Ischemia cerebrale

Salve,
spero di non aver inserito erroneamente il messaggio senza essermi registrato ed incompleto. Se così fosse vi chiedo di scusarmi.
Breve premessa/storia clinica pertinente di mio padre. Età attuale 80.
2007: Intervento di sostituzione valvola tricuspide (con biologica), bypass coronarico e impianto dei soli elettrodi per pace maker. Terapia anticoagulante per fibrillazione atriale.
2008: caduta e trauma alla testa, intevento neurochirugico emisfero dx (l'impatto è a sx ma il rinculo del cervello crea il maggior danno a dx oltre a diverse emorragie minori). A seguito di questo passa da autosufficienza a totale non autosufficienza (lato sx quasi paralizzato, nessun controllo degli sfinteri, parla ma "vive in un mondo suo" - non conosco il termine clinico per questo - calato nel passato e con solo deboli legami col presente).
2009: emorragia cerebrale (debole) che ne causa uno stato soporoso a tratti letargico. Viene sospeso l'anticoagulante. Si riprende e torna come prima dell'emorragia. Anticoagulante sospeso definitivamente.
2010: ischemia cerebrale emisfero sx. Gli esiti non sono definitivi non essendo passato abbastanza tempo. Paralisi totale a dx, non riapre gli occhi, non parla, non si muove. Oltre a questo l'EEG evidenzia attacchi epilettici.

Ormai ho imparato che ci vogliono i mesi, se non un anno, per vedere e valutare gli esiti di problemi di questo tipo (mesi di terapie intensive e sub intensive sono stati istruttivi) come pure ho imparato che la cautela nel non generare false speranze (che non ho più vista la situazione) da parte dei medici è più che giustificata. Illusioni e false speranze che sicuramente non ho, visto il danno bilaterale)
Ci sono alcune cose che però mi sfuggono:
- da una parte mi dicon che nella fase acuta è fondamentale mantenere la saturazione SpO2 prossima al 100% mentre dov'è ora che basta che sia al di sopra del 90;
- dicon non era idoneao alla r-tPA per il rischio (non capisco cosa avesse da rischiare o da perdere visto lo stato in cui è adesso);
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Voi cosa vi sentite di consgigliarmi?

Grazie
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Neurologo, Psichiatra, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2010
Neurologo, Psichiatra, Psicoterapeuta
Gentile utente,
Senza entrare in spiegazioni fisiopatologiche complesse, posso dirLe che e' corretto quanto sostenuto dagli operatori sanitari del reparto dove ora e' ricoverato: va bene il 90%.
Per quanto attiene al rischio da scoagulazione con r-tPA condivido la scelta di ritenerlo non idoneo.
Vede, la situazione del papa' e' una situazione molto difficile nella quale l'equilibrio tra coagulazione (tendenza a formare trombi) e scoagulazione (tendenza a sanguinare e produrre emorragie) e' instabile e precario, tale per cui l'uso di anti coagulanti/aggreganti (che si oppongono alla formazione di trombi) espone al rischio di emorragie, mentre l'uso di coagulanti (che si oppongono alle emorragie) induce la formazione di trombi e quindi di ictus.
I colleghi che lo hanno in cura sanno cosa si deve fare in questi casi (farmaci che agiscono sulle pareti dei vasi e non sui fattori della coagulazione in senso stretto) anche se questi tentativi non sempre conducono ai risultati sperati.