Una gastroscopia, quale controllo

Gentili Dottori, ho da poco effettuato una gastroscopia, quale controllo di una precedente diagnosi di "esofagite da reflusso". Di seguito riporto le anamnesi rilevate in sede di esame.
1° esame del luglio 2005 effettuato presso il PTV di Tor Vergata: "esame endoscopico condotto fino alla II porzione duodenale. Esofago di normale morfologia, mucosa congesta nel tratto inferiore. Giunzione esofago-gastrica in sede incontinente. Pareti gastriche distensibili, rivestite da mucosa nella norma. Peristalsi e plicatura mucosa nella norma. Si esegue test rapido enzimatico per la ricerca dell'H.pylori con esito negativo. Piloro pervio.
Bulbo duodenale e II porzione nella norma. Conclusioni: esofagite da reflusso"

2° esame del gennaio 2011 effettuato presso l'ospedale S.Spirito: "non lesioni in esofago prossimale e medio. Iperemia dell'esofago distale. Giunzione esofago-gastrica posta a 40 cm. dall'ads, lievemente risalita. Cardias incontinente anche in retroversione. Cavità gastrica normodistensibile con mucosa erotematosa in antro (biopsie). Normali i restanti tratti gastrici e il duodeno, esplorato fino alla II porzione".

Preciso che a seguito del primo esame, mi venne prescritta una cura a base di Omeprazen e Gaviscon sciroppo (con inserimento di Peridon una tantum per via della sensazione di nausea) da ripetere per almeno due volte l'anno per due mesi. Preciso anche di non essere stato costante nella trattazione farmacologica del distrurbo. Il punto è che non sono riuscito a capire dalle indicazioni datemi, se la situazione sia costante oppure peggiorata. Mi è stata consigliata anche una particolare alimentazione, che fortunatamente già seguo, con qualche strappo alla regola. Quindi gradirei sapere se è sufficiente intervenire due volte l'anno oppure se incrementare l'assunzione dei farmaci, nei confronti dei quali ho una riluttanza all'assunzione in eccesso, e mi limito allo stretto necessario. Tra l'altro non ho capito quanto sia degenerabile tale patologia e cosa abbia a vedere con il morbo di Chron ed il tumore all'esofago, ed a tal proposito gradirei una delucidazione.
Nel ringraziare per l'attenzione, saluto cordialmente.
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Dr. Mauro Di Camillo Gastroenterologo 3.6k 103
caro utente, il consiglio è sempre quello di fare una terapia quando ce ne sia bisogno e non a cicli, il quadro, almeno quello dell'esofagite sembra tra l'altro in miglioramento rispetto al precedente.
relazioni con il Morbo di crohn non ve ne sono nè particolari paure di degenerazione.
saluti

Dott M. Di Camillo
Specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva
dottorato di ricerca in fisiopatologia chirurgica e gastroenterologica

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dopo
Utente
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Gent. Dott. Di Camillo, La ringrazio per l'attenzione, e per le indicazioni rivoltemi; ho apprezzato in particolare la Sua modalità di approccio, e la non banalizzazione del consulto richiesto.
Grazie ancora e cordiali saluti.