Necessità della tecnica longo in presenza di emorroidi prolassanti trombizzate e di terzo grado.

Egr. Dottori,
Sono un uomo di 36 anni affetto da 12 anni da rettocolite ulcerosa totale che nei primi 9 anni di malattia è sempre stata attiva (periodi di remissione inferiori al mese) costringendomi a numerose scariche quotidiane. Da circa 3 anni dopo un ciclo biennale di infliximab imposto dal mio deperimento a causa della RCU la malattia è finalmente andata in remissione totale. Nel frattempo mi sono trasferito in Germania ed in seguito a questo spostamento ho sospeso ormai da quasi un anno l'infliximab. La recente colonscopia totale e l'esame istologico effettuati presso l'Uni Klinik di Mainz mostrano la malattia ancora in fase di remissione come d'altra parte mi aspettavo in presenza di feci assolutamente formate. L'infliximab è stato sostituito da assunzione di azotioprina a dose piena (150 mg/die). Purtroppo nei primi 9 anni di RCU la malattia, sempre attiva, mi ha costretto a numerose scariche diarroiche quotidiane. In quegli anni iniziai a soffrire di emorroidi. La malattia emorroidaria è progredita sino ad una trombizzazione delle medesime e prolasso esterno delle medesime durante il ponzamento con necessità di riportarle in sede manualmente. Inoltre sono ormai sempre presenti sanguinamenti che inizialmente venivano attribuiti a probabili rettoragie dovute alla RCU. In realtà tutte le rettoscopie effettuate per chiarire l'origine dei sanguinamenti escludevano questa possibilità (nessun sanguinamento dal retto)...cosi come la provenienza dalle emorroidi. Un'indagine defecografica svolta a Roma presso il Nuovo Regina Margherita nel gennaio 2010 mise in evidenza la presenza di invaginazione intrarettale. Per anni l'origine del sanguinamento è rimasta sconosciuta anche se sono sempre stato convinto che a sanguinare fossero le emorroidi...che i gastroenterogi in sede endoscopica hanno sempre definito di primo grado (anche nell'ultima colonscopia effettuata l'11.11.2011 qui in Germania).
In realtà oggi le emorroidi risultano trombizzate e prolassano ogni qualvolta vado in bagno con la necessità di un riposizionamento manuale. Inoltre per quanto la RCU sia in fase di remissione e le feci formate sono costretto la mattina anche a 4,5 sedute prima di un completo svuotamento (e non sono certo un mangione...).
Nel corso di una recente visita proctologica (con esplorazione rettale ed anuscopio) effettuata pochi giorni fa qui in Germania (Uniklinik Mainz) è stata messa in evidenza la presenza di un'ulcera sull'emorroidi che spiegherebbe i continui sanguinamenti.
Il chirurgo colonproctologo mi ha messo subito in lista per un intervento che dovrei effettuare il prossimo mercoledì 23.11.2011 presumibilmente con tecnica Longo anche se non ha escluso anche tecniche piu invasive. Considerato il quadro di RCU non sono assolutamente convinto che questo sia l'approccio migliore.
Mi chiedo se non sia applicabile nel mio caso una tecnica meno traumatizzante come la THD che non viene ancora offerta presso Uniklinik Mainz.

Cordiali saluti,.
[#1]
Dr. Vincenzo Adamo Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 215 6 1
Gentile utente, premettendo che sarebbe certamente necessaria una valutazione clinica prima di poter trarre conclusioni, ritengo di poter affermare che la THD è una tecnica che in un caso come il suo certamente potrebbe essere presa in considerazione anche se di fronte ad un prolasso emorroidario importante probabilmente non riuscirebbe ad ottenere lo stesso risultato della Longo in termini di correzione del prolasso stesso. Conditio sine qua non è che la RCU sia in fase di assoluta quiescenza.
Cordiali saluti.

Dr. Vincenzo Adamo

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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

condivido l'opinione del collega estendendo anche ad altre tecniche meno recenti ma certamente più utilizzate nel mondo.

l'importante come ribadito dal collega la quiscenza della patologia di base.

la scelta della tecnica è dettata sulle abitudini del chirurgo e sulla sua confidenza con la tecnica stessa.

cordiali saluti

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Adamo,

La ringrazio per la cortese e sollecita risposta. Mi chiedo se siano presenti in letteratura casi di RCU operati con THD per emorroidi e quali siano stati i risultati/complicanze.

Per quanto le probabilità di un successo pieno siano inferiori alla Longo credo che la THD non precluderebbe eventuali nuovi interventi "correttivi" come forse accadrebbe con la Longo.

Non capisco inoltre perchè qui in Germania sia stata posta anche una chiara indicazione alla rimozione delle emorroidi (forse perchè sono ormai trombizzate?) quando la tecnica Longo ha come approccio d'elezione quello di preservare le emorroidi ed operare a monte sul prolasso che le sospinge in fuori.

In linea di principio vorrei preservare le emorroidi ed anzi indurle alla riduzione attraverso la THD. Ciò mi eviterebbe lo stress chirurgico da asportazione che nel mio caso (RCU) non è raccomandabile.

Mi chiedo inoltre se esista un centro di riferimento in Italia dove la THD viene applicata regolarmente ed i chirurghi abbiamo acquisito abilità ed esperienza significativa in questa metodica.

Sono fortemente convinto che nel mio caso più che mai gioverà affidarsi a mani esperte.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Egr. Dott. Catani,

Ho appena letto la sua risposta. La ringrazio per l'intervento. Mi farebbe piacere ricevere anche il suo punto di vista in merito ai quesiti che pongo sopra e che riassumo:

1) Casi in letteratura di interventi THD su soggetti affetto da RCU. Risultati e/o complicanze riportate in letteratura.

