Acufene variabile
Gentili dottori,
da qualche mese soffro di acufeni che ho cercato inizialmente di curare con l'otorino ma senza successo nonostante le svariate cure di cortisone, aerosol, integratori vari ed un ciclo di insufflazioni endotimpaniche.
Ho fatto una visita dal fisiatra che dopo una rmn ha diagnosticato una cervicobracalgia, le cure successive hanno avuto parzialmente e temporaneamente successo, il fastidio a volte si attenuava ed volte spariva per ritornare dopo un giorno.
In parallelo sono stato da uno gnatologo che ha diagnosticato mandibola arretrata (probabilmente per un intervento ortodontico) e asimmetria, dopo un mese di cura mi ha dato un bite da mettere la notte e qualche ora di giorno.
Dopo una settimana in cui porto il bite come prescritto i disturbi a volte scompaiono o si attenuano ma ritornano dopo un giorno.
Quando faccio la manovra di valsalva il ronzio cessa temporaneamente pertanto era stato ipotizzata una disfunzione tubarica.
Quando dormo in posizione supina il giorno dopo ho un miglioramento.
Cosa devo fare per far sparire definitivamente il disturbo?
Ho visto che ci sono bite che possono correggere l'arretramento della madibola, potrebbe essere non adatto il bite che mi hanno dato?
grazie mille per l'attenzione
da qualche mese soffro di acufeni che ho cercato inizialmente di curare con l'otorino ma senza successo nonostante le svariate cure di cortisone, aerosol, integratori vari ed un ciclo di insufflazioni endotimpaniche.
Ho fatto una visita dal fisiatra che dopo una rmn ha diagnosticato una cervicobracalgia, le cure successive hanno avuto parzialmente e temporaneamente successo, il fastidio a volte si attenuava ed volte spariva per ritornare dopo un giorno.
In parallelo sono stato da uno gnatologo che ha diagnosticato mandibola arretrata (probabilmente per un intervento ortodontico) e asimmetria, dopo un mese di cura mi ha dato un bite da mettere la notte e qualche ora di giorno.
Dopo una settimana in cui porto il bite come prescritto i disturbi a volte scompaiono o si attenuano ma ritornano dopo un giorno.
Quando faccio la manovra di valsalva il ronzio cessa temporaneamente pertanto era stato ipotizzata una disfunzione tubarica.
Quando dormo in posizione supina il giorno dopo ho un miglioramento.
Cosa devo fare per far sparire definitivamente il disturbo?
Ho visto che ci sono bite che possono correggere l'arretramento della madibola, potrebbe essere non adatto il bite che mi hanno dato?
grazie mille per l'attenzione
[#1]
Gentile Paziente, l’acufene è un problema che, quando insorge, viene sottovalutato: all’inizio spesso concede ampie remissioni spontanee, il paziente è portato a credere che passi da solo .
Purtroppo, una brutta volta, non passa più, e diventa un problema serio.
Credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento. Tuttavia sul problema degli acufeni e sul loro possibile rapporto con le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) ho spesso risposto a pazienti che hanno questo problema. Per non ripetermi, le suggerirei di leggere la mia risposta a questo quesito:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (lo legge nella mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e " Patologia delle Articolazioni Temporo Mandibolari", e leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2326-dolore-cronico-disturbi-nel-sonno-e-disfunzioni-cranio-mandibolo-vertebrali.html
Purtroppo, una brutta volta, non passa più, e diventa un problema serio.
Credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento. Tuttavia sul problema degli acufeni e sul loro possibile rapporto con le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) ho spesso risposto a pazienti che hanno questo problema. Per non ripetermi, le suggerirei di leggere la mia risposta a questo quesito:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (lo legge nella mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e " Patologia delle Articolazioni Temporo Mandibolari", e leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2326-dolore-cronico-disturbi-nel-sonno-e-disfunzioni-cranio-mandibolo-vertebrali.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Gentile Dott. Bernkopf,
la ringrazio della risposta, non ho trascurato il problema, appena sono iniziati i sintomi ho iniziato il percorso di cura con un otorinlaringoiatra fino a fare le insufflazioni endotimpaniche alle terme.
