Acufene - se lo deve tenere

Gentili Medici,

espongo un problema che interessa la moglie,
di anni 56:

esprimo come in prima persona:

dalla scorsa estate, soffro di un consistente disturbo di tipo ACUFENE
percepito come proveniente dall'orecchio sinistro;
è persistente e particolarmente fastidioso (o meglio, insopportabile) in quanto impedisce il sonno e costringe, per mascherarlo, a tenere accesi apparecchi vari ad alto volume sonoro;
è descrivibile come rumore continuo o fluttuante, su tonalità medio-basse, che talvolta riproduce la pulsazione cardiaca.
Dopo rari e brevi periodi di tacitazione, esso si ripresenta con, dapprima, percezione sonora metallica ed ovattata; poi si trasforma in quel rumore continuo ed assordante.

Il disturbo si è manifestato dopo alcuni giorni di permanenza in montagna, ove sono stata sottoposta a sbalzi di pressione durante l'impiego di impianti di risalita su altitudini fra 1000 e 2000 metri.

Ero e sono affetta da marcata ipoacusia all'orecchio destro, probabilmente riferibile a postumi di otite contratta in gioventù; più recentemente si è manifestata ipoacusia, che pare essere in corso di aggravamento, a carico anche all'indicato orecchio sinistro; preciso che non espleto attività lavorativa in ambienti rumorosi.

Inefficaci si sono rivelate: terapia consistente in somministrazione di FLUNARIZINA seguita da poche INSUFFLAZIONI.
L'audiometria evidenziava ipoacusia con impedenzometria normale.

Interessa anche sapere se è nota eventuale influenza e/o rilevanza dello stato di menopausa sulla comparsa della qui evidenziata problematica.

EsprimendoVi assoluto bisogno di un benevolo aiuto e di essere utilmente consigliata, indirizzata, anche rispetto ad eventuali adeguati accertamenti medici volti a risolvere il segnalato problema, che non accenna a scomparire ma nemmeno a ridursi, ringrazio per la cortese attenzione e ringrazio per la disponibilità.

Con riposta fiducia.




[#1]
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile Paziente, credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, e cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale forse la pena di prendere in considerazione una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola, si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via: l'insorgenza del suo problema in occasione di sbalzi di quota rinforzerebbe questa ipotesi.
Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM.
Da notare però che è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi. La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM (cefalea, cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc.), e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Tenga infine presente che il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo).
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema. Cordiali saluti ed auguri.

https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/961-otite-ricorrente-colpa-dei-denti.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

Acufeni

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