-e ancor di più, come è possibile una discordanza di pareri in merito all'attendibilità del

Salve,
Sono un uomo di 28 anni e vorrei chiedere un consulto in merito al test hiv, alla luce di una certa discordanza di informazioni che ho ricevuto finora. La mia preoccupazione sorge a seguito di un rapporto orale passivo non protetto senza eiaculazione che ho ricevuto poco più di quattro mesi e mezzo fa. Aggiungo che la mia mucosa genitale era perfettamente integra e al termine del rapporto ho controllato con grande attenzione eventuali tracce di sangue rimaste sul pene e non c'era nulla. Ho anche utilizzato un fazzoletto imbevuto per essere certo.Il primo parere che ho ascoltato nei giorni seguenti è stato quello di una amica infettivologa da vari anni in un noto ospedale, la quale mi ha rassicurato completamente dicendomi che il rapporto orale passivo al pari del bacio profondo non costituisce un rapporto a rischio, eccetto improbabili casi di emorragie e che perciò non ero affatto tenuto ad eseguire il test. Perfettamente identico è stato il parere di tutti e sei gli operatori del Numero Verde dell'Istituto Superiore di Sanità, i quali hanno aggiunto che in trent'anni di epidemia non ci sono casi di contagio in questa modalità e perciò anch'essi mi garantivano che era inutile sottoporsi allo stress psicologico del test a fronte di una situazione non a rischio. Malgrado questi pareri tuttavia non sono riuscito a domare i miei stati d'ansia relativi a quel fatto e nei mesi successivi ho dormito mediamente due ore al giorno e sviluppato alcune patologie psichiche legate all'ansia e al senso di colpa che ora sto cercando di curare da un analista. Allo scadere del terzo mese ho deciso di eseguire il test, su invito del virologo della mia asl di residenza, il quale al contrario non escludeva l'ipotesi di un contagio a fronte di quella modalità di rapporto, ma fortunatamente è risultato negativo. Lo stesso medico mi ha detto poi che il test, a distanza di tre mesi, è assolutamente attendibile e che perciò dovevo gettarmi tutta questa storia alle spalle. Dello stesso parere è il coordinamento centrale delle asl dell'Emilia Romagna. Un mese dopo, dunque al quarto mese, ho ripetuto il test ed è risultato ancora negativo. Ora (5°mese) però sono risprofondato nel panico dopo che a seguito di una faringite ho da un mese esatto i linfonodi del collo sotto il mento ingrossati e palpabili al tatto anche se non visibili. Da due giorni si è aggiunto un dolore generalizzato del pettorale sinistro. Aggiungo che contemporaneamente sta venendo in superficie il mio secondo dente del giudizio.
Le mie domande dunque sono:
-come è possibile una discordanza di pareri in merito al rischio o non-rischio di contagio per questo tipo di rapporto?
-E ancor di più, come è possibile una discordanza di pareri in merito all'attendibilità del test Hiv e alla durata del periodo finestra? Il test a quattro mesi è attendibile al 100% o devo attendere ancora?
-Cosa devo fare per il gonfiore dei linfonodi? Preoccuparmi?
Grazie
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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
gentile utente,
mi pare di capire che siano praticamente tutti concordi nell'escludere un rischio di contagio con le modalità da lei descritte ed anch'io sono dello stesso parere.
Per quel che riguarda il periodo finestra questo dipende dal tipo di test effettuati.
Nella maggior parte dei casi sono sufficienti tre mesi.
Se si utilizza ancora il test Elisa semplice debbono trascorrere sei mesi per escludere un'infezione.
In ogni caso la tumefazione dei linfonodi del mento , la faringite ed il dolore al muscolo pettorale non hanno niente a che vedere con un'infezione da HIV.

Cordiali Saluti

Dr. Roberto Chiavaroli

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
La ringrazio molto per la sollecita risposta.
Il centro trasfusionale della mia asl di residenza mi ha garantito che il test da me eseguito è di nuova generazione ed anche secondo il loro parere mediante di esso il periodo finestra si riduce a tre mesi. e che perciò, avendo eseguito io il test al 124 giorno, potevo stare tranquillo. La mia domanda però é: perchè le direttive nazionali parlano di sei mesi senza stabilire distinzioni circa il tipo di test?
E ancora, nella misura in cui potessi (e non immagina quanto lo desidererei) definitivamente escludere l'ipotesi del contagio, come mi consiglierebbe di comportarmi a fronte di questa prolungata tumefazione dei linfonodi del collo? Le chiedo direttive perchè da due mesi a questa parte vivo per ragioni di lavoro all'estero e questo sintomo inatteso mi ha gettato in un grande sconforto, portandomi direttamente a connetterlo alla sieroconversione...
[#3]
Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
per quanto riguarda la prima domanda non so risponderle. MEDICITALIA non è un servizio pubblico statale e ogni medico risponde in base alle proprie conoscenze scientifiche.
Per quel che riguarda i linfonodi, se possibile eseguirei i test EBV e CMV Igm ed IgG per escludere sindromi mononucleosiche.

