Tatuaggio e causa della scelta in relazione alla presenza di disturbo
Salve, ho avuto una diagnosi di disturbo bipolare NAS, probabilmente in comorbidità con DOC, o potrebbe essere solo doc.
Volevo sapere se il tatuaggio "solo cose che riflettono il tuo valore di persona" é connesso al disturbo.
Lo chiedo perché credo di star risolvendo il disturbo abbastanza bene, sto seguendo la cura e lavorando e studiando, socializzo abbastanza e m'iscriverò a un'associazione teatrale per fare amicizia.
Non vorrei però fare cose che potrebbero essere legate al disturbo.
Usando la vostra capacità di introspezione psicologica fare questo tatuaggio lo sarebbe?
Volevo sapere se il tatuaggio "solo cose che riflettono il tuo valore di persona" é connesso al disturbo.
Lo chiedo perché credo di star risolvendo il disturbo abbastanza bene, sto seguendo la cura e lavorando e studiando, socializzo abbastanza e m'iscriverò a un'associazione teatrale per fare amicizia.
Non vorrei però fare cose che potrebbero essere legate al disturbo.
Usando la vostra capacità di introspezione psicologica fare questo tatuaggio lo sarebbe?
Innanzitutto, se è in cura, la diagnosi non può essere "forse solo doc", presumo che Lei sia in cura per la prima che ha riferito.
"Volevo sapere se il tatuaggio "solo cose che riflettono il tuo valore di persona" é connesso al disturbo."
Non si è capito: cosa sarebbe ? Si è tatuato questa frase ?
"Volevo sapere se il tatuaggio "solo cose che riflettono il tuo valore di persona" é connesso al disturbo."
Non si è capito: cosa sarebbe ? Si è tatuato questa frase ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ex utente
Dottore, io ormai ho imparato a capire gli input del disturbo bipolare e gli input del doc. A volte sento quelli del disturbo bipolare prevalere, altre volte quelli del doc. Non ho capito bene. Comunque sarà disturbo bipolare in comorbidità con doc perché la cura era resilient, fluvoxamina e clopixol. Suppongo che la fluvoxamina sia per il doc.
Vorrei tatuarmi questa frase come promemoria per ricordarmi nella vita di agire secondo dei valori. Onestamente é mortificante che io abbia bisogno di un tatuaggio, di farmaci, di uno psichiatra per ricordarmi una cosa del genere. Non é che é peggio perché accentua la dimensione del disagio esistenziale che una persona vive?
Vorrei tatuarmi questa frase come promemoria per ricordarmi nella vita di agire secondo dei valori. Onestamente é mortificante che io abbia bisogno di un tatuaggio, di farmaci, di uno psichiatra per ricordarmi una cosa del genere. Non é che é peggio perché accentua la dimensione del disagio esistenziale che una persona vive?
Fare un tatuaggio nel suo caso può avere un senso correlato al disturbo.
Ciò implica che potrebbe poi pentirsi di averlo fatto per una lunga serie di motivi ma anche per una motivazione differente da quella che l’ha mossa a scriverlo su di se.
Eviterei di attuare comportamenti che non possono avere una risoluzione semplice.
Se pensa che debba ricordare a se stesso delle cose può tenere un diario su cui scriverle e tenerle con sé
Ciò implica che potrebbe poi pentirsi di averlo fatto per una lunga serie di motivi ma anche per una motivazione differente da quella che l’ha mossa a scriverlo su di se.
Eviterei di attuare comportamenti che non possono avere una risoluzione semplice.
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Ex utente
Va bene. Ha ragione dott. Ruggiero. Grazie.
A me pare che tutto il ragionamento sia sintomatico del disturbo.
Tatuarsi una frase banale che sta qui esponendo e spiegando perché altrimenti non se la ricorda mi pare veramente insensato come discorso esplicativo. Poi, se le piace, è un altro discorso.
Sarebbe come se uno si tatuasse il titolo di un disco per ricordarsi che ce l'ha se lo volesse ascoltare e che è un bel disco, casomai se ne scordasse. Una spiegazione assurda e molto razionale allo stesso tempo.
" A volte sento quelli del disturbo bipolare prevalere, altre volte quelli del doc. " Anche questo è un arrovellamento sintomatico del doc, e peraltro no, non è così. Quando i disturbi si attivano, si, fino a un certo punto può rimanere consapevole della natura dei sintomi, poi ci si identifica, o addirittura li nega, a seconda del disturbo, per cui quel che dice Lei può esser vero al limite dell'assenza dei sintomi stessi, ovverosia alla fine non ha poi utilità pratica.
Tatuarsi una frase banale che sta qui esponendo e spiegando perché altrimenti non se la ricorda mi pare veramente insensato come discorso esplicativo. Poi, se le piace, è un altro discorso.
Sarebbe come se uno si tatuasse il titolo di un disco per ricordarsi che ce l'ha se lo volesse ascoltare e che è un bel disco, casomai se ne scordasse. Una spiegazione assurda e molto razionale allo stesso tempo.
" A volte sento quelli del disturbo bipolare prevalere, altre volte quelli del doc. " Anche questo è un arrovellamento sintomatico del doc, e peraltro no, non è così. Quando i disturbi si attivano, si, fino a un certo punto può rimanere consapevole della natura dei sintomi, poi ci si identifica, o addirittura li nega, a seconda del disturbo, per cui quel che dice Lei può esser vero al limite dell'assenza dei sintomi stessi, ovverosia alla fine non ha poi utilità pratica.
