Trombosi della vena porta
Buonasera,
volevo chiedere cortesemente un parere.
Mia madre, dopo un intervento di quadrantectomia ed asportazione del linfonodo sentinella per carcinoma infiltrante, ha iniziato dei cicli di chemioterapia. Eseguito il terzo ciclo, dopo circa 10 giorni ha iniziato ad accusare dolori al fegato e febbre. Consultato l'oncologo, faceva eseguire a mia madre un eco addome dal quale veniva riscontrato un trombo della vena porta e una forte infiammazione della colecisti. Eseguita una tac, questa confermava la diagnosi dell'eco e mia madre veniva operata d'urgenza, asporta la colecisti (flemmonosa) e prescritta eparina per sciogliere il trombo.
Istologico della colecisti negativo.
Dopo pochi giorni dalla dimissione si è presentata una leggera febbre (37,5) per la quale, consultato il chirurgo, prescriveva antibiotico per 5 giorni.
Terminato antibiotico ed eparina dopo pochi giorni si sono ripresentati forti dolori al fegato e febbre alta fino a 39.
Riconsultato il chirurgo che ha eseguito l'intervento ha escluso, dopo due ecografie, complicazioni dovute all'intervento stesso constatando anche la parziale riapertura della vena porta.
Ieri mia madre è stata molto male tanto da dover ricorre al pronto soccorso di un altro ospedale dove, dopo consulto, eco addome che evidenziava la parziale trombizzazione della vena porta, è stata ricoverata in chirurgia d'urgenza.
Oggi eseguita la tac addome che non evidenziava nulla di particolare se non la parziale trombosi, mia madre continua a star male, ad avere il dolore e la febbre che sale e si riabbassa.
Il chirurgo dice che sia la febbre che i forti dolori posso essere causati sempre dal trombo.
Può essere ffettivamente così, o altrimenti di cosa si potrebbe trattare?
Grazie
volevo chiedere cortesemente un parere.
Mia madre, dopo un intervento di quadrantectomia ed asportazione del linfonodo sentinella per carcinoma infiltrante, ha iniziato dei cicli di chemioterapia. Eseguito il terzo ciclo, dopo circa 10 giorni ha iniziato ad accusare dolori al fegato e febbre. Consultato l'oncologo, faceva eseguire a mia madre un eco addome dal quale veniva riscontrato un trombo della vena porta e una forte infiammazione della colecisti. Eseguita una tac, questa confermava la diagnosi dell'eco e mia madre veniva operata d'urgenza, asporta la colecisti (flemmonosa) e prescritta eparina per sciogliere il trombo.
Istologico della colecisti negativo.
Dopo pochi giorni dalla dimissione si è presentata una leggera febbre (37,5) per la quale, consultato il chirurgo, prescriveva antibiotico per 5 giorni.
Terminato antibiotico ed eparina dopo pochi giorni si sono ripresentati forti dolori al fegato e febbre alta fino a 39.
Riconsultato il chirurgo che ha eseguito l'intervento ha escluso, dopo due ecografie, complicazioni dovute all'intervento stesso constatando anche la parziale riapertura della vena porta.
Ieri mia madre è stata molto male tanto da dover ricorre al pronto soccorso di un altro ospedale dove, dopo consulto, eco addome che evidenziava la parziale trombizzazione della vena porta, è stata ricoverata in chirurgia d'urgenza.
Oggi eseguita la tac addome che non evidenziava nulla di particolare se non la parziale trombosi, mia madre continua a star male, ad avere il dolore e la febbre che sale e si riabbassa.
Il chirurgo dice che sia la febbre che i forti dolori posso essere causati sempre dal trombo.
Può essere ffettivamente così, o altrimenti di cosa si potrebbe trattare?
Grazie
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Gentile utente, ritengo che gli esami radiologici da lei subiti, possano con il limite di un consulto a distanza e da quello che ci descrive, escludere complicanze legate alla colecistectomia, sul fatto riguardante la natura della sua sintomatologia da ascriversi alla trombosi portale ciò è possibile, ma bisogna arrivare a formulare una diagnosi del genere anche con l'aiuto di un epatologo oppure un infettivologo per ulteriori accertamenti o per una migliore interpretazione degli stessi.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/
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La trombosi portale è stata verosimilmente la conseguenza della sepsi addominale da colecistite acuta flemmonosa.Se attualmente non ci sono focolai residui di sepsi,è necessario comprendere se la trombofilia(tendenza a formare trombi)è da inquadrarsi in una manifestazione paraneoplastica(trombosi in pazienti oncologici)o alterazioni emocoagulative(iperomocisteinemia,carenza di antitrombina III,etc..).Pertanto potrebbe rivolgersi ad un ematologo esperto di coagulazione.
Saluti
Saluti
Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.1k visite dal 03/03/2012.
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