Colon irritabile: cambiamento dei sintomi

Gentili dottori buongiorno.
Sin da bambino soffro di sindrome del colon irritabile. In tutti questi anni ho notato varie fasi critiche, per così dire, in cui gli episodi si manifestavano con più frequenza alternandosi a periodi in cui il disturbo sembrava totalmente sparito. Le fasi critiche le posso collocare distintamente nel tempo: duravano mesi e coincidono esattamente con cambiamenti consistenti nel mio percorso di crescita, come ad esempio l’inizio delle scuole elementari, l’inizio delle scuole superiori, l’inizio dell’università, la fine dell’università. Mentre nei periodi di tranquillità, ossia una volta inquadrato e assimilato il nuovo stile di vita e lo stress annesso, gli episodi scemavano e sopraggiungevano sporadicamente, in genere per cause che tutto sommato erano sotto il mio controllo - scorpacciate di gelato, colpi di freddo alla pancia, cose di questo genere.
Proprio ieri sera leggevo l’articolo del dott. Pacini visibile all’indirizzo https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/562-colon-irritabile.html nel quale mi riconosco al 100%, sia per quanto riguarda i sintomi che descrive, che naturalmente conosco benissimo, ma anche circa i vari aspetti psichici coinvolti in questa sindrome, dei quali sapevo certamente l’esistenza ma che non avevo mai visto descritti in un modo così fedele a quello che accade a me (il penultimo paragrafo potrei benissimo averlo scritto io).
Ora, il punto è che più passavano gli anni e più mi rendevo conto della componente psicogena del mio disturbo, ma è anche vero che il decorso dei sintomi durante gli episodi è oggettivamente cambiato. Da bambino un episodio iniziava con spasmi addominali a intervalli sempre più frequenti e sempre più localizzati verso il basso ventre sinistro e si risolveva con una o più (mi pare di ricordare massimo 3) scariche di diarrea, il tutto in un arco di tempo sempre intorno ai 30 minuti. Ora invece iniziano sempre con un dolore sordo ma intenso che da sotto lo stomaco, sempre a sinistra, si irradia a tutto l’addome, concretizzandosi nei tipici spasmi la cui frequenza però rimane pressoché invariata. Ciò porta naturalmente ad una dilatazione del tempo, che procrastina il risolversi dell’agonia con la scarica diarroica (ora è solo una) per una durata che ormai si assesta intorno all’ora e un quarto, ora e mezza. Il mio dubbio, che giro a voi, nasce qui: è possibile che lo stesso disturbo cambi il suo manifestarsi nel modo che ho descritto? Se così fosse, secondo il vostro parere, questo cambiamento è da imputarsi ad una evoluzione della essenziale componente psicogena o possono esserci cause specificatamente organiche? Vi chiedo questo perché quando sopraggiunge un episodio, nonostante razionalmente riconosco che si tratta sempre del “mio mal di pancia”, non nascondo che nutro del timore circa possibili complicanze che possono insorgere mentre l’attacco è in atto (penso a blocco intestinale, lacerazioni intestinali, e altre nefaste ipotesi).
Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
La volubilita' della sintomatologia legata al colon irritabile e' uno dei cardini di questa sindrome, quindi i cambiamenti che lei racconta sono, pur nell'ambito della patologia, da ritenersi del tutto normali. Ovviamente a queste variazioni concorrono sia l'evoluzione dell'organismo sia i cambiamenti psico-fisici, che ovviamente risultano diversi nel bambino, nel ragazzo, nell'uomo.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Utente
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Gentile dott. Spina, se devo essere sincero speravo in una sua risposta, dal momento che leggo e apprezzo spesso i suoi precisi e puntuali commenti. Se non le dispiace, approfitterei della sua pazienza per chiederle un paio di consigli.
A diagnosticarmi il colon irritabile fu il pediatra, che la chiamò “colite”. Data la giovane età ovviamente non ricordo l’iter diagnostico che portò il mio primo medico a questa conclusione, ma so per certo che non si servì di particolari esami o indagini strumentali: dopo due o tre episodi, i miei genitori mi fecero visitare e, considerati i sintomi e la familiarità (mio padre e mio zio ne soffrono da sempre), il pediatra disse ai miei che si trattava appunto di “colite”. Io da allora, un po’ per abitudine e un po’ per presa consapevolezza dei sintomi che manifesta, so che il mio disturbo, come penso converrà anche lei, rientra nel quadro di questa fastidiosa sindrome. Ora però sento la necessità di fare quelle indagini e quegli esami che il pediatra non mi fece fare, anche per orientarmi verso una possibile cura, dal momento che gli episodi sono davvero molto debilitanti e, in ultima analisi, per essere definitivamente certo che si tratti di colon irritabile. Quali sono gli esami o gli accertamenti che dovrei fare? Tra l’altro, alla luce di queste “variazioni normali” nell’ambito della patologia, vorrei chiederle, anche per sedare almeno in parte le preoccupazioni che mi assalgono durante gli attacchi, se esistono e quali sono delle complicanze che un intestino sottoposto allo sforzo dello spasmo può incontrare. In altri termini: attacchi così violenti, in che modo e in che misura “fanno male” all’intestino? Mi sono sempre chiesto, in tutta la mia ignoranza, fino a che punto il mio intestino può sopportare un tale lavoro. Ringraziandola dell’attenzione che mi ha concesso, le auguro buon lavoro.

