Mieloma solitario

Sono una moglie disperata, mio marito ha 43 anni e l'anno scorso gli è stato diagnosticato un mieloma solitario, mio marito è stato sottoposto ad un intervento neurochirurgico di decompressione delle strutture nervose midollari con approccio monolaterale destro, cifoplastica con PMMA del corpo di D10 previa asportazione di tessuto patologico e stabilizzazione monolaterale destra con viti transpeducolari e barra in titanio. Lunghe corse in vari ospedale, viene iniziato una terapia con Soldesam 0.2% e Talidomide, la terapia va avanti fino alla completa scomparsa della malattia, inizia la terapia per l'autotrapianto a Febbraio del 2008, inizialmente i dottori decidono di fare due autotrapianti, invece ne viene fatto solo uno(fino ad oggi non capisco ancora il perchè....)a Luglio del 2008 si fanno i controlli di routine facendo la tomiscintigrafia globale corporea e vedono che nell'indagine documenta moderato accumulo di tracciante di pertinenza osteomillodare a livello di entrambi i femori e della tibia prossimale di destra, tale reperto appare di incerto significato diagnostico e necessita di approfondimento clinico strumentale. Dopo due mesi fanno una risonanza magnetica e i dottori vedono delle macchie, dicendomi che è un ritorno della malattia. Decidono di fare una biospia del midollo e dell'osso e fortunatamente è tutto negativo ma i medici non si fermono e decidono per una biospia mirata iniettando del cemento usato per formare un rivestimento alle ossa delle gambe(mi scusi ma non so bene i termini tecnici che sono stati usati), mio marito esce dall'ospedale e i dottori mi comunicano che deve iniziare una terapia con la chemioterapia dato che c'è il ritorno della malattia, ho detto ai medici che mio marito ha solo 43 anni è avendo 5 fratelli si potrebbe iniziare degli esami per vedere la compatibilità e procedere per il trapianto da donatori esterni. La mia disperazione è tanta dottore e vorrei sapere da lei se tutto è stato fatto nella norma ed avere un suo consiglio ed un altro parere medico. La ringrazio anticipatamente ed aspetto con ansia una sua risposta.
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
Guardi il trattamento principale è con chemioterapia; poi è stato effettuato in molti centri , in pazienti selezionati, il trapianto di midollo allogenico che ha avuto esito positivo in una percentuale di circa il 50 60% dei casi. Però , per il trapianto non tutti i soggetti possono sottoporsi ad esso per alta tossicità delle fasi preliminari, che richiedono un'irradiazione total body ed una chemioterapia ad alte dosi. I risultati migliori si hanno, comunque nel trapianto tra gemelli omozigoti con un corredo genetico identico. Riguardo la compatibilità con i fratelli può sicuramente parlarne con i medici che hanno in cura suo marito

Un saluto

A. Baraldi

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Io la ringrazio per la sua risposta, ma se ho capito bene l'unico trattamento è la chemioterapia giusto? Non per questo la malattia è sconfitta? Dottore mi scusi se sarò ripetitiva ma quello che a me interessava è sapere soprattutto se quello che stanno facendo fino ad oggi è la terapia giusta....Il trapianto allogenico ha i suoi rischi e questo lo sapevo già ma se il trapianto pone il caso non dà i risultati che si aspetta, cioè ci fosse per caso un rigetto mi dica dottore e mi parli sinceramente, per mio marito cosa succederebbe? La ringrazio in anticipo per la sua risposta.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
La terapia è quella valida , che si applica in base a protocolli uniformi. Per quanto riguarda il trapianto, il problema è proprio il rigetto che è sempre un momento molto delicato e difficile per il paziente, che non sempre dà i risultati sperati. La valutazione finale spetta , comunque, ai medici che hanno in cura suo marito
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