Buona Serata
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dr. Chiavaroli, la ringrazio enormenmente della sua disponibilità. Volevo aggiungere però che finora ho dimenticato una menzione della mia anamnesi, cioè che ho già avuto la mononuclesosi 1 anno e 7 mesi fa. Pensa che sia credibile l'ipotesi di una riattivazione del virus?
Secondo poi,potrebbe chiarirmi meglio perchè i sintomi descritti non possono avere a che fare con l'hiv?
Guardi, ho amici che hanno maturato delle vere e proprie psicosi e ripetono ancora il test ad anni di distanza... perciò non vorrei farmi assalire irrazionalmente dalle paure, allo stesso tempo però vorrei essere certo del mio stato sierologico per me e per gli altri. Anche a lei risulta che non esistono nella letteratura scientifica casi di sieroconversione dopo il 100 giorno, se si utilizzano esami di 3a e 4a generazione?
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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
Gentile utente,
la mononucleosi classica è una infezione da EBV ( Ebstein Barr Virus). Non può riattivarsi . Possiamo tuttavia contrarre nell'arco della nostra vita altre infezioni simili (sindromi monucleosiche) provocate da altri virus (CMV, ECHO, COXACHIE etc..). Anche la Rosolia può provocare una linfoadenopatia persistente. La sindrome retrovirale acuta ( da HIV) è completamente priva di segni o sintomi oppure al contrario si manifesta in maniera abbastanza severa ( addirittura con una meningite).
In ogni caso i test sono negativi e pertanto escludono un'infezione da HIV. Non conosco casi in letteratura o da esperienza personale che smentiscano test di ultima generazione ( sieroconversione dopo i tre mesi).

Cordiali Saluti
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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dr. Chiavaroli, non immagina quanto sia preziosa per me in questo momento la sua disponibilità. Volevo informarla che eseguito tutti gli esami da lei indicati e sono risultati tutti negativi, oltre ad una regolare analisi del sangua dalla quale non emerge neanche un dato al di fuori dei valori di norma. Negli ultimi due, tre giorni i linfonodi si sono improvvisamente sgonfiati ma non ho potuto accogliere con gioia questa notizia che da ieri sera mi è tornato un forte mal di gola ed oggi mi sono svegliato con tutti i sintomi di una influenza: mal di testa, malessere generale, raffreddore, brividi di freddo e temperatura 37,3°. Sono di nuovo molto spaventato perchè questi sintomi sono esplosi a dir poco improvvisamente, in circa mezz'ora, senza peraltro che io abbia preso freddo o cose simili e ricordo di aver letto su un libricino informativo diffuso qualche mese fa che l'hiv può manifestarsi con i sintomi di una normale influenza o di una mononucleosi. Lei crede ancora che alla luce di tutto questo non debba di nuovo ripetere il test?
Cordiali Saluti
[#7]
Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
Gentile utente,
i sintomi sono quelli di un'influenza come dice lei, quindi niente di più facile che lei sia influenzato ( anche senza aver preso freddo).
Le raccomando riposo, dieta leggera e qualche antiinfiammatorio. Non si preoccupi più del test HIV e pensi piuttosto a quel dente del giudizio di cui diceva ( converrebbe far controllare al suo dentista che non c'entri nulla con la febbre e i linfonodi)

Cordiali Saluti
[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dr. Chiavaroli, in questi giorni lei è stato una guida per me e mi spiace abusare della sua disponibilità, tuttavia le scrivo perchè oggi mi sono scoperto un linfonodo gonfio e dolente all'inguine destro e sono sprofondato in una vera e propria disperazione. Inoltre ho letto un post qui su M.I. di un ragazzo che ha avuto sieroconversione dopo 4 mesi e mezzo, per di più dopo un rapporto orale. Ho di nuovo smesso di dormire e mi tremano mani e gambe, credo per la paura. Come le ho detto mi trovo a vivere in Germania, qui mi sono recato in uno dei centri di consulenza-hiv degli ospedali tedeschi dove mi hanno rassicurato completamente dicendomi di nuovo che il rapporto orale passivo non è un rapporto a rischio e perciò mi hanno anche negato il test. Perchè vari medici qui invece lo ritengono a rischio. Ho scoperto poi che qui, per Legge, il terzo mese è considerato il termine ultimo e definitivo del periodo finestra per il test antigene/anticorpo. In settimana sono stato per lavoro anche in Francia, ed anche lì le disposizioni nazionali sono identiche. Ma allora, mi chiedo, come è possibile che quel ragazzo abbia avuto una sieroconversione così tardiva?
Ieri, non riuscendo a placarmi, sono andato in un altro ospedale ed ho rifatto il test (per farlo ho dovuto falsificare il racconto della situazione a rischio). I risultati li avrò soltanto tra una settimana. Ma nel frattempo non so proprio cosa fare, sto impazzendo, e quel linfonodo mi terrorizza. A cosa crede che possa imputarsi? Tutta questa oscillazione di punti di vista mi fa pensare che la situazione intorno a questo virus non sia ancora sotto controllo.
[#9]
Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
Gentile utente,
la paura di aver contratto un'infezione da HIV può far commettere l'errore di attribuire ogni segno o sintomo all'HIV. In realtà l'ingrossamento di un linfonodo dell'inguine cosi' come la faringite sono tra le esperienze più comuni che ognuno di noi ha durante il corso della propria vita cosi' come non c'è quasi nessuno che non abbia mai avuto un mal di schiena o mal di testa.
Le consiglio di non continuare a fare auto diagnosi di infezione acuta da HIV sulla base di quello che ha letto o sentito. Il rapporto che lei ha avuto non è a rischio di infezione. Se però ne ha avuti altri con altre modalità ha fatto bene a ripetere il test.

La saluto
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