Sindrome piramido-cerebellare e memoria

Una persona disabile, che seguo da alcuni anni, è affetta da una sindrome piramido-cerebellare a lenta evoluzione, caratterizzata da spasticità degli arti inferiori, nistagmo, disfagia e disfonia, con evidenti segni di atrofia cerebellare di grado lieve ed il coinvolgimento delle vie ascendenti e discendenti del midollo spinale e delle vie acustiche centrali, sindrome associata a diabete insipido, ipoevolutismo somatico e pubertà precoce.

Pur non avendo mai fatto osservare segni significativi di decadimento cognitivo, ed avendo conservata la funzione linguistica, presenta una funzione della memoria un po’ particolare, nel senso che ricorda normalmente fatti accaduti e cose viste molto tempo addietro ma è capace di non riuscire a ricordare ciò che è successo o che ha fatto il giorno prima, o addirittura pochi minuti prima e questo è molto evidente nella sua reale incapacità di gestire l’assunzione del Minirin che, non essendo per forza quotidiana, ma al bisogno, necessita che sia in grado di percepire come anomalo l’eventuale aumento di frequenza e di volume delle minzioni e di collegarlo al momento dell’ultima assunzione del farmaco.

Poiché sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, il cervelletto non è implicato unicamente nella gestione del moto, bensì gioca un ruolo determinante nella cosiddetta “memoria di lavoro”, desidero sapere se è possibile che vi sia un legame tra la patologia di cui soffre questa persona e la sua incapacità di gestire autonomamente l’assunzione della terapia farmacologica prescrittagli.

Grazie fin d'ora per le vostre risposte.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Le più recenti evidenze cliniche e di neuroimaging acquisite mediante PET ed fRM (che rendono conto del flusso ematico e del metabolismo regionale, la prima, e della modificazione dell'ossigenazione ematica regionale, la seconda) consentono di affermare "evidence based medicine" un ruolo cerebellare nelle funsioni sensoriali e cognitive. Tra queste ultime la c.d. "memoria da lavoro cerebellare" in particolare quella verbale.
Pertanto la risposta alla sua domanda non può che essere: "si è possibile", "per quanto" il disturbo della memoria a breve termine con conservazione della memoria per fatti remoti è sintomo caratteristico iniziale del deterioramento cognitivo. Occorrerebbe conoscere di più circa la malattia cui si riferisce (es: l'inquadramento diagnostico e non un generica sindrome piramido-cerebellare) nonchè sarebbe necessario studiare la documentazione sanitaria ed una osservazione/valutazione clinica longitudinale nel tempo.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com