Le avevo fatte senza accorgermene, come mai i linfonodi non mi si sono ancora riassorbiti

Gentilissimi dottori,
mi chiamo Alessandro, ho 18 anni e scrivo dalla provincia di Lecco.
Sono alto 1 metro e 82 ma sono sempre stato parecchio magro, peso infatti poco più di 58 kg, per questo faccio palestra 3-4 volte a settimana dalla quale ho ottenuto buoni risultati in pochi mesi. Non è legato ne a un fattore di appetito, perché non mi manca affatto, ne ad altro, sono semplicemente così di costituzione fin da piccolino.
Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione il dramma che mi tormenta da ormai lungo tempo.
Premetto di essere la persona più ipocondriaca esistente, ma non ci ho mai potuto fare molto, ha sempre fatto parte del mio modo di essere (sbagliato, lo so).
Esattamente questa estate, agli inizi di agosto, toccandomi i capelli sulla nuca, mi accorsi di avere dietro all’orecchio destro una sorta di bozzetto sottopelle della forma di un fagiolo, abbastanza morbido lungo all’incirca 1 cm poco più, coperto dai capelli della nuca: un linfonodo leggermente ingrossato.
Lì per lì superata l’attuale e solita preoccupazione iniziale, non ci ho pensato più di tanto e, dopo due chiacchiere rassicuranti con mio nonno (ex primario e direttore sanitario del Leopoldo Mandic di Merate) mi misi il cuore in pace. Certo, sapevo già di linfonodi, cosa sono, a cosa servono, quando si rendono più palpabili, eccetera, e confidando nella benignità apparente della situazione lasciai correre sperando che si sarebbe riassorbito prima o poi.
Passò l’estate e arrivò l’inverno, sicché constatando che la ghiandoletta non spariva, il mio crescente stato di angoscia e agitazione mi portò a continue autoispezioni del mio corpo alla ricerca di altri linfonodi palpabili. Ed ecco che, a fine dicembre, mi accorsi di un linfonodo che mi era spuntato esattamente sotto il mento, seguito da un altro, pochi giorni più tardi, vicinissimo a quello spuntato giorni prima. Mi accorsi che erano più piccoli di quello dietro l’orecchio e di consistenza leggermente più duretta. E via il panico, sentivo che mi sarebbe successo qualcosa di imminente, ero convinto di avere il cancro al cento per cento. La sera piangevo perché credevo di essere condannato, ero proprio convinto di avere un linfoma o roba del genere. Quando ho poi saputo che il prurito era uno dei possibili sintomi di quella malattia, sono entrato in depressione totale, visto che soffrivo già da mesi di un leggerissimo prurito intermittente su tutto il corpo, maggiore in testa e sulle gambe, talmente leggero che se non ci faccio caso non mi da più di tanta noia. Quando un mio amico dermatologo mi disse che il prurito da linfoma è da staccarsi la pelle talmente è feroce e che provoca spesso autolesioni cutanee da grattamento, rincuorai un pochino, ma non molto.
Mio nonno, che invece rideva del mio malessere dicendomi che mi comportavo come uno stupido e che se avessi avuto veramente il cancro, visto che erano passati 6 mesi, ora avrei altri sintomi e starei peggio fisicamente, non mi dava retta.
Andai dal mio medico di famiglia, che anche se meno preparato di mio nonno, avrebbe potuto ascoltarmi e dirmi quello che pensava senza legami né condizionamenti di altro genere. Mi disse che secondo lui non era niente di importante e mi prescrisse un esame del sangue con elettroforesi sieroproteica, esame emocromocitometrico con formula leucocitaria e con prova sierologica della presenza di anticorpi al virus di Epstein-Barr e a quello della Toxoplasmosi, per verificare che non fosse stata qualche malattia infettiva a provocare quelle linfadenopatie, e un esame delle urine.
Premetto di essere un ipocondriaco atipico: ho tanta paura di essere malato, quanto di scoprirlo, e non sono mai stato amico degli esami. Comunque mi convinsi a farlo anche per me stesso, perché l’angoscia mi stava veramente distruggendo (pensate che ci pensavo così tanto durante il giorno che la sera, quando la tensione di rilasciava, nemmeno le gambe mi tenevano più in piedi e mi addormentavo in pochi secondi!).
Gli esiti, i quali ho ritirato il 14 gennaio, mostravano i valori dell’elettroforesi sieroproteica quasi tutti nella norma, a parte un paio di essi leggermente sballati, e comunque il rapporto finale tra albumine e globuline era nella norma. Anche l’esame emocromocitometrico con formula leucocitaria era tutto nella norma, la v.e.s. negativa (5 mi pare, per fortuna) e anche gli altri valori tutti normali, a parte la conta delle proteine totali, aumentata di pochissimo (8.7). Anche il quadro lipidico e i marcatori di lesione d’organo riferivano valori normali, l’esame delle urine pure. Ecco che però, girato il foglio e guardata la pagina di sierologia infettiva, qualcosa non quadrava affatto:

