Otite catarrale e acufeni
Gentile Dottore,
Le espongo brevemente il mio caso:
mi è stata diagnosticata clinicamente una otite catarrale e tubo-timpanica, dopo tre settimane circa di acufeni molto forti (fruscio di base e sovrapposti sibili a tutti e due gli orecchi) associati ad una influenza molto forte con congestione fortissima delle prime vie respiratorie.
rinviando a dopo la prima cura, dieci giorni di deflan, 15 di inalazioni di clenil e nasonex, esami audiometrici, impedenziometrici e vestibolari per i quali sono in attesa.
la cura ha avuto un certo effetto positivo, non ho più influenza e catarro, etc.
soprattutto l'intensità degli acufeni è un pò diminuita, alternando un giorno con disturbo lieve e l'altro con maggiore intensità .. insomma da un lato non ho risolto il sintom dall'altro è più controllato.
la mia domanda è questa: la risoluzione definitiva della sintomatologia acufenica, nell'otite catarrale, richiede tempi lunghi? al momento ho finito la cura e tra dieci giorni ho gli esami diagnostici. Devo aspettarmi una convivenza cronica col problema a prescindere dala risoluzione della affezione catarrale? Ci sono altri presidi terapeutici da tentare in seguito?
mi scuso per la lunghezza e gli ovvi limiti di un contatto a distanza ma a voltee vengo preso dall'ansia
La ringrazio e saluto cordialmente
antonio
Le espongo brevemente il mio caso:
mi è stata diagnosticata clinicamente una otite catarrale e tubo-timpanica, dopo tre settimane circa di acufeni molto forti (fruscio di base e sovrapposti sibili a tutti e due gli orecchi) associati ad una influenza molto forte con congestione fortissima delle prime vie respiratorie.
rinviando a dopo la prima cura, dieci giorni di deflan, 15 di inalazioni di clenil e nasonex, esami audiometrici, impedenziometrici e vestibolari per i quali sono in attesa.
la cura ha avuto un certo effetto positivo, non ho più influenza e catarro, etc.
soprattutto l'intensità degli acufeni è un pò diminuita, alternando un giorno con disturbo lieve e l'altro con maggiore intensità .. insomma da un lato non ho risolto il sintom dall'altro è più controllato.
la mia domanda è questa: la risoluzione definitiva della sintomatologia acufenica, nell'otite catarrale, richiede tempi lunghi? al momento ho finito la cura e tra dieci giorni ho gli esami diagnostici. Devo aspettarmi una convivenza cronica col problema a prescindere dala risoluzione della affezione catarrale? Ci sono altri presidi terapeutici da tentare in seguito?
mi scuso per la lunghezza e gli ovvi limiti di un contatto a distanza ma a voltee vengo preso dall'ansia
La ringrazio e saluto cordialmente
antonio
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Gentile Paziente, lei si è opportunamente rivolto allo specialista, che di certo sta mettendo in atto le indagini e le cure del caso.
La sua domanda, però, è questa: la risoluzione definitiva della sintomatologia acufenica, nell'otite catarrale, richiede tempi lunghi?
Credo che la risposta più logica, per la mia esperienza, è: a volte si a volte no, specie se sono comparsi acufeni.
Se la sua sintomatologia si risolverà, non avrà bisogno di null'altro. Se invece dovesse perdurare, forse sarebbe il caso di pensare che una parte del problema si nasconda altrove.
Potrebbe trattarsi di una disfunzione tubarica, cioè di un cattivo funzionamento di quel tubicino (la tromba o tuba di Eustachio) che mette in comunicazione il retrobocca con l’orecchio medio, e serve ad aerarlo, a drenare il catarro che si forma e a compensare eventuali sbalzi di pressione fra le due superfici del timpano. All’interno della tuba può ristagnare del muco: ovviamente tutte le situazioni di maggior produzione di muco favoriscono un cattivo funzionamento della tuba, che però è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti , quando sentiamo questo "tappamento", solitamente cerchiamo di muovere la mandibola o deglutire, il che, in un orecchio normale, favorisce lo "stappamento" , che é in realtà un ripristino della pervietà tubarica e un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano.
Quando invece, come mi pare di capire nel suo caso, questo non accade, o accade con difficoltà, (disfunzione tubarica) a volte siamo di fronte ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, che può essere dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malplosizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all'interno della cassa timpanica, dell'equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che lei lamenta : in presenza di muco si percepiscono a volte dei rumorini dovuti alla mobilizzazione del muco stesso.
Le consiglio pertanto di farsi visitare anche da un dentista-gnatologo che si occupi abitualmente di problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e dei rapporti fra questa e l’orecchio.
Anche nella letteratura scientifica comincia ad affermarsi il concetto che quando un problema all'orecchio non trova spiegazioni in ambito specialistico Otorinolaringoiatrico, spesso é all'Articolazione Temporo Mandibolare che bisogna guardare.
Le consiglio anche di dare un'occhiata ad un caso che ritengo simile al suo, sempre su questo sito:
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/72945-il-medico-ha-diagnosticato-una-infiammazione-della-tuba.html
e a questi articoli su questo stesso sito, nell'ipotesi che possa riconoscervi qualche elemento di somiglianza con il suo caso.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/961-otite-ricorrente-colpa-dei-denti.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
La sua domanda, però, è questa: la risoluzione definitiva della sintomatologia acufenica, nell'otite catarrale, richiede tempi lunghi?
Credo che la risposta più logica, per la mia esperienza, è: a volte si a volte no, specie se sono comparsi acufeni.