Cordialmente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Mi dispiace che la mia risposta non le sia piaciuta, ma mi era sembrato di essermi comunque attenuto a quello che lei ci aveva chiesto; cosa che provero' a fare, spero con miglior fortuna, anche questa volta.
Inizierei a chiarire il concetto che il "colon irritabile" e' spesso chiamato "colite" per brevita': sebbene questo termine dovrebbe indicare in realta' un processo infiammatorio a carico del colon, e quindi non sia adattissimo in termini di rigore scientifico, e' tuttora molto usato al posto della piu' corretta definizione di "Sindrome del Colon Irritabile", tanto da risultarne di fatto un sinonimo.
Una sindrome pero' non e' una diagnosi, ma e' letteralmente "un insieme di sintomi" senza una causa patologica apparente e certificabile: si arriva dunque a parlare di IBS quando gli accertamenti hanno escluso eventuali altre forme morbose (alternative o concomitanti). Oltre alla visita non ci sono dunque "esami specifici per il colon irritabile", ma solo, per semplificare, "esami specifici per tutto cio' che non e' colon irritabile".
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Dottor Spina la sua risposta mi è piaciuta eccome! Così come quest'ultima, del resto: chiara ed esauriente come sempre. Con l'espressione "speravo in una sua risposta" volevo dirle che quando ho richiesto il consulto speravo tanto che tra i medici a rispondermi ci fosse proprio lei, appunto perchè ho imparato a conoscerla e a stimarla attraverso la precisione e la competenza che dimostra nei suoi interventi su questo sito. Perciò mi scuso se mi sono spiegato male e colgo l'occasione per ringraziarla per la pazienza e professionalità che nonostante tutto mi ha dedicato.
Tornando al problema dunque, mi sembra di capire che alla IBS si arrivi per esclusione, è corretto? Però il pediatra a suo tempo non aveva fatto nemmeno accertamenti per escludere altre patologie, quindi quello che le chiederei a questo punto è: secondo lei ora può essere utile sincerarsi che eventuali altre patologie siano da escludere attraverso opportuni accertamenti o bastano le ragioni del vecchio pediatra per essere certi che si tratti di IBS?
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Sono io che mi scuso con lei per aver male interpretato la sua frase, e senz'altro la ringrazio invece per le belle parole che ha voluto esprimere nei miei confronti.
Ma torniamo a noi. Direi che le "ragioni del vecchio pediatra" non bastano. Ma non perche' avesse sbagliato, ma perche' e' passato molto tempo e non possiamo certo sottovalutare il fatto che il suo organismo, da quel giorno, si e' evoluto; e non poco! Credo dunque che lei debba quanto meno "aggiornare i dati", cosa che puo' fare cominciando per esempio a prendere appuntamento con un Gastroenterologo: se poi ci fosse necessita' di eseguire particolari accertamenti proprio per escludere altre patologie questo le verra' senz'altro indicato dal Collega in quella occasione.
Cordiali saluti
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Utente
Perfetto, accolgo di buon grado il suo consiglio e provvedo a muovermi nella direzione che mi ha indicato. Gastroenterologo dunque. Uno dei miei dubbi era anche sullo specialista più adatto da cui farmi visitare. Grazie di nuovo dottor Spina, e se non le dispiace cercherò di tenerla aggiornata sull'evoluzione delle indagini: oltre allo specialista di persona, mi farebbe piacere continuare a godere delle sue preziose opinioni.