Ab – ANTI-EBV (metodo chemiluminescenza)
IgG anti EBNA >600 UA/mL
IgG anti VCA >64 UA/mL
IgM anti VCA >43 UA/mL
Commento: probabile infezione recente
- pregressa

Ab ANTI-TOXOPLASMA
Ig G >400 UI/mL
Ig M >160 UA/mL
Commento: probabile infezione recente

Ab ANTI-TOXOPLASMA (ELFA test di conferma)
IgG 1020 U.I./mL
IgM 5.00 index

Cioè, non so se rendo, completamente schizzati alle stelle.
E io non accusavo certo i sintomi della mononucleosi né quelli della toxoplasmosi, a parte le linfadenopatie e un leggero rialzo febbrile (37 – 37.3 massimo) che mi viene qualche volta di sera. E poi, se le avevo fatte senza accorgermene, come mai i linfonodi non mi si sono ancora riassorbiti? Possibile che restino palpabili per mesi e mesi essendo provocati da malattia infettiva e non di altro genere? E poi, com’è possibile scoprire quale tra le due è stata a farmeli ingrossare? O tutte due insieme? E perché poi sarebbero apparsi gli uni a mesi di distanza dagli altri? Sarebbe il colmo, cioè, incredibile davvero. Due malattie infettive a interessamento linfatico in una sola volta, roba da fortuna avversa totale, no? E poi, la v.e.s. e la formula leucocitaria non davano segni di infezioni in corso, com’è possibile?
Il mio medico e un suo collega specialista in analisi da laboratorio mi dissero che probabilmente ero entrato in contatto sia con l’Epstein-Barr, che col virus della Toxoplasmosi e che il mio sistema immunitario aveva reagito bene e non mi ero ammalato, e che i linfonodi sarebbe tornati alla normalità col tempo. So di essere paranoico, ma non riesco a starmene tranquillo lo stesso, ho sempre paura di avere il cancro. Quando ho detto al mio medico di non essere ancora convinto del tutto, lui mi ha detto che se avessi voluto mi avrebbe potuto far fare una biopsia linfonodale e chiarire ogni mio dubbio, ma che da ciò che aveva visto avrei dovuto stare tranquillo una volta per tutte. A volte il linfonodo dietro la nuca mi sembra che rimpicciolisca e lo riesco a toccare a fatica, a volta invece ritorna lì, che spinge contro la pelle. Come se non bastasse il mio tormento interno, questa settimana ho pure contratto il virus gastrointestinale e ho vomitato tutto il giorno con febbre a 38.5 e diarrea, da cui sono guarito l’altro ieri, cioè, per dire, tutte a me. Ad ogni modo, non ce la faccio più, sto morendo di paura, so che con la biopsia potrei far sfumare ogni dubbio, però allo stesso tempo potrebbe anche avverarsi il mio incubo. Mi chiedo, anzi, lo chiedo a Voi, se sono ridicolo o se devo preoccuparmi realmente… Cosa pensate possa essere successo nel mio organismo? Siete d’accordo coi miei medici curanti o no?
Attendo la Vostra risposta e Vi porgo cordiali saluti, accompagnati dalla gratitudine per avere ascoltato un così patetico discorrere.
[#1]
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
Caro ragazzo,

