Diagnosi funzionale e capacità lavorativa specifica

Egr. Dott, Sono in procinto di fare domanda di invalidità con anche richiesta di relativa diagnosi funzionale ai fini del collocamento obbligatorio, poichè tra le mie patologie vi è anche una nevrosi fobica lieve relativa alla fobia sociale ed alla claustrofobia (disturbi con cui ci convivo da ca 10 anni), ma poichè ho sempre fatto e faccio tutt' ora l' impiegato commerciale, quindi il mio lavoro è fatto di relazioni sociali ed avendo quasi 40 anni, quindi con una capacità lavorativa semi-specifica e specifica che difficilmente ho modo di modificare o reinventare (specifico che fino ad oggi, pur soffrendone da 10 anni di fobie ed ansia, assumendo i farmaci sono sempre riuscito a "gestirle") Le domando se, sia a rischio, una volta davanti alla Commissione medica locale, di esser giudicato da loro, e quindi di vedermi scritto sulla diagnosi funzionale, che si sconsiglia di svolgere ruoli commerciali e/o di ricoprire incarichi o lavorare in ambienti a forte vocazione sociale, relazionale, etc e quindi di fatto, impedire ed impedirmi di essere assunto in convenzione come un commerciale come sono tutt' ora. Grazie in anticipo a colui/coloro che cortesemente mi risponderanno. Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

E' Lei che chiede che questa sua condizione sia valutata ai fini di ricavarne un giudizio sul grado di limitazione alle capacità lavorative. Se chiede che sia tenuto conto della incompatibilità relativa tra alcune mansioni e la sua condizione di salute non è che poi può chiedere esplicitamente che tali mansioni siano considerate come se niente fosse nell'assegnazione di eventuali nuovi lavori, mi sembra una evidente contraddizione.
Un disturbo fobico-ansioso curato in maniera specifica con risultati che dice buoni (se dice che è riuscito a gestirsi questa situazione) non dovrebbe però costituire una voce importante di disabilità.
Quale cura assume ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
Grazie innanzitutto per la tempestiva risposta,

Ho assunto ed assumo sia un ansiolitico che un antidepressivo, il mio timore è non tanto che mi vengano date restrizioni a svolgere lavori generici e in contesti sicuramente incompatibili con la patologia che ho, quanto che mi venga proibito lo svolgere quella che fino ad oggi ho sempre svolto che, esercitata come l'ho svolta (ovviamente grazie al fatto che assumo i farmaci) pure in presenza di tali problemi mi è sempre riuscita, al punto da divenire, giunto io vicino ai 40 anni, la mia unica capacità lavorativa specifica o semi specifica che dir si voglia.

Non reputo di cadere in contraddizione, nel senso che sostengo che, se non assumessi quotidianamente i farmaci, avrei difficoltà a divincolarmi da qualsiasi situazione personale o professionale che fosse, mentre invece, proprio perchè li assumo, riesco a vivere una vita quasi normale, Le faccio un esempio, se mi si dicesse che non posso fare lo stuart in fiera, lo reputerei logico, in quanto, già oggi, pur con i farmaci, fatico a stare in mezzo a così tanta gente, al punto che già oggi sono io il primo a non valutare o accettare tali mansioni, se invece mi si impedisse di fare il funzionario commerciale, cioè colui che visita i clienti presso le loro sedi, instaurando con loro normali dialoghi e relazioni interpersonali, non avendo mai avuto problemi nel farlo, ed avendo fatto sempre e solo quello, mi si porrebbe di fronte una restrizione che costituirebbe un problema più grosso (cioè il non sapere come reinventarmi e cosa andare a fare) che questo stesso,
Affinchè tali restrizioni non avvengano o siano limtate al massimo, Lei cosa mi consiglia di specificare alla visita o di fare?? Grazie nuovamente in anticipo.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

In generale è utile recarsi alla visita con una relazione del medico specialista che riferisce in maniera aggiornata il suo stato di salute, specificando appunto sia la diagnosi di partenza che l'esito delle cure. Questo se si intende appunto includere questo tipo di situazione (anche se compensata) nelle voci di invalidità.

I medicinali che assume (l'ansiolitico) potrebbero comportare problemi su mansioni specifiche o per la guida.

Riguardo alla contraddizione, mi riferivo al fatto che quando si sottopone una condizione ad una commissione, non si può chiedere contemporaneamente che in pratica non sia considerata. Il modo più logico è farla illustrare nella maniera più completa dallo specialista che la segue.

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Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
Grazie del consulto! Seguirò il Suo consiglio, in effetti sono già seguito da uno specialista, pertanto vedrò di far sì che nelloa relazione che lo stesso dovrà farmi, sia illustrata correttamente. Saluti
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