Prevenzione farmacologica del suicidio ed altro: i sali di litio

Introduzione

Nonostante i numerosi studi che sostengono che il Litio sia il farmaco più efficace nella prevenzione del suicidio, non solo nei Disturbi Bipolari ma nei disturbi affettivi in genere, l'utilizzo di questo farmaco è ancora relativamente contenuto e spesso limitato ai casi di disturbo bipolare I evidente e con esordio francamente euforico.

 

Utilizzo dei Sali di Litio

In realtà, l'utilizzo dei Sali di Litio è molto più agevole di quanto non si pensi. I valori ematici da controllare non sono certo oggetto di indagini frequenti come per la Clozapina, inoltre il Litio (al di fuori del Disturbo Bipolare I "lithium responder") può essere spesso utilizzato intorno a dosaggi di 450-600mg/die conservando buona parte dei suoi effetti terapeutici e la capacità di "augmentation" (potenziamento) dell'efficacia della terapia antidepressiva concomitante.

Risposte di efficacia "drammatica" in alcuni soggetti "responder" sono ben lontane per qualità dalle risposte spesso parziali indotte da antiepilettici ed antipsicotici. Se escludiamo la fase maniacale e ancor più quella mista acute, nelle quali il trattamento più rapido ed efficace può essere senz'altro di pertinenza degli antipsicotici atipici (clozapina, olanzapina, etc), nella gestione dei disturbi affettivi i sali di Litio possono non di rado essere impareggiabili nel cambiamento della qualità di vita e nel mantenimento a lungo termine. In realtà il Litio non ha sostituti equivalenti in molti casi ed il Medico che al litio preferisce il Valproato o altri stabilizzatori più o meno efficaci e tollerati dovrebbe farlo dopo un'attenta valutazione e non come se fossero perfettamente intercambiabili.

 

Maneggevolezza ed effetti collaterali

Non di rado il Litio è osteggiato dal Medico (troppi esami, tossicità renale, tiroide) ed inviso al paziente che teme l'aumento di peso. In realtà non è complesso controllare i parametri fondamentali e, d'altro canto, il possibile aumento di peso è meglio controllabile di quello indotto da alcuni antipsicotici ed antiepilettici efficaci (vedi il valproato, un po' meno meno la carbamazepina).

 

Conclusione

In altre parole auspichiamo un utilizzo del Litio nei disturbi affettivi soprattutto qualora esista un rischio suicidario e ne proponiamo un utilizzo, al di la' della "litiemia", anche a dosi relativamente basse per sfruttarne comunque le capacità di augmentation, di riduzione del rischio suicidario (non legata unicamente alle ricadute del Disturbo Bipolare) e di regolarizzazione dell'umore anche nei casi di depressione cronica e resistente.

 

Bibliografia

Data pubblicazione: 23 maggio 2014

3 commenti

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