Gastro-duodenite con reflusso biliare

Gentile Dottore,
ho 45 anni (sesso maschile) e da circa un anno soffro di problemi allo stomaco che si manifestano soprattutto durante la notte con dolore o bruciore al petto. Inizialmente, dopo aver fatto le analisi del sangue ed un'ecografia dell'addome superiore, è venuta fuori la presenza di una coliciste dismorfica/subsetta e mi è stata suggerita una terapia a base di IPP, Peridon e Riopan e il problema sembrava essersi risolto. Tuttavia, dopo un mesetto circa senza farmaci, è bastato mangiare un dolcetto con la crema per scatenare nuovamente il problema. Mi sono quindi sottoposto a gastroscopia da cui è risultata la presenza di cardias beante e gastro-duodenite con reflusso biliare. Ormai dallo scorso dicembre assumo regolarmente Levobren e Ursobil e le cose sono migliorate, tuttavia non appena calo le gocce di Levobren, i dolori si ripresentano. Al momento sono riuscito a eliminare anche l'Ursobil e sembra quindi che l'unico farmaco a fare veramente effetto sia il Levobren, di cui assumo una decina di gocce al giorno solo prima di cena. Poiché mi è stato detto che la levosulpiride non può essere assunta per lunghi periodi, vorrei capire se tale farmaco crea dei problemi anche al dosaggio indicato di circa 10 gocce al giorno o se invece sarebbe opportuno provare una nuova terapia. Tenga presente che proprio la scorsa settimana ho già fatto un tentativo con Motilium (3 volte al giorno) + Sucralfin (sempre 3 volte al giorno) che è miseramente fallito! La ringrazio fin d'ora per eventuali consigli e suggerimenti.
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Dr. Giovanni Brondi Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale 152 12
La quantità di farmaco che lei sta introducendo è realmente bassa e probabilmente non ci si dovrebbero attendere effetti avversi.
Tuttavia le vorrei sottolineare alcune osservazioni
1-Bisogna cercare, laddove sia possibile, di evitare l'uso cronico di farmaci
2-La levosulpiride è un farmaco che può dare buone risposte nel trattamento della dispepsia e del reflusso gastro-esofageo ma il farmaco principe nella sindrome da reflusso è l'inibitore di pompa protonica (PPI) e il sintomo notturno di dolore, bruciore al petto che lei riferisce, farebbe pensare ad una sintomatologia esofagea da reflusso.
Per tale patologia gli inibitori di pompa protonica sono stati utilizzati su milioni di pazienti con scarsi effetti collaterali e notevole sicurezza anche in terapie di lunga durata.

Dr. Giovanni Brondi

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dopo
Utente
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Gentile Dottore,
innanzitutto la ringrazio per la risposta così celere e per gli utili suggerimenti. Riguardo al punto 2 da lei giustamente indicato, mi preme informarla che dopo la ricaduta a cui accennavo, ho ricominciato con l'assunzione di IPP + Riopan, ma questa volta senza sortire alcun effetto positivo anche a dosaggi più elevati rispetto ai precedenti (Peptazol 40 anziché 20). Ho quindi consultato di nuovo lo specialista il quale ha così deciso di cambiare radicalmente la terapia, suggerendo l'assunzione di Levobren + Ursobil + Sucralfin. Volendo quindi tenere presente il suo suggerimento al punto 1, ritiene che in seguito potrei fare un nuovo tentativo con gli IPP e vedere come va? Grazie ancora per la pazienza.
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Dr. Giovanni Brondi Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale 152 12
Penso di sì.
Le faccio per suo chiarimento alcune osservazioni:
1- In corso d'esame endoscopico è stata evidenziata la presenza di bile nello stomaco, fatto questo incidente in almeno il 10% delle endoscopie. Naturalmente la persistenza di tale condizione faciliterebbe un eventuale reflusso misto acido-alcalino .
La risposta ottimale dei PPI è contro il reflusso acido mentre purtroppo non abbiamo in atto armi farmacologiche verso il reflusso biliare ( alcalino).
2- La levosulpiride è un farmaco che agisce sulle componenti motorie esofagogastriche ma agisce anche a livello centrale e la sua azione benefica potrebbe essere ascritta ad una attenuazione della percezione dei sintomi.
Credo in ogni caso che la somministrazione di dosi così basse non debba rappresentare un problema.
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