vista la giovanissima età spero mi consentirai di darti del tu.
Sono perfettamente d'accordo con il tuo medico di famiglia; lasciamo stare cancro, linfoma e quant'altro; tu hai avuto un contatto con il virus della mononucleosi e parassita della toxoplasmosi, per i quali hai sviluppato anticorpi specifici. Le Ig G rappresentano la memoria immunitaria mentre le Ig M indicano una malattia in atto o recente. Il tuo sistema immunitario ha reagito a queste due e quindi tu le hai avute in forma sostanzialmente inapparente. La convalescenza , per quanto rigurda la mononucleosi , è un pò lunga ed i linfonodi possono permanere ingranditi anche per lungo tempo, ma non sussistono ulteriori problemi. Magari, per sicurezza, ripeti a distanza di tempo gli esami per il dosaggio degli anticorpi e stai tranquillo.

Un saluto

A. Baraldi

[#2]
Utente
Utente
Certo che mi può dare del tu, dottore.
Mi ha veramente sollevato la sua risposta, la ringrazio infinitamente.
Mi atterrò a quanto mi ha detto e sicuramente ripeterò gli esami di sierologia infettiva più avanti.
Cordiali saluti.
[#3]
Utente
Utente
Alla cortesissima attenzione del dr. Baraldi,

Dottore, le scrivo per darle un aggiornamento in merito al mio stato attuale, perchè ultimamente non riesco a evitare di farmi venire paranoie.
I linfonodi da me descritti in precedenza rimangono ingrossati pur mantendo le stesse dimensioni, quindi ricapitolando uno dietro l'orecchio destro e uno sotto il mento. Ne ho trovato un'altro a fianco del muscolo sternocleidomastoideo, mobile, lungo all'incirca un centimetro pressapoco, e altri minuscoli difficilmente palpabili nelle vicinanze (questi però anche sull'altro lato del collo). Un altro l'ho trovato sotto la mascella, lungo meno di mezzo centimetro.
E fin qui potevano sempre esserci stati insieme agli altri, ma la cosa che non mi convince è la situazione della regione inguinale.
In pratica nella parte sinistra dell'inguine c'è un linfonodo ingrossato sempre di un centimetro poco più, mobile, isolato. Vicino ad esso, ed anche sulla parte destra dell'inguine presento una cosa davvero singolare: Ci sono due placche di linfonodi (sempre che lo siano)attaccati insieme, lunghe, non molto spesse e bozzute, molto meno sporgenti del linfonodo singolo. Non è un grappolo di linfonodi ne sono sicuro, perchè i linfonodi al suo interno (ma si chiama periadenite?) sono indistinguibili gli uni dagli altri, sembrano legati insieme da una materiale gommoso e si spostano insieme quando muovo la placca. Rimangono sempre comunque di piccole dimensioni. Sotto le ascelle non ho proprio niente, nonostante mi sia tastato ripetutamente.
Per il resto, il mio stato di salute permane sempre ottimo, zero fatica, mai stanco, sono aumentato di peso e non ho nemmeno più da mesi quella febbricola serale a cui le accennavo nel mio messaggio precedente.
Cosa dovrei fare secondo Lei, starmene ancora tranquillo o che? Che cosa sono queste placchette bilaterali nel mio inguine?
La ringrazio anticipatamente.

Alessandro.
[#4]
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
Caro Alessandro,

per avere un quadro definito di quanto tu descrivi occorre una visita diretta con la palpazione di questa "massa" di linfonodi inguinali di cui parli. Fai una visita presso il tuo medico che potrà direttamente valutare il tutto, ma stai tranquillo. I linfonodi possono aumentare di volume , come da me detto nel perecedente intervento, per svariati stimoli e vengono definiti appunto reattivi
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