche a voi: è possibile che la RedBull mi stai cronicizzando queste infezioni e la prostatite? Oppure siete d’accordo con loro sul fatto che si, peggiora, ma non può essere il problema alla base?

In ogni caso, l’infettivologo mi ha detto che quando farò la cura con Bassado e Mictasone, dovrò anche smettere di prendere la RedBull e bere solo e soltanto acqua naturale, secondo voi questo può dare risultati migliori?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Come lei può vedere dal nostro curriculum, noi ci occupiamo nello specifico di altri problemi urologici: un conto è fornirle in questa sede telematica consigli di ordine generale, un altro spingerla involontariamente ad una lunga trasferta, cosa che le sconsigliamo vivamente. Non crediamo infatti di poterle dire molto di più di quanto scritto nel corso di questo consulto. In queste situazioni è invece importante avere un buon rapporto di comunicazione e fiducia con uno specialista che sia anche facilmente raggiungibile, perché nel tempo le cose possono cambiare ed è talora indispensabile poter valutare direttamente in tempi brevi.
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Utente
Utente
Dottore scusate se la disturbo ancora, un’ultimissima cosa: visto che la balanite mi sta continuando e si è aggravata (sono uscite anche delle bollicine rosse, in particolare se il glande subisce traumi, considerando anche la secchezza estrema e quindi l’attrito che si crea scoprendolo), ho chiamato l’infettivologo e abbiamo appurato che potrebbero essere appunto le infezioni allo sperma (vi ricordo: Escherichia coli, Streptococco, Mycoplasma) che innescano queste balaniti croniche, con tutto ciò che ne consegue (infiammazioni, prurito, bolle ecc...), e a loro volta le infezioni derivano dalla prostatite.

La sua risposta rimane di prendere per 30 giorni il Bassado e il Mictasone supposte, e io in più seguirò anche il vostro consiglio di migliorare l’alimentazione (eliminerò RedBull e berrò solo acqua, eliminerò cibi piccanti, alcol, e mangerò sano).

In ogni caso, finché non risolviamo le infezioni con l’antibiotico, mi ha consigliato di usare una crema al cortisone sul glande per eliminare la balanite: Diprosone crema.

La domanda è: il Diprosone è indicato per risolvere efficacemente la balanite almeno finché non risolvo l’infezione?
E quella terapia, associata al vostro consiglio di migliorare l’alimentazione ed eliminare bevande gassate e alcol, può risultare più utile o siete sempre dell’idea che non servirà a nulla?
Grazie e scusate ancora...
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
In genere i nostri Colleghi dermatologi sono estremamete cauti nel consigliare le creme cortisoniche, che a fronte di un apparente efficacia a breve termine, possono essere causa di indebolimento delle difese immunitarie locali, assottigliamento della pelle e facilità di recidive.
Prostatite

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