Cordialmente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Si', senza dubbio il Gastroenterologo e' lo Specialista che si occupa di piu' di questa materia, quindi per iniziare un percorso diagnostico di questo tipo mi pare la scelta piu' corretta.
Cordiali saluti
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Utente
Dottor Spina buonasera, torno a scriverle per una domanda che mi pongo da qualche tempo e che non avevo precisato nei miei precedenti consulti. Io da un paio di anni soffro di una leggera gastrite che mi si ripresenta più o meno ogni 4-5 mesi. La diagnosi fu del mio medico di base dal quale mi ero recato in seguito a dolore alla sinistra della bocca dello stomaco (a stomaco vuoto), sensazione di sazietà dopo appena due bocconi di cibo, gonfiore addominale diffuso e nausea intermittente. Curatomi con un inibitore della pompa protonica, si sono susseguite fino ad ora altre 3-4 circostanze analoghe che ho inquadrato io in una (auto)diagnosi di gastrite essendo i sintomi sempre gli stessi. Venendo alla mia domanda, ho notato che nei giorni successivi alla comparsa dei sintomi che le ho riferito, sistematicamente si presentavano episodi di spasmi/crampi addominali seguiti da diarrea, quindi tutto il quadro di sintomi della IBS che le descrivevo nei primi consulti. E' possibile che il mio colon in qualche modo risenta dell'infiammazione della mucosa gastrica? Oppure vale il contrario, cioè che l'irritazione (o infiammazione, non so come definirla tecnicamente) del colon comprende una prima fase asintomatica a livello intestinale che però ha ripercussioni sullo stomaco tali da provocare gastrite? La visita dal Gastroenterologo che mi ha consigliato l'avrò a fine maggio perchè prima non c'era posto: secondo lei è il caso di girare anche a lui questa domanda? Come sempre la ringrazio della sua pazienza e cortesia e le auguro buon lavoro.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Generalmente le due patologie sono indipendenti, anche se purtroppo molti pazienti soffrono di entrambe: potrebbe dunque essere questo il suo caso, anche a giudicare dalla terapia che le e' stata prescritta; terapia che mi trova sostanzialmente d'accordo. Utile comunque anche per questo motivo la visita dal Gastroenterologo che opportunamente lei ha gia' prenotato.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie del chiarimento dottore. Senta, neanche a dirlo da un paio di giorni mi ritrovo con i sintomi di una leggera gastrite, ma con molto più bruciore di stomaco delle precedenti. Siccome non mi posso recare dal medico prima del fine settimana, sono stato al volo in farmacia chiedendo un rimedio per l'acidità e mi è stata suggerita la versione da banco di pantoprazolo 20mg. Se non erro è un gastroprotettore della stessa "famiglia" di quello che mi diede il mio medico a suo tempo (non ricordo precisamente che molecola fosse quello). Secondo lei posso prenderlo nelle stesse modalità del primo che mi fu prescritto, cioè una compressa al mattino? Vorrei quantomeno tamponare questa fastidiosa situazione nell'attesa di recarmi dal medico, ammesso che riceva alla vigilia di Pasqua, e soprattutto poi dal tanto atteso Gastroenterologo.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Purtroppo le prescrizioni via internet non sono consentite, quindi mi rincresce ma in questo non posso aiutarla. Rimango comunque sorpreso nell'apprendere che esiste una versione del pantoprazolo che non richiede la prescrizione medica; ma evidentemente c'e' sempre da imparare...
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Proprio così, infatti mi sono stupito anch'io quando mi ha detto che esisteva il fratello da banco del pantoprazolo; e quando ho riferito il mio stupore alla farmacista questa mi ha guardato come se fossi l'ultimo degli ignoranti. Comunque, lungi da me costringerla a forzare la sua deontologia, pensavo solo ad un consiglio sulla posologia, che mi rendo conto essere sì parte della prescrizione, ma dal momento che avevo già deciso di prendere questo farmaco non pensavo che ciò potesse cozzare con la sua etica professionale. La ringrazio comunque di essersi disturbato a rispondermi e le faccio tanti auguri di buona Pasqua.

P.S. Se si potesse le citerei nome e marca del farmaco, così può verificare di persona di cosa si tratta e magari negare a tali farmacisti supponenti la soddisfazione di cogliere di sorpresa altri malcapitati pazienti in cerca di un po' di sollievo per il loro stomaco...
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Continuo a dubitare del fatto che sia possibile vendere i PPI, con qualunque nome commerciale, senza una prescrizione medica. Se poi trova il farmacista che, pur di vendere, il farmaco lo fornisce ugualmente questa e' un'altra storia!
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Io credo che fondamentalmente dovesse vendere però in effetti il farmaco che ho acquistato per pochi euro E' una versione da banco, tant'è che ieri per la prima volta ho visto pure la pubblicità in tv! A questo punto, non so vado contro il regolamento del sito, ma vorrei che lei ci desse un'occhiata:

