Aura visiva

L'aura visiva: cause e terapie

L'aura visiva o aura oftalmcia è una percezione visiva che spesso anticipa una forma tipica di cefalea, l'emicrania con aura. Questo tipo di mal di testa è un disturbo molto comune: in Italia ne soffrono oltre 9 milioni di persone. Recenti studi hanno identificato nuove possibili associazioni terapeutiche.

Che cos'è l'aura visiva

L'aura oftalmica è quel fenomeno visivo che spesso si associa ad un particolare tipo di cefalea: l'emicrania con aura

Nella maggior parte dei casi si tratta di percezioni visive luminose o scotomatose (scotomi scintillanti) che possono durare fino a 20-30 minuti e rappresentano il preludio di un attacco emicranico o, più raramente, epilettico.

Solo in alcuni casi i sintomi non sono seguiti dal mal di testa (aura tipica).

Questi sintomi possono allarmare molto il paziente generando uno stato di agitazione che amplifica il disturbo.

Per approfondire:L'emicrania con aura

Caratteristiche dell'aura visiva

Il sesso femminile è maggiormente coinvolto da questo disturbo e la sua comparsa è più frequente tra 20 e 30 anni.

Il paziente riferisce solitamente la comparsa di "lampi scintillanti" o "scie luminose a zig zag" mentre alcuni, più insolitamente, lamentano improvvise amputazioni del proprio campo visivo (macchie scure, porzioni visive mancanti).

In determinati individui, il fenomeno visivo non è unico, ma può associarsi ad altri sintomi neurologici transitori (parestesie, intorpidimento) estesi sopratutto al soma superiore (arti, volto, bocca, naso) o a turbe del linguaggio (afasia).

L'emicrania che segue è tipica: unilaterale e a carattere pulsante.

Per approfondire:L'emicrania oftalmica

Quali sono le cause dell'aura visiva

Ancora oggi le cause non sono ben chiare.

Tuttavia di recente sono state formulate nuove ipotesi eziopatogenetiche ed alcuni studi sono in fase sperimentale.

Alla base dell'aura visiva, come già noto, sussiste un evento elettrico fisiologico noto come "Cortical spreading depression", ovvero una transitoria modificazione eccitatoria dei neuroni localizzati in corteccia occipitale a seguito di una variazione del flusso ematico locale. Questo evento non comporta danni cerebrali irreversibili.

Nel 2015 uno studio di Petrusic et al. ha permesso di analizzare il fusso vascolare intracranico, tramite Doppler transcranico, in pazienti affetti da Emicrania con aura. È stata così dimostrata una maggior prevalenza di microemboli arteriosi nei soggetti emicranici rispetto ad una coorte di pazienti non emicranici. L'ipotesi più plausibile è che questo dato possa essere correlato alla presenza di un PFO (forame ovale pervio) in questo gruppo di invididui.

Sempre nel 2015 un gruppo partenopeo della clinica universitaria Aou-Sun ha pubblicato su Cephalagia uno studio molto interessante: tramite l'ausilio della Risonanza magnetica funzionale sono state realizzate numerose "istantanee" dell'attività elettrica corticale in soggetti affetti da emicrania con e senza aura durante le fasi libere da episodi. Ciò ha permesso di evidenziare le aree corticali ed extracorticali coinvolte nel fenomeno dell'aura visiva e che sembrerebbero rimanere "accese" anche durante i periodi intercritici.

Possibili fattori scatenanti sono stati anche identificati:

Terapie per l'aura visiva

Non essendo ben chiare le cause è difficile instaurare una terapia specifica. Pertanto, il più delle volte, è mirata ad alleviare i sintomi o a prevenirli (se la ricorrenza degli episodi è molto frequente). Qualunque terapia deve essere dispensata dal proprio medico curante o dopo consulto neurologico e oculistico.

  • Terapia dell'attacco: Analgesici (FANS), Triptani
  • Terapia preventiva: Botox, Antidepressivi, Anticonvulsivanti (Valproato di sodio, Topiramato), Antipertensivi (Metoprololo).

Le ultime novità

Nell'ambito dell'ultimo congresso nazionale SISC (Società Italiana Studio Cefalee), è stato presentato uno studio condotto su 50 pazienti affetti da emicrania con aura e sottoposti all'assunzione di una terapia denominata "aura-stop" a base di magnesio, griffonia e tanacetum partenium.

La somministrazione tempestiva di questi principi sembrerebbe ridurre del 26,4% la durata dell'aura visiva (da 35 minuti a 9 minuti circa) in quasi il 96% dei casi, poichè bloccherebbe sul nascere il fenomeno elettrico ipereccitatorio. 

Anche sulla durata e intensità della cefalea vi sarebbero notevoli benefici, con una percezione del dolore inferiore del 37,5%.

In ogni caso è già dal 2011 che le Linee guida per la terapia delle Cefalee includono Magnesio e Tanacetum e quest'associazione può essere somministrata anche a scopo profilattico.

Infine un'altra potenziale arma terapeutica potrebbe essere identificata negli anticorpi monoclonali anti-cgrp (calciton gene-relatide peptide), dal momento che ques'ultimo sembrerebbe essere il mediatore dell'effetto vasodilatatorio, responsabile dell'aumento del flusso ematico locale a livello cerebrale e quindi dell'innesco eccitatorio.

Quest'ultima terapia è in fase sperimentale di studio.

Data pubblicazione: 13 novembre 2017 Ultimo aggiornamento: 09 dicembre 2021

Autore

r.paderni
Dr. Ruggiero Paderni Oculista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2008 presso Università di Palermo.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 42769.

Iscriviti alla newsletter

Guarda anche emicrania 

Altro su "Emicrania"