Se la sua sintomatologia si risolverà, non avrà bisogno di null'altro. Se invece dovesse perdurare, forse sarebbe il caso di pensare che una parte del problema si nasconda altrove.
Potrebbe trattarsi di una disfunzione tubarica, cioè di un cattivo funzionamento di quel tubicino (la tromba o tuba di Eustachio) che mette in comunicazione il retrobocca con l’orecchio medio, e serve ad aerarlo, a drenare il catarro che si forma e a compensare eventuali sbalzi di pressione fra le due superfici del timpano. All’interno della tuba può ristagnare del muco: ovviamente tutte le situazioni di maggior produzione di muco favoriscono un cattivo funzionamento della tuba, che però è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti , quando sentiamo questo "tappamento", solitamente cerchiamo di muovere la mandibola o deglutire, il che, in un orecchio normale, favorisce lo "stappamento" , che é in realtà un ripristino della pervietà tubarica e un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano.
Quando invece, come mi pare di capire nel suo caso, questo non accade, o accade con difficoltà, (disfunzione tubarica) a volte siamo di fronte ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, che può essere dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malplosizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all'interno della cassa timpanica, dell'equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che lei lamenta : in presenza di muco si percepiscono a volte dei rumorini dovuti alla mobilizzazione del muco stesso.
Le consiglio pertanto di farsi visitare anche da un dentista-gnatologo che si occupi abitualmente di problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e dei rapporti fra questa e l’orecchio.
Anche nella letteratura scientifica comincia ad affermarsi il concetto che quando un problema all'orecchio non trova spiegazioni in ambito specialistico Otorinolaringoiatrico, spesso é all'Articolazione Temporo Mandibolare che bisogna guardare.
Le consiglio anche di dare un'occhiata ad un caso che ritengo simile al suo, sempre su questo sito:
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/72945-il-medico-ha-diagnosticato-una-infiammazione-della-tuba.html
e a questi articoli su questo stesso sito, nell'ipotesi che possa riconoscervi qualche elemento di somiglianza con il suo caso.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/961-otite-ricorrente-colpa-dei-denti.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore,
La ringrazio per la Sua risposta esaurinte e vorrei aggiungere due informazioni per il mio problema:
la prima, sintomatica, già alla prima visita otorino è emersa una accentuazione del sibilo auricolare muovendo la mandibola in un certo modo.
la seconda, ho già consultato uno specialista maxilo facciale che ha diagnosticato una sindrome algica disfunzionale cronica mandibolare (se leggo bene il referto), dicendosi dubbioso sulla effettiva dipendenza con il problema acufeni.
il mio problema è trovare uno specialista in grado di collegare i due problemi e trovare una soluzione congiunta a quella dell'otorino da cui ritornerò il 19 marzo per tutti gli esami audiometrici vari.
posso fare riferimento a Lei ? vivo a Napoli ma non sarebbe un problema venire a Roma.
meglio aspettare il responsodegli esami (audiometria tonale, impedenziometria, test posizionali vestibolari, nistagmo registrato e altri)
o le due cose possono viaggiare anche separatamente e anticiperei la consulenza AM
rimango in attesa di una Sua gradita risposta e La saluto cordialmente
La ringrazio per la Sua risposta esaurinte e vorrei aggiungere due informazioni per il mio problema:
la prima, sintomatica, già alla prima visita otorino è emersa una accentuazione del sibilo auricolare muovendo la mandibola in un certo modo.
la seconda, ho già consultato uno specialista maxilo facciale che ha diagnosticato una sindrome algica disfunzionale cronica mandibolare (se leggo bene il referto), dicendosi dubbioso sulla effettiva dipendenza con il problema acufeni.
il mio problema è trovare uno specialista in grado di collegare i due problemi e trovare una soluzione congiunta a quella dell'otorino da cui ritornerò il 19 marzo per tutti gli esami audiometrici vari.
posso fare riferimento a Lei ? vivo a Napoli ma non sarebbe un problema venire a Roma.
meglio aspettare il responsodegli esami (audiometria tonale, impedenziometria, test posizionali vestibolari, nistagmo registrato e altri)
o le due cose possono viaggiare anche separatamente e anticiperei la consulenza AM
rimango in attesa di una Sua gradita risposta e La saluto cordialmente
[#3]
Gentile Paziente, mi fa piacere che il mio sospetto coincida con quello di altri specialisti.
Le due cose possono viaggiare distinte: ben venga la diagnostica prevista, ma che non cambierebbe nulla di quello che deve fare uno gnatologo, sempreché la visita confermi il sospetto sul ruolo dell'ATM. Il variare dell'acufene con i movimenti mandibolari, peraltro, rinforza il mio sospetto.
Se ha letto il mio articolo sugli acufeni, capirà perché qualunque specialista di qualunque branca debba comunque essere molto prudente sull'ipotesi di soluzione, trattandosi del sintomo più ribelle.
Se crede, la vedrò volentieri a Roma
Cordiali saluti ed auguri
Le due cose possono viaggiare distinte: ben venga la diagnostica prevista, ma che non cambierebbe nulla di quello che deve fare uno gnatologo, sempreché la visita confermi il sospetto sul ruolo dell'ATM. Il variare dell'acufene con i movimenti mandibolari, peraltro, rinforza il mio sospetto.
Se ha letto il mio articolo sugli acufeni, capirà perché qualunque specialista di qualunque branca debba comunque essere molto prudente sull'ipotesi di soluzione, trattandosi del sintomo più ribelle.
Se crede, la vedrò volentieri a Roma
Cordiali saluti ed auguri
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.5k visite dal 07/03/2014.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.