Appendicopatia?

Gentili dottori,
Vi scrivo per chiedere consiglio in merito a una situazione poco chiara. Sono una ragazza di 26 anni. A metà novembre, a conclusione del regolare (anche se decisamente abbondante, come spesso mi accade) ciclo mestruale, ho iniziato a soffrire di un dolore intermittente, pungente, in fossa iliaca dx. Il fastidio si è poi esteso all'inguine, presentandosi o peggiorando con il movimento, per poi affievolirsi fino a svanire in posizione distesa. Nel sonno non ho mai avuto disturbi. Dopo quattro giorni, ho deciso di rivolgermi al medico di famiglia che, con una visita, mi ha diagnosticato una corda colica con contemporanea contrattura muscolare a livello inguinale. Dell'aulin e i fermenti lattici sembravano aver risolto il problema. Sfortunatamente, esattamente un mese dopo, alla fine del successivo ciclo mestruale, il dolore si è ripresentato. Le caratteristiche sono rimaste molto simili, a parte un occasionale coinvolgimento del fianco dx. Il ripetersi del disturbo mi ha fatto pensare che la prima diagnosi non fosse attendibile: che si fossero di nuovo presentati due disturbi concomitanti e non collegati mi sembrava parecchio strano. Non sapendo come procedere, 15 giorni fa ho effettuato un emocromo che è risultato nella norma; ho poi consultato un chirurgo che non ha saputo darmi risposta, dicendo che non escludeva un risentimento appendicolare che però, al momento della visita, non richiedeva intervento chirurgico. Su consiglio di questo chirurgo ho poi effettuato una visita ginecologica con ecografia. Ero in fase ovulatoria (periodo che il chirurgo diceva essere il meno adatto per rilevare eventuali cisti o altri problemi ovarici) e perciò il ginecologo si è limitato a dire di aver trovato le ovaie "un po' stanche" e mi ha prescritto una pillola anticoncezionale con la quale, a suo dire, avrei risolto sia il problema del dolore che l'abbondanza del flusso mestruale. Inutile dire, data la mia richiesta di consulto, che il dolore c'è ancora. Sono alla seconda settimana di pillola, il ciclo mestruale è passato da poco e il dolore (che ormai compare anche in momenti non legati alle fasi del ciclo) è sempre presente in modo intermittente e imprevedibile, esacerbato o innescato dal movimento e dalla pressione sull'addome.
L'unica informazione sulla mia storia che penso possa essere utile è che soffro da sempre di colon irritabile, ma proprio per questo riconosco i dolori tipici di questo disturbo e non mi sembrano coincidere con quelli avvertiti in questo periodo.
Non so quali indagini svolgere, verso quale potenziale diagnosi propendere e perciò a quale specialista rivolgermi.
Spero mi possiate aiutare a fare un po' di chiarezza.
Grazie mille per il vostro tempo.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Gentile Utente,
comprenderà la difficoltà di esprimere un parere a distanza che supero quello di chi ha avuto l'opportunità di visitarLa.
L'aver intrapreso una terapia estroprogestinica in assenza di una definizione precisa del quadro patologico credo che non aiuti e le possibilità in questione sono diverse.
Potrebbe essere utile in prima istanza ripetere un'ecografia pelvica e confrontare i segni rilevati dal Chirurgo (dolorabilità ecc.) con i sintomi soggettivi eventualmente presenti (nausea, disturbi digestivi, rialzo termico anche minimo).
Di più a distanza non è possibile arguire.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dott. Piscitelli,
La ringrazio per la sua tempestiva risposta.

La terapia estroprogestinica è stata ovviamente intrapresa solo dopo aver effettuato le analisi di routine per questo genere di terapie. Ho dimenticato di aggiungere che insieme all'emocromo avevo fatto anche una VES il cui indice di Katz era 14.

Sicuramente ripeterò l'ecografia pelvica al più presto ma, per quanto riguarda disturbi digestivi diversi da quelli legati al mio colon irritabile, non ho niente da segnalare. Nei primi episodi di dolore ho controllato la temperatura corporea senza mai notare innalzamenti legati a questo disturbo.

So bene che la distanza rende difficile un consulto: cerco più che altro dei campi di indagine perché, sfortunatamente, come lei stesso evidenziava, le possibilità al momento sono diverse e io non so cosa fare.

Grazie del suo tempo.

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