Mi riconosco nella problematica illustrata negli articoli ed aggiungo che il problema potrebbe essere stato generato da un intervento ortodontico precedente che ha causatol'arretramento della mandibola e quindi problemi all'ATM.
Purtroppo ad una settimana di utilizzo del bite, non riscontro sensibili miglioramenti, ho il dubbio che questo bite non risponda alla mia esigenza, come lo potrei verificare?
Grazie mille ed Auguri
la ringrazio della risposta, non ho trascurato il problema, appena sono iniziati i sintomi ho iniziato il percorso di cura con un otorinlaringoiatra fino a fare le insufflazioni endotimpaniche alle terme.
Mi riconosco nella problematica illustrata negli articoli ed aggiungo che il problema potrebbe essere stato generato da un intervento ortodontico precedente che ha causatol'arretramento della mandibola e quindi problemi all'ATM.
Purtroppo ad una settimana di utilizzo del bite, non riscontro sensibili miglioramenti, ho il dubbio che questo bite non risponda alla mia esigenza, come lo potrei verificare?
Grazie mille ed Auguri
[#3]
Una settimana è ovviamente molto poco: personalmente chiedo 4 mesi di assiduità al trattamento prescritto. Tutto dipende dall'adeguatezza del bite relativamente al problema che si intende trattare: in questo caso, in particolare i problemi dell'orecchio.
A mio parere, un problema disfunzionale si manifesta nelle 24 ore e, sempre a mio parere, va trattato nelle 24 ore, con il compromesso di poter togliere il bite solo durante i pasti.
Le faccio notare che , se un problema articolare riguardasse la spalla o il gomito anzichè l'ATM , queste articolazioni verrebbero ingessate, e le osservazioni del paziente sulla scomodità di dover portare il gesso h24 lascerebbero il medico del tutto indifferente, giustamente.
Così, a mio parere , deve essere anche per l'ATM.
Per qual motivo il suo tipo di malocclusione (biretrusione mandibolare, se ho capito bene)" , tolto il bite, non dovrebbe tornare ad essere quello di prima? La memoria posturale , che può mantenere il risultato anche togliendo il bite di giorno, è presente in grado diverso da caso a caso , per cui , siccome PUO' non essere sufficiente a mantenere il risultato notturno, preferisco non contarci, e ho motivo di riferire alla scarsa incidenza del fenomeno in molti casi una quota di insuccessi che desidero evitare, nell'interesse dei miei pazienti. Per questo prescrivo rigorosamente il trattamento h24 pasti esclusi.
Liberi tutti di fare diversamente: la Gnatologia è di un campo alquanto fumoso, con ampia variabilità di comportamenti nei vari gnatologi: l'importante è il risultato.
Ovviamente la conformazione del bite deve consentire una normale vita lavorativa e di relazione : solitamente il paziente , successivamente ai primi giorni, non si accorge più nemmeno di portarlo, e se se lo scorda , torna di corsa a casa a riprenderselo, perché ne sente la sgradevole mancanza.
Personalmente , se il paziente non accetta questo iniziale sacrificio, preferisco rinunciare al caso, perché per un professionista un insuccesso "costa" quanto al paziente, perché incide sulla sua credibilità professionale, e la percentuale deve essere ridotta al minimo possibile (che non sarà mai zero, specialmente per l'acufene).
Se però con il solo trattamento notturno, va tutto bene non lo cambi. Una curiosità : la terapia con bite quanto durerà? E dopo?
Cordiali saluti ed auguri
A mio parere, un problema disfunzionale si manifesta nelle 24 ore e, sempre a mio parere, va trattato nelle 24 ore, con il compromesso di poter togliere il bite solo durante i pasti.
Le faccio notare che , se un problema articolare riguardasse la spalla o il gomito anzichè l'ATM , queste articolazioni verrebbero ingessate, e le osservazioni del paziente sulla scomodità di dover portare il gesso h24 lascerebbero il medico del tutto indifferente, giustamente.
Così, a mio parere , deve essere anche per l'ATM.