http://www.pantoloccontrol.it/


Cordialmente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Sembra a base di pantoprazolo, ma non sono riuscito a trovarlo sul prontuario farmaceutico quindi non so dirle molto di piu' di quanto lei stesso puo' leggere.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Probabilmente è una novità. Comunque sia, io vivo fuori dalla mia città per motivi di studio, e sono rientrato in questi giorni per le "vacanze pasquali": sarà l'aria di casa dopo 3 mesi e mezzo di assenza, sarà non so che, fattostà che la gastrite è sparita da sola, senza assumere neppure una compressa di questo farmaco. E credo di potermi dichiarare anche fuori pericolo sul fronte colon irritabile, per stavolta, perchè sento che sono molto rilassato e sto controllando certosinamente l'alimentazione. Mi scuso per il disturbo che le ho recato, ma come vede se non sapeva lei di queste novità del commercio farmaceutico si figuri la confusione in cui versiamo noi pazienti...

Di nuovo auguri e cordiali saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Questo testimonia una volta di piu' il fatto che per far funzionare bene il colon e' necessario che anche la nostra psiche funzioni a dovere...
Cordiali saluti
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Utente
Eccomi qua dottore, stamattina ho effettuato la mia prima visita da Gastroenterologo. L'esito è stato a dir poco inaspettato, dal momento il suo collega ritiene poco probabile l'ipotesi colite/colon irritabile e propende per una intolleranza al lattosio, da verificare con relativo test. Sul fronte gastrite invece mi ha prescritto delle analisi del sangue specifiche per gli anticorpi anti helicobacter pylori (e per altri 3 parametri IgA che non sono riuscito a capire), perchè pensa che oltre allo stress per i miei sintomi ci siano cause più organiche. Le trascrivo il referto della visita:

e.o. cardiotoracico nella norma; addome piano, trattabile, non dolente nè dolorabile alla palpazione superficiale e profonda. PA 120/75.
Suggerito test per intolleranza al lattosio, ricerca anticorpi h.pylori, screening per malattia celiaca; consigli dietetici per sdr intestino irritabile.

Altro non ha aggiunto, e in riferimento al cambiamento dei sintomi che ho esposto anche qui, dice che secondo lui sono dovuti al relativo cambiamento di alimentazione dall'infanzia all'età adulta. Mi sono recato alla visita munito di analisi del sangue fatte recentemente in cui era presente un aumento della bilirubina diretta (0,29 mg/dl su valore di riferimento di 0,15 mg/dl) e di creatinin-fosfochinasi (203 UI/l su valore di riferimento da 10 a 170 UI/l) sui quali però non ha avuto nulla da dire, quindi suppongo che non li consideri rilevanti (considerati anche tutti gli altri valori nella norma). Cosa ne pensa dottore? Considerando anche quanto emerso qui nel consulto telematico l'esito della visita secondo lei è plausibile?
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Per escludere l'intolleranza al lattosio il test sara' senz'altro da eseguire, ma noto che il Collega propende proprio per una sindrome del colon irritabile, almeno stando al referto da lei riportato. Non so cosa le abbia detto a voce, ma questo e' cio' che ha scritto. E mi trova d'accordo...
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Mah a voce mi ha detto che non crede, ma comunque non lo esclude, che io soffra di IBS perchè non ho altri sintomi tipici di chi ne soffre tipo pruriti generalizzati e una "eccessiva sensibilità" al basso ventre sia alla palpazione sia per quanto riguarda stimoli urinari (dice che chi soffre di IBS sente spesso il bisogno di urinare anche se la vescica non è piena). Anche a me sembra strano che non lo consideri come prima scelta, tant'è che stando a quello che mi ha detto alla fine della visita i consigli dietetici io li ho interpretati come un mettere le mani avanti, cioè "non credo che tu soffra di IBS però evitare certi alimenti nella tua condizione male non fa", forse come ulteriore test diciamo. Piuttosto di avere intolleranze alimentari (la peggiore delle quali per me sarebbe la malattia celiaca) in effetti sarebbe meno problematica una diagnosi di colon irritabile, dato che di fatto ho vissuto fino ad ora con l'idea di esserne affetto, però staremo a vedere.
Per quanto riguarda il test al lattosio dovrò farlo da lui non prima di luglio. Non ho capito però che differenza c'è tra test lattosio e il breath test. Comunque sia, se il test per la celiachia e quello al lattosio risulternno negativi secondo lei sarà ufficiale la diagnosi di IBS o crede ci saranno altri accertamenti da fare? Come sempre la ringrazio per l'interssamento dottor Spina.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Se i test potranno escludere le intolleranze l'ipotesi piu' accreditata rimarra' quella del colon irritabile.
Cordiali saluti
Colon irritabile

Il colon irritabile (o sindrome dell'intestino irritabile) è un disturbo funzionale che provoca dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo: cause, cure e rimedi.

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