Trattamento crisi epilettica post ictus e riabilitazione

Salve,
il 18 marzo 2012 mio padre (76anni) ha avuto un ictus ischemico che gli ha lasciato una vasta lesione all'emisfero sinistro, seppur lontanissimo da un recupero totale, in questi mesi aveva raggiunto un livello accettabile di qualità della vita: camminava agevolmente senza aiuti, sopperiva con la mano sinistra ai problemi di gestione della sinistra, riusciva a comunicare e farsi capire tramite qualche parola, riusciva a seguire telegiornali e conversazioni non troppo confusionarie e leggeva giornali.
Il 21 dicembre, a 24h circa da un intervento per ernia inguinale eseguito con anestesia epidurale, ha avuto un attacco epilettico che comincia con movimenti incontrollati della mandibola e finisce con contrazioni di tutto il corpo.
Dopo il ricovero in ospedale gli viene prescritto Tegredol 200 (1 pasticca la mattina ed 1 la sera).
Da allora ha grandi difficoltà motorie, l'afasia sembra peggiorata, non riesce praticamente più a leggere, non riesce a seguire le conversazioni, è perennente stanco, dorme quasi tutto il giorno e sembra perennemente assente e o in confusione, quando solo una settimana prima era attivo e determinato.
Per come è adesso non è più in grado di tornare a fare logopedia e fisioterapia.
Le volevo chiedere se esistono antiepilettici con minori e/o diversi effetti collaterali
e le volevo anche chiedere se,
dato che per adesso la crisi epilettica è stata un solo episodio,
dato che mio padre non è letteralmente mai solo e c'è sempre qualcuno pronto ad intervenire,
ha senso prendere in considerazione la sospensione (secondo le modalità previste) del farmaco antiepilettico, accettando il rischio di altre crisi in cambio di una qualità della vita umana e non da zombie?

Grazie.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Caro utente,
mi spiace per suo padre.
Le risposte che lei pone mi sembra riguardino più una questione di "bioetica" che di medicina/neurologia in senso stretto.
Preliminarmente mi chiederei se la sospensione del farmaco possa ricondurre suo padre allo "status quo ante".
Per quanto detto in queste poche righe credo che le risposte le dovrà cercare dentro di sè, prima, e poi possibilmente confrontandosi con gli specialisti che hanno in cura il paziente.
Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risosta immediata,
io ed i miei familiari saremmo propensi per accettare il rischio, solo che non sappiamo valutare se è un ipotesi realistica e percorribile:
il neurologo che ha seguito mio padre fino ad adesso non ci aveva parlato del rischio attacchi epilettici nei soggetti ictati e dopo l'attacco ci è stato detto di stare tranquilli perchè pur essendo episodi "spaventosi" se uno non se li aspetta, non lasciano danni. Ma allo stesso tempo è stato prescritto il Tegretol.
Nei soggetti ictati gli attacchi epilettici sono assolutamente imprevedibili o dopo il primo episodio diventano comuni/frequenti?
Grazie ancora.