2) Necessità o meno di asportare le emorroidi trombizzate come vorrebbero fare qui in Germania. Io preferirei indurle all'atrofia senza tagli chirurgici attraverso la THD.

3) Esistenza di un centro di riferimento in Italia per la THD dove la confidenza nella pratica di tale metodica sia ormai consolidata.
[#5]
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Utente
Utente
Gentili Dottori ,

Avendo lungamente scritto nel consulto introduttivo non vorrei essere stato fuorviante.

Vorrei sapere se riteniate che la THD possa applicarsi anche nel mio caso di emorroidi TROMBIZZATE di III grado (tornano manualmente in sede dopo ponzamento).

Infine mi chiedo se sia possibile ridurre i trombi con trattamenti topici.

Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
In relazione alla sua richiesta di ulteriori pareri e per gli altri utenti che ci leggono mi permetto di fare alcune considerazioni.

Da quanto riportato nell'esame defecografico (Normale tempo di apertura del canale anale e di svuotamento dell'ampolla rettale che risulta completo.Durante tale fase si evidenzia invaginazione intrarettale) non si evidenzia una ostruita defecazione, la sua sintomatologia potrebbe essere lagata solo al problema emorroidario.
Una invaginazione intrarettale non responsabile di ostruita defecazione non richiede nessun trattamento chirirgico. ma lo richiede quando è responabile di un prolasso emorroidario, che come sappiamo è sempre secondario ad un prolasso rettale interno ; in questo esiste il razionale della tecnica di Longo che prevede, per la correzione della malattia emorroidaria, la resezione del prolasso rettale interno.

Personalmente condivido il parere, come si è commentato anche in altre richieste di consulto, che la chirurgia nel suo caso(RCU) non è nettamente controindicata ,ma rappresenta una soluzione "estrema".

Eseguire una THD non ha senso in presenza di una trombosi emorroidaria e come ha scritto il collega Adamo potrebbe essere insufficiente.

Se, per la sintomatologia descritta, è necessario, in assoluto, intervenire chirurgicamente condivido la scelta dei colleghi che hanno posto l'indicazione alla Longo compresa l'asportazione del tessuto emorroidario trombizzato, che probabilmente interessa i vasi venosi del plesso emorroidario esterno(e non quello interno che viene "salvato" dalla Longo)
Altri trattamenti chirurgici, mirati a correggere il suo prolasso emorroidario di III-IV grado, non sono indicati o presentano lo stesso grado d'invasività in riferimento alla possibilità di causare una riacutizzazione della RCU.


Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#7]
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Utente
Utente
Egr. Dott Doriano,

Non sarebbe possibile pensare di trattare le emorroidi prolassate con defibrotide e diosmina per risolvere il problema di trombosi e poi effettuare una THD meno stressante da un punto di vista chirurgico considerata la mia RCU?

La ringrazio anticipatamente
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

le consiglierei di scegliere lo specialista reale di cui si fiderà da ora in poi.

le sue, per quanto orientate, domande si scontrano con i limiti di una valutazione a distanza.

esistono al di la delle considerazioni estremamente personali numerose tecniche per il trattamento della patologia emorroidaria.

la cui scelta dipende dalla situazione anatomopatologica e comorbidità.

cordiali saluti
[#9]
dopo
Utente
Utente
Dott. Catani

La ringrazio ma devo prendere innanzitutto la decisione di operarmi o no entro domani visto che il mio intervento con tecnica di haemorrhoidopexy with circular stapler ed asportazione delle emorroidi esterne trombizzate è fissato per il 23.11.11

Insomma prima di scegliere un altro specialista dovrei capire se l'intervento che mi è stato proposto è ragionevole visti i miei problemi di RCU o se un approccio più "soft" è possibile...

E quindi torno a proporre il quesito: "è possibile pensare di trattare le emorroidi trombizzate farmacologicamente e poi effettuare una THD" ?.

Sarò infinitamente grato a chi vorrà rispondere.

Cordiali saluti
[#10]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Sarebbe preferibile unire le due richieste di consulto altrimenti dovremmo risponderle in entrambe i post.
La sua richiesta è leggittima.

Ma come le faceva notare il collega Catani, spetta al suo colonproctologo che l'ha visitata la scelta più opportuna.

Personalmente come, credo, gli altri colleghi che hanno risposto alla richiesta di consulto, ho esperienza e tratto anche con altre tecniche la malattia emorroidaria(compreso la THD)

Qiundi la mia indicazione non è legata ad una preclusione assoluta verso la THD, ma è in relazione al suo problema emorroidario(prolasso rettale interno,grado e complcanze associate), valutazione che sicuramente è stata fatta da chi ha posto indicazone alla Longo ed alla asportazione della componente esterna(fibrosi trombosi etc.)che accompagna il suo prolasso

Con la THD, anche dopo aver risolto la trombosi,si correrebbe il rischio di un undertreatment (trattamento inadeguato/insufficiente)che potrebbe non risolvere il suo problema, senza ridurre il rischio di una riacutizzazione della RCU.

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Dr. Vincenzo Adamo Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 215 6 1
Ritengo che prima bisogna risolvere la tromboflebite emorroidaria farmacologicamente o se necessario drenare i trombi chirurgicamente e poi rivalutare la situazione ed in base al quadro " raffreddato" si riuscirà a decidere quale tipo di tecnica scegliere.
Comunque questa è una decisione che solo ed esclusivamente il suo proctologo di fiducia possa prendere.
Cordiali saluti
Emorroidi

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