Stafilococco aureus sito nel femore

Buonasera, vorrei raccontarvi la mia storia di un incidente stradale per porvi delle domande:
21 Giugno 2003
Incidente motociclistico: fratture multiple esposte e scomposte di tibia perone e femore.
Inserimento di fissatori esterni per tibia e femore più una vite per contenere i condili femorali.
Arteria femorale parzialmente recisa.
4 giorni trascorsi in rianimazione.
Novembre 2003
Eliminazione fissatore tibiale e conseguente intervento di chirurgia plastica con innesto di un lembo di pelle recuperata dalla parte anteriore/superiore gamba sx e posizionato sopra il ginocchio all’altezza della rotula.
Marzo 2004
Eliminazione fissatore femorale
Agosto 2004
Eliminazione vite dai condili femorali a causa di un infezione di Stafilococco aureo.
Infezione curata con somministrazione di antibiotici via endovena per circa 1 mese (targosid)
Gennaio 2005
Scoppia nuovamente l’infezione, stesso punto e stesso batterio, somministrazione di antibiotici via endovena per circa 3 mesi (targosid)
Settembre 2005
Scoppia nuovamente l’infezione, stesso punto e stesso batterio, somministrazione di antibiotici via endovena per circa 4 mesi (targosid)

In tutti e 3 i momenti in cui mi è scoppiata l’infezione non ho avuto alcun sintomo (febbre o dolore), mi accorgevo del problema dal solo spurgo di siero dalla parte laterale sx del ginocchio
Da gennaio 2006
Nessun farmaco mi è stato più somministrato,
Nel complesso la gamba ha recuperato tono e forza.

Le domande che vorrei porvi sono le seguenti:
c'è modo di debellare completamente il batterio?
quali problematiche potrebbe darmi un ritorno del batterio?
quali problematiche potrebbe darmi l'inserimento di una protesi del ginocchio?
Il batterio è trasmettibile ad altre persone?
Se un giorno decidessi di avere un figlio ci potrebbe essere qualche problema legata al batterio?
Anestesista, Infettivologo attivo dal 2007 al 2009
Anestesista, Infettivologo
Gentilissimo paziente la sua è la storia naturale di chi ha ha un'osteomielite da S. Aureo, purtoppo infatti la sua malattia tende a recidivare e necessita di lunghi trattamenti. Personalmente il mio gruppo tende a trattare queste patologie molto a lungo sin dalla prima volta con assocciazioni di tre farmaci. Però ogni caso è a se e se lei è venuto fuori da ciò,i colleghi hanno agito senza dubbio nel modo migliore. Riguardo i bimbi non vi è alcun rischio, nè rischia nulla chi le sta vicino, il batterio in questione infatti vive nelle narici o sulla cute ascellare e perineale di buona parte della popolazione. Riguardo la recidiva se mai si dovesse ripresentare deve limitarsi ad un trattamento più lungo, magari a tre farmaci con tropismo di tessuto particolare, cioè che vadano molto nell'osso. Per capire se le cose vanno bene può fare tre volte l'anno o più un banale esame del sangue che si chiama VES e PCR. Ci possono essere complicanze a distanza(endocardite, ascessi)solo se fosse batteriemico, cioè se il batterio va nel sangue, ma se non ha febbre non è batteriemico.
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