Zolpidem ed esonero turni notturni

salve dal 2003 al 2011 ho svolto turnazioni con turno anche notturno ( 1 settimana di turno notturno intervallata da 2 di turni diurni cioè mattina e pomeriggio) per 2 anni di fila ho lamentato, al medico aziendale, il fatto di non riuscire a prender sonno e di non dormire piu di 3-4 ore al giorno indipendentemente dai turni, ma non ha mai voluto esonerarmi. Purtroppo nel 2011 a causa di ciò ho avuto un crollo psicofisico,e sono dovuto andare in cura psichiatrica al mio ospedale di zona, mi diagnosticarono una depressione ansiosa maggiore a causa della prolungata insonnia,in più agorafobia ed attacchi di panico probabilmente derivati da un disturbo da disadattamento sul lavoro. Tutto ciò curato con entact, zolpidem e a bisogno xanax. Dopo visione della documentazione il medico aziendale mi esonerò dal turno notturno. Ora nel 2017 vuole togliermi l'esenzione perchè secondo lui non serve più, purtroppo dal 2011 io ancora ho la prescrizione del mio medico per lo zolpidem,in quanto l'insonnia non sono riusciti a curarla neanche dopo un anno di antidepressivi. Mi consigliarono addirittura,in caso il sonnifero non mi avesse fatto più effetto di rivolgermi ad un centro per i disturbi del sonno. Io preferii continuare a gestirmi il sonnifero e lo xanax(che prendo raramente,più che altro a causa dell'agorafobia) in accordo col mio medico e non superando mai la dose consigliata. Secondo voi è plausibile la scelta del medico aziendale? se l'azienda mi riassegnasse ai turni notturni(che a far dispetti è maestra) e non riuscissi più a gestirmi lo zolpidem(la cui l'efficacia negli anni è diminuita), se fossi costretto a ritornare in cura o peggio a dovermi recare in un centro per i disturbi del sonno, la responsabilità è del medico aziendale?!

[#1]
Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 178 12
Buon giorno,
non è possibile entrare nel merito della questione da Lei posta senza una vista accurata.
Qui posso solamente dire che la relazione tra insonnia, turni di lavoro e farmaci è molto complessa e può molto variare da persona a persona.
Le ricordo tuttavia che se Lei non è d'accordo può ricorrere contro il giudizio del medico competente all'ASL territorialmente competente per l'azienda, dove è istituita una apposita commissione per l'esame di questi ricorsi. I termini per presentare il ricorso sono di 30 giorni dalla data di emissione del giudizio di idoneità.