Per qual motivo il suo tipo di malocclusione (biretrusione mandibolare, se ho capito bene)" , tolto il bite, non dovrebbe tornare ad essere quello di prima? La memoria posturale , che può mantenere il risultato anche togliendo il bite di giorno, è presente in grado diverso da caso a caso , per cui , siccome PUO' non essere sufficiente a mantenere il risultato notturno, preferisco non contarci, e ho motivo di riferire alla scarsa incidenza del fenomeno in molti casi una quota di insuccessi che desidero evitare, nell'interesse dei miei pazienti. Per questo prescrivo rigorosamente il trattamento h24 pasti esclusi.
Liberi tutti di fare diversamente: la Gnatologia è di un campo alquanto fumoso, con ampia variabilità di comportamenti nei vari gnatologi: l'importante è il risultato.
Ovviamente la conformazione del bite deve consentire una normale vita lavorativa e di relazione : solitamente il paziente , successivamente ai primi giorni, non si accorge più nemmeno di portarlo, e se se lo scorda , torna di corsa a casa a riprenderselo, perché ne sente la sgradevole mancanza.
Personalmente , se il paziente non accetta questo iniziale sacrificio, preferisco rinunciare al caso, perché per un professionista un insuccesso "costa" quanto al paziente, perché incide sulla sua credibilità professionale, e la percentuale deve essere ridotta al minimo possibile (che non sarà mai zero, specialmente per l'acufene).
Se però con il solo trattamento notturno, va tutto bene non lo cambi. Una curiosità : la terapia con bite quanto durerà? E dopo?
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#4]
Utente
Gentile Dott. Bernkopf,
la ringrazio della risposta, il paragone con altre problematiche dell'articolazione è illuminante, sono convinto dell'opportunità di mantenere il bite il più possibile anche durante il giorno e non credo che sarà difficile, dopo una settimana già non avverto più di avere un bite in bocca. In questo modo dovrei accelerare il processo di guarigione che ad oggi mi sembra sia già iniziato. Non mi sbilancio ulteriormente perchè anche negli ultimi mesi a volte l'acufene spariva ma ritornava dopo massimo un giorno. I maggiori benefici li riscontravo dopo l'applicazione di cerotti decontratturanti sul collo che mi erano stati prescritti dalla fisiatra mentre i trattamenti fisioterapici, le sedute di Tecar ed ultrasuoni per la cervicale normalmente non mi davano nessun beneficio come anche le numerosi sedute fatte con l'osteopata.
Per quanto riguarda la terapia con il bite (arcata inferiore) al momento è previsto che sia per sempre con l'applicazione notturna, dalla sua domanda si evince che potrebbe avere un termine quando l'ATM assumerà una nuova postura.
Gli acufeni sono comparsi dopo qualche mese dalla fine di un trattamento ortodontico con invisalign, ciò mi fa supporre una relazione tra i due eventi, probabilmente se non avessi modificato la conformazione delle arcate l'acufene non sarebbe mai comparso, questo rischio non dovrebbe essere comunicato al cliente non più giovane prima dell'inizio di un intervento ortodontico?
Cordiali saluti e Auguri
la ringrazio della risposta, il paragone con altre problematiche dell'articolazione è illuminante, sono convinto dell'opportunità di mantenere il bite il più possibile anche durante il giorno e non credo che sarà difficile, dopo una settimana già non avverto più di avere un bite in bocca. In questo modo dovrei accelerare il processo di guarigione che ad oggi mi sembra sia già iniziato. Non mi sbilancio ulteriormente perchè anche negli ultimi mesi a volte l'acufene spariva ma ritornava dopo massimo un giorno. I maggiori benefici li riscontravo dopo l'applicazione di cerotti decontratturanti sul collo che mi erano stati prescritti dalla fisiatra mentre i trattamenti fisioterapici, le sedute di Tecar ed ultrasuoni per la cervicale normalmente non mi davano nessun beneficio come anche le numerosi sedute fatte con l'osteopata.
Per quanto riguarda la terapia con il bite (arcata inferiore) al momento è previsto che sia per sempre con l'applicazione notturna, dalla sua domanda si evince che potrebbe avere un termine quando l'ATM assumerà una nuova postura.
