Ematoma subdurale cronico recidivante

Salve,
sono un uomo di 60 anni (peso 63 KG) diabetico (tipo 2), dislipidemico, iperteso con familiarità per CAD, colpito il 12/02/2012 da IMA trattato presso il Policlinico Tor Vergata di Roma con PTCA primaria e impianto di due stent medicati su arteria discendente anteriore.
In questi anni sono riuscito a riprendere la mia attività di libero professionista , ponendomi naturalmente dei limiti per gli orari di lavoro, ed una recente scintigrafia miocardica senza e con test da sforzo eseguita nel marzo 2014 confermava il buon recupero generale.
Il 18 Giugno c.a., in seguito ad un persistente mal di testa manifestatosi il giorno precedente, uno stato di sonnolenza e stanchezza con difficoltà a sollevare la gamba destra e firmare, mi recai al PS dell’Ospedale di Albano Laziale dove con una TC del cranio mi venne diagnosticato un esteso Ematoma subdurale cronico emisferico sinistro di notevole spessore (35 mm) con iniziale shift della linea mediana.
Trasportato presso il Policlinico Tor Vergata fui sottoposto d’urgenza ad intervento neurochirurgico di minicraniectomia ed evacuazione dell’ematoma, causato secondo i neurochirurghi dalla Cardioaspirin 100 mg che assumevo quotidianamente dato che non risultavano segni di trauma cranico.
Il giorno successivo ripresi la terapia domiciliare abituale, ad eccezione della Cardioaspirin sostituita dal settimo giorno del ricovero con una fiala di Clexane 4000 UI.
La TC del cranio eseguita dopo due giorni documentò l’esito positivo dell’operazione ed il 26/06/2014 fui dimesso in buone condizioni generali , senza deficit motori o linguistici, con la prescrizione di eseguire
ogni giorno alle 18 l’iniezione di Clexane fino alla nuova TC di controllo da eseguire entro la fine di Luglio.
Oggi 22 Luglio ho eseguito la TC di controllo con il seguente esito:
“ Attualmente si apprezza voluminoso ematoma subdurale in fase subacuta con componente igromatosa cronica posteriore apparentemente intrappolata.
Lo spessore massimo della raccolta risulta di 25 mm e si estende in sede fronto-parieto-occipitale.
Evidenti fenomeni compressivi si apprezzano sulle strutture cerebrali con shift della linea mediana ed edema vasogenico di modesta entità.
Iniziale erniazione subfalcale.
Assenza di alterazioni a carico delle strutture sottotentoriali.”
Il neurochirurgo che mi ha operato mi prescritto una nuova TC di controllo tra un mese, perché a suo parere la quota recente risulta minima, o prima in caso di variazioni del quadro clinico (mal di testa, difficoltà motorie, etc.), continuando ad utilizzare il Clexane 4000 UI e consigliandomi di bere molto.
Apparentemente mi sento in buone condizioni, ed all’EON risulto neurologicamente negativo.
Mi è stato anticipato che il prossimo intervento, se necessario, dovrà essere una craniotomia in anestesia generale, con i relativi rischi dato che sono un cardiopatico.
Mia moglie è molto allarmata: faccio bene ad aspettare ? C’è qualche possibilità che l’ematoma possa regredire ?
Grazie.
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Egr. Signore,
premetto che la mia risposta riveste un carattere indicativo in quanto fornita senza una visita e la visione delle immagini. In linea di massima e' difficile che un ematoma sottodurale cronico recidivo, di cospicue dimensioni come sembra essere nel Suo caso, possa andare incontro a regressione spontanea. In questo caso , come giustamente prospettato dal collega, e' necessario intervenire nuovamente con una craniotomia ( e non più con il semplice foro di trapano) in quanto l'approccio più esteso permette di evacuare completamente la raccolta , diminuendo drasticamente la possibilità di una nuova recidiva. Essendo passati due anni dall'IMA, il rischio anestesiologico non dovrebbe essere elevatissimo, sarà comunque ovviamente l'anestesista a valutarlo. Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, La saluto cordialmente

dr. Pietro Brignardello
pietrobrignardello@gmail.com
www.pietrobrignardello.it
www.pietrobrignardello.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Bignardello per la sua risposta.
Potrei anche inviare le TC del cranio ma capisco che non è questa la sede.
Quello che desta apprensione, sia in me che in mia moglie, è il tempo di attesa di un mese per la nuova TC di controllo, visto che la situazione potrebbe evolversi con conseguenze imprevedibili.
Sono preoccupazioni eccessive ? Secondo la sua esperienza, ed eventualmente quella di altri suoi Colleghi che vorranno esprimere il loro giudizio, in queste condizioni posso aspettare ?
Grazie.
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Purtroppo a distanza, senza la visione delle immagini, e' difficile dare una risposta precisa. In linea generale, la decisione se operare subito o aspettare dipende dal confronto fra la Tac preoperatoria e quella di controllo postoperatoria. Se alla Tac di controllo le dimensioni dell'ematoma sono ridotte e lo shift della linea mediana e' diminuito si può aspettare, in caso contrario e ' preferibile intervenire subito. Queste valutazioni sono state sicuramente fatte dal collega neurochirurgo che ha eseguito l'intervento e che ha potuto visionare le immagini . Le consiglio di mantenersi in contatto con il collega e di avvisarlo tempestivamente nel caso dovessero comparire disturbi come cefalea, sonnolenza, diminuzione di forza agli arti di destra . Rimanendo sempre disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, La saluto cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Bignardello per la chiarezza delle sue risposte e la disponibilità.
Seguiremo i suoi consigli.
La saluto cordialmente.