Cordialmente,

Dr. Gilberto Marcello Boschiroli

[#2]
dopo
Utente
Utente
Mi hanno detto che il ricorso si presenta allo spisal ,almeno stando al sito informativo della ulss 17,cmq di seguito le spiego i fatti,cosi capirà anche qual'è la mia domanda.
Al tempo la psichiatra mi disse che l'insonnia e la depressione vanno a braccetto, potrebbe essere stata l'insonnia prolungata a farmi cadere in depressione, oppure potrei essere caduto in depressione e successivamente quest'ultima potrebbe aver causato l'insonnia e già dalla prima visita mi spiego che ho sbagliato a non rivolgermi subito a loro, perchè bastano mesi di fila affinchè un disturbo sia considerato cronico non degli anni come nel mio caso.
Dal canto mio già dal primo anno a turni cominciai a notare degli "effetti collaterali" primo fra tutti una costante sensazione di caldo,acidità di stomaco nervosismo, sonnolenza diurna ed il sentirmi spesso in stati di dormiveglia più che di sonno vero e proprio,ma rientravano sempre nel sopportabile.Paradossalmente nei primi 2-3 anni il turno in cui dormivo peggio ed in cui avevo maggiore difficoltà a prender sonno era il turno 6:00-14:00(dovevo svegliarmi alle 5 di mattina) ,poi con gli anni il problema passò a praticamente tutti i giorni, ferie estive(3 settimane) comprese.
Quindi di fondo c'è una scarsa compatibilità tra la mia persona psicofisica e l'addormentamento in caso di continue variazioni d'orario indipendentemente dal mobbing sul lavoro che inizio anni ed anni dopo e indubbiamente ha contribuito.Aggiungo che 4 mesi prima di entrare in azienda ebbi un incidente d'auto per un colpo di sonno.
E qui entra in gioco il medico aziendale di cui comincio a dubitare sia persona seria che decide nel rispetto della salute altrui,in primis la ditta mi adibì al turno notturno senza farmi nessuna visita medica,la prima la feci 8 mesi dopo l'assunzione, come secondo punto il medico aziendale mai mi mise in guardia dai rischi del lavoro notturno( a 25 anni li devo conoscer io i rischi??),e mai mi esonerò nonostante gli ultimi 2 anni fosse diventato un calvario per me gestire il sonno.Faccio presente che il posto senza l'orario notturno cera e c'è in azienda, difatti durante l'anno di cure e visite dal psichiatra(in cui mi fece uno scritto dove consigliava l'astensione dal turno notturno visti i miei problemi) finalmente il medico mi esonerò e l'azienda semplicemente mi mise in un'altra postazione dove sono tutt'ora e dove non sono previsti i turni.Ma quest'anno guarda caso pochi mesi prima della visita medica mi cambiarono l'orario da giornaliero(come in ufficio) a 2 turni, cominciando ad usarmi come tappabuchi nella mia vecchia mansione dove è previsto il turno notturno ,scommetto che fra qualche settimana mi chiederanno di eseguire il turno notturno usando la "vecchia tecnica del passaggio di mansione graduale", così hanno di fatto bypassato i 30 giorni per il ricorso e mi dovrò rivolgere ad un sindacato.

"Infatti la mia domanda nel post precedente era volta anche a capire se esistono delle tabelle con descritte delle patologie o disturbi o cure a base di farmaci,che una volta accertate prevedano l'esenzione dal turno notturno, non riesco ad immaginare come tutto possa essere a discrezione di un medico senza che esistano linee guida a cui deve attenersi"
colgo l'occasione per chiedere quali tipi di visite ed esami siano previsti prima di adibire il personale ai turni notturni, o se anche li è tutto a totale libertà del medico della ditta.

Per gli altri disturbi(causati dal mobbing che continua ancora adesso)sopratutto la forte agorafobia,migliorarono con la terapia farmacologica,ma quest'ultima non può durare anni ed anni con continue visite in psichiatria se la causa scatenante persiste sul luogo di lavoro, allo stesso modo immagino non sia possibile curare una bronchite cronica se il paziente fuma un pacchetto di sigarette al giorno od una cirrosi epatica di un paziente alcolista se prima non si eliminano i fattori scatenanti,purtroppo è difficile cambiar lavoro al giorno d'oggi non crede?!
[#3]
Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 178 12
Gentile signore, se bastasse una tabella non servirebbero 6 anni di università per la laurea e altri 4 per la specializzazione, basterebbe un impiegato qualsiasi e non uno specialista in medicina del lavoro. Il medico, compreso quello aziendale, DEVE SEMPRE DECIDERE IN SCIENZA E COSCIENZA.
Ripeto che ogni caso è da valutare con documentazione alla mano e visita accurata, se necessario approfondimento psichiatrico. Quanto da Lei riferito potrebbe in effetti comportare l'esonero dal lavoro a turni, ma non è affatto scontato, bisogna verificarlo di persona.
Se non è d'accordo con il parere del medico competente può dunque fare ricorso allo SPISAL (che è il nome veneto del servizio ASL che si occupa di medicina del lavoro).
Per il mobbing si rivolga a un patronato sindacale. Attenzione, tuttavia, che se quanto denunciato non dovesse poi corrispondere al vero in sede giudiziaria, il datore di lavoro denunciato (il mobbing è evidentemente un reato) può reagire con una denuncia per calunnia.
Cordialmente,
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto