Microcitoma polmonare a piccole cellule con successivo coinvolgimento dell'encefalo

Salve, a mia moglie 48enne e fumatrice, nell'ottobre del 2008 gli è stato diagnosticato un microcitoma polmonare a piccole cellule, con due consolidazioni a bassa densità,la prima ,laterale con base alla pleura costale ed a quella scissurale(entrambe ispessite)delle dimensioni assiali max di cm 3,5x2, la seconda nel segmento dorsale delle dimensioni assiali di cm 3,3x3 adesa al piano pleurico costale posterolaterale ed all'intersezione craniale della cissura,inoltre era presente una grossolana formazione solida , disomogenea, a sede ionomediastinica destra, delle dimensioni di cm 5x4, ed una lesione a contorni netti del surrene destro 6x3 cm, rivelatasi poi fortunatamente in seguito alla pet di natura benigna.
Prontamente iniziò le chemioterapie con carboplatino ed etoposide,effettuando 6 cicli di tre sedute ogni 21 giorni, ed Ipstyl 120 ogni 28 giorni a seguito di Octreoscan.
Il risultato al termine fu abbastanza soddisfacente, infatti alla fine dei 6 cicli,la tac del 10 marzo 09 evidenziava solo aree a contorni sfumati di ispessimento pleuro-polmonare in campo polmonare superiore a sede posteriore ed in medio campo polmonare a destra, per questo risultato si pensò ad un settimo ciclo aggiuntivo per consolidare il risultato ottenuto, portandoci così ad un controllo avvenuto a mezzo di tac, circa due mesi dopo il settimo ciclo(fine maggio),dove quest'ultima in sede polmonare era sovrapponibile alla precedente,ma purtroppo al cranio erano presenti innumerevoli lesioni ripetitive bilateralmente in sede sopra e sottotentoriale del diametro da pochi millimetri a circa 1,5 centimetri(in sede periventricolare destra) con associato edema perilesionale.
Tempestivamnte gli fù irradiato l'encefalo con 10 sedute terminandole l'11 giugno scorso.
A questo punto chiedo a voi se:
1) è stato giusto visto la sua aggressività interrompere le chemioterapie dopo il settimo ciclo per due mesi ed alcuni giorni, senza per altro effettuare una radio preventiva all'encefalo.

2)è indicata ora una radio di consolidamento al mediastino, se si quando eventualmente

3)l'oncologo che l'ha in cura vorrebbe a breve forse a giorni iniziare altri cicli di chemioterapia, forse da quel che ho capito preventiva, chiaramente utilizzando farmaci diversi,consultando però un 'altro Professionista ci ha sconsigliato i suddetti trattamenti, in quanto essendo lei a causa delle radioterapie temporaneamente immunodepressa, aggiungendo ora un trattamento chemioterapico potrebbe andare a gravare ulteriormente sul fattore dell'immunodeficienza,giova precisare che attualmente i valori dell'emocromo sono nella norma.
Ci troviamo quindi in questa difficile decisione, fare le chemio per prevenire, o attendere il riultato dell'encefalo, che comunque già migliora visivamente arrivando poi eventualmente di nuovo in ritardo?
In ultimo ringraziando il cielo la scintigrafia ossea è negativa fatta a fine maggio 08.
Grazie a tutti voi anticipatamente
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Caro Amico,

si tratta di una patologia già in partenza aggressiva per la sua natura istologica. Attualmente direi che il trattamento radiante sull'encefalo è prioritario ma subito al suo termine programmerei una seconda linea terapeutica a base di topotecan. Tale farmaco ha dimostrato una buona efficacia nel contrastare la malattia. Inoltre continuerei il lanreotide che già sta eseguendo. Anche delle applicazioni di ipertermia capacitiva (vedi sito www.ipertermiaroma.it ) potrebbero giovare.

Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
Egregio Dott. Pastore

La ringrazio per la tempestiva risposta, che ci da un validissimo aiuto nell'indirizzo della migliore linea da seguire in questo momento.
Cordiali saluti, la terrò informato.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Di nulla, figurati....

Cari saluti

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
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dopo
Utente
Utente
Salve, volevo chiederle :
Ci è stata prescritta una terapia con soldesan in infusione endovena e poi mannitolo al 18 %
il tutto in quanto c'è stato un ritorno di malattia all'encefalo.
Il radioterapista ci dava indicazioni circa la velocità di infusione del mannitolo, cioè dai 30 ai 50 ml/h,
dimessa dalla clinica dove è in cura, dopo aver fatto una chemio con fotoemustine, ci davano altri indirizzi circa la velocità di infusione del mannitolo:
circa 250 ml in circa 20 minuti.
La mia domanda ora nasce spontanea, nel caso di mia moglie che credo debba abbassare la pressione endocranica , a quale velocità di infusione deve andare il mannitolo al 18 %, lenta come consiglia il radioterapista o veloce come da indicazione dell'oncologo.
Grazie
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dopo
Utente
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Gazie per la tempestiva risposta