Gli acufeni sono comparsi dopo qualche mese dalla fine di un trattamento ortodontico con invisalign, ciò mi fa supporre una relazione tra i due eventi, probabilmente se non avessi modificato la conformazione delle arcate l'acufene non sarebbe mai comparso, questo rischio non dovrebbe essere comunicato al cliente non più giovane prima dell'inizio di un intervento ortodontico?
Cordiali saluti e Auguri
[#5]
"dalla sua domanda si evince che potrebbe avere un termine quando l'ATM assumerà una nuova postura." NO: un bite a posizione definita , interponendosi alle arcate dentarie antagoniste, ne svincola i rapporti e individua una diversa postura mandibolare , denominata "posizione terapeutica".
La terapia è infatti rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici ed eventualmente strumentali, la "posizione terapeutica", cioè la posizione della mandibola in cui l'intera struttura cranio-mandibolo-vertebrale, prima in disfunzione, possa assestarsi in una corretta postura.
Viene dunque allestito un dispositivo intra-orale in resina acrilica che, grazie alla presenza di "valli di riposizionamento mandibolare" opportunamente creati, costringe la mandibola a chiudere nella posizione prescelta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici. Nella mia prassi va portato h24 pasti esclusi per almeno 4 mesi. In questa fase il successo si giudica sull’evoluzione dei sintomi registrati in prima visita (cefalea, dolore auricolare, vertigini, cervicalgia, con prudenza anche acufeni, che sono la cosa più difficile e bizzarra, ecc).
Sottolineo però che il bite costituisce solo una terapia iniziale di una disfunzione cranio-mandibolare , una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia. E' del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi, il paziente può essere esattamente come quando ha cominciato:
Nella posizione terapeutica definitiva è necessario predisporre un piano di trattamento ortodontico, protesico o misto che, una volta giunto a compimento, consenta alle arcate dentarie di occludere rispettando la posizione terapeutica individuata nella prima fase ed il ripristino di una corretta postura dell'intero sistema cranio-mandibolo-vertebrale, occlusione dentaria compresa.
Qui può vedere un caso concluso con prevalente componente ortodontica:
(Omissis: dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Qui invece una conclusione per via protesica:
(Omissis : dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Eventuali necessità chirurgiche vanno valutate quasi sempre dopo queste due fasi conservative.
Entrambi in casi sono passati attraverso una fase iniziale con bite h24, senza la quale (e sopratutto senza la remissione pressoché totale della problematica extraodontoiatrica per la quale avevano chiesto il mio intervento) difficilmente i pazienti avrebbero accettato un trattamento così aggressivo, e io stesso non mi sarei sentito di proporlo.
In subordine, si può proseguire, come compromesso, con il bite a vita.
La seconda fase di cui sopra è ovviamente di grande delicatezza, perché mentre il trattamento con il bite é facilmente modificabile in itinere, totalmente reversibile e privo di rischi biologici, quando si parte per la riabilitazione , ortodontica o protesica, bisogna ben rapportare le proprie forze con la difficoltà del caso: in qualche caso è correttissimo avvertire il paziente che la sua situazione, per gravi discrepanze di fondo nei rapporti intermascellari che necessiterebbero anche di una componente chirurgica maxillo-facciale, per il grado di compromissione dell'ATM , per la situazione dentaria disortodontica e parodontale , per le cartatteristiche dell'osso delle zone edentule a fini implantari , per i costi che conseguirebbero da tutto ciò, può rendere difficilmente praticabile una riabilitazione ideale e definitiva . Di qui l'opzione del bite a vita.
Va ricordato che come in molte altre patologie, le certezze scientifiche in questo argomento sono molto scarse, e prevale quindi il senso clinico del curante che, come lei ben sa, può non coincidere con quello di altri.
"questo rischio non dovrebbe essere comunicato al cliente non più giovane prima dell'inizio di un intervento ortodontico?" Paradossalmente NO, perchè non ci sono sufficienti supporti scientifici sulla correlazione fra malocclusione (o trattamento ortodontico della malocclusione) e insorgenza di problemi extraodontoiatrici, anche se personalmente sono invece convinto che esista: di qui il possibile rischio di insorgenza per via iatrogena. Su questo argomento ho pubblicato un articolo in controtendenza rispetto alla corrente di pensiero (purtroppo) attualmente più seguita.
Disturbi ATM e malocclusione: https://.....(Omissis : dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Cordiali saluti ed auguri
La terapia è infatti rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici ed eventualmente strumentali, la "posizione terapeutica", cioè la posizione della mandibola in cui l'intera struttura cranio-mandibolo-vertebrale, prima in disfunzione, possa assestarsi in una corretta postura.
Viene dunque allestito un dispositivo intra-orale in resina acrilica che, grazie alla presenza di "valli di riposizionamento mandibolare" opportunamente creati, costringe la mandibola a chiudere nella posizione prescelta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici. Nella mia prassi va portato h24 pasti esclusi per almeno 4 mesi. In questa fase il successo si giudica sull’evoluzione dei sintomi registrati in prima visita (cefalea, dolore auricolare, vertigini, cervicalgia, con prudenza anche acufeni, che sono la cosa più difficile e bizzarra, ecc).
Sottolineo però che il bite costituisce solo una terapia iniziale di una disfunzione cranio-mandibolare , una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia. E' del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi, il paziente può essere esattamente come quando ha cominciato:
Nella posizione terapeutica definitiva è necessario predisporre un piano di trattamento ortodontico, protesico o misto che, una volta giunto a compimento, consenta alle arcate dentarie di occludere rispettando la posizione terapeutica individuata nella prima fase ed il ripristino di una corretta postura dell'intero sistema cranio-mandibolo-vertebrale, occlusione dentaria compresa.
Qui può vedere un caso concluso con prevalente componente ortodontica:
(Omissis: dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Qui invece una conclusione per via protesica:
(Omissis : dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Eventuali necessità chirurgiche vanno valutate quasi sempre dopo queste due fasi conservative.
Entrambi in casi sono passati attraverso una fase iniziale con bite h24, senza la quale (e sopratutto senza la remissione pressoché totale della problematica extraodontoiatrica per la quale avevano chiesto il mio intervento) difficilmente i pazienti avrebbero accettato un trattamento così aggressivo, e io stesso non mi sarei sentito di proporlo.
In subordine, si può proseguire, come compromesso, con il bite a vita.
La seconda fase di cui sopra è ovviamente di grande delicatezza, perché mentre il trattamento con il bite é facilmente modificabile in itinere, totalmente reversibile e privo di rischi biologici, quando si parte per la riabilitazione , ortodontica o protesica, bisogna ben rapportare le proprie forze con la difficoltà del caso: in qualche caso è correttissimo avvertire il paziente che la sua situazione, per gravi discrepanze di fondo nei rapporti intermascellari che necessiterebbero anche di una componente chirurgica maxillo-facciale, per il grado di compromissione dell'ATM , per la situazione dentaria disortodontica e parodontale , per le cartatteristiche dell'osso delle zone edentule a fini implantari , per i costi che conseguirebbero da tutto ciò, può rendere difficilmente praticabile una riabilitazione ideale e definitiva . Di qui l'opzione del bite a vita.
Va ricordato che come in molte altre patologie, le certezze scientifiche in questo argomento sono molto scarse, e prevale quindi il senso clinico del curante che, come lei ben sa, può non coincidere con quello di altri.
"questo rischio non dovrebbe essere comunicato al cliente non più giovane prima dell'inizio di un intervento ortodontico?" Paradossalmente NO, perchè non ci sono sufficienti supporti scientifici sulla correlazione fra malocclusione (o trattamento ortodontico della malocclusione) e insorgenza di problemi extraodontoiatrici, anche se personalmente sono invece convinto che esista: di qui il possibile rischio di insorgenza per via iatrogena. Su questo argomento ho pubblicato un articolo in controtendenza rispetto alla corrente di pensiero (purtroppo) attualmente più seguita.
Disturbi ATM e malocclusione: https://.....(Omissis : dovrebbe farmi avere la sua e.mail)
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.1k visite dal 30/12/2021.
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