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ex utente
Sì, dottore, ha ragione. É meglio non fare scelte cervellotiche, a meno che come dice lei semplicemente non mi piaccia quel tatuaggio.
Circa la consapevolezza dei sintomi chiaramente uno fa le cose, alla fine deve agire, e magari é un po' meno consapevole, sono d'accordo, però nel complesso uno rimane consapevole. La mia psicologa mi ha detto che avrei potuto fare lo psichiatra, questo per dire che ha notato una profonda capacità analitica. A dirla tutta all'inizio mi ha anche spronato a fare autonomamente un lavoro di psico-educazione riconoscendo in me capacità. È un po' demoralizzante "essere seguiti" ma va bene, qualche obiettivo l'abbiamo raggiunto. É un po' confusionario il quadro, cioè io adesso faccio questo lavoro di mattina e mi iscrivo all'università da non frequentante nella mia provincia con in programma un concorso nel 2029. Questo é il mio progetto per rendermi autonomo, cioè staccarmi dal mio nucleo famigliare come supporto, almeno a livello lavorativo, superando un certo status. So che non é stato facile, dottore, so che ci sono delle cause genetiche e ambientali nei disturbi psichiatrici. Ad esempio riconosco la componente psichiatrica nel fatto che io mi ponga un obiettivo a breve-medio termine cioè laurea magistrale e concorso in 4 anni ma effettivamente é tardi (ho 30 anni). Arriverei a 35 anni a guadagnare quanto avrei guadagnato con una laurea presa rispettando i tempi e in carriera (é un posto con un buon stipendio in entrata e buoni scatti di carriera). Io non chiudo mai un occhio sulla mia condizione psichiatrica, mi limito sempre, pensi che sono arrivato a chiedere una pensione di invalidità proprio per limitarmi e badare alla salute mentale, magari dedicandomi a un lavoro di supporto, come sto facendo ora, ma questa volte potrei "chiudere un occhio". Questo progetto di tempi record potrebbe farmi superare lo status di malato psichico, almeno uno status di incapacità di autodeterminazione. Io onestamente non credo di essere incapace di autodeterminarmi, anzi...
Circa la consapevolezza dei sintomi chiaramente uno fa le cose, alla fine deve agire, e magari é un po' meno consapevole, sono d'accordo, però nel complesso uno rimane consapevole. La mia psicologa mi ha detto che avrei potuto fare lo psichiatra, questo per dire che ha notato una profonda capacità analitica. A dirla tutta all'inizio mi ha anche spronato a fare autonomamente un lavoro di psico-educazione riconoscendo in me capacità. È un po' demoralizzante "essere seguiti" ma va bene, qualche obiettivo l'abbiamo raggiunto. É un po' confusionario il quadro, cioè io adesso faccio questo lavoro di mattina e mi iscrivo all'università da non frequentante nella mia provincia con in programma un concorso nel 2029. Questo é il mio progetto per rendermi autonomo, cioè staccarmi dal mio nucleo famigliare come supporto, almeno a livello lavorativo, superando un certo status. So che non é stato facile, dottore, so che ci sono delle cause genetiche e ambientali nei disturbi psichiatrici. Ad esempio riconosco la componente psichiatrica nel fatto che io mi ponga un obiettivo a breve-medio termine cioè laurea magistrale e concorso in 4 anni ma effettivamente é tardi (ho 30 anni). Arriverei a 35 anni a guadagnare quanto avrei guadagnato con una laurea presa rispettando i tempi e in carriera (é un posto con un buon stipendio in entrata e buoni scatti di carriera). Io non chiudo mai un occhio sulla mia condizione psichiatrica, mi limito sempre, pensi che sono arrivato a chiedere una pensione di invalidità proprio per limitarmi e badare alla salute mentale, magari dedicandomi a un lavoro di supporto, come sto facendo ora, ma questa volte potrei "chiudere un occhio". Questo progetto di tempi record potrebbe farmi superare lo status di malato psichico, almeno uno status di incapacità di autodeterminazione. Io onestamente non credo di essere incapace di autodeterminarmi, anzi...
Ha un progetto. Non c'è motivo di viverlo come una responsabilità né una sfida, ma come un obiettivo che la motiva al quotidiano, e che le dà una prospettiva realistica e materialmente spendibile. Una tappa alla volta, tanto è così che deve andare.
Lasci perdere lo status, che è qualcosa che viene dopo i risultati. Lo status interessa al medico per seguirla, a Lei per essere consapevole che ha bisogno di una cura per preservare un equilibrio, e magari ci sono dei benefici, ma non viva per cancellarlo come fosse un'onta o uno stigma.
Il suo ragionare è tale da farle sentire un peso eccessivo delle cose, da tormentarla come se dovesse controllarle in chissà quale livello di dettaglio e con chissà quale anticipo.
Lasci perdere lo status, che è qualcosa che viene dopo i risultati. Lo status interessa al medico per seguirla, a Lei per essere consapevole che ha bisogno di una cura per preservare un equilibrio, e magari ci sono dei benefici, ma non viva per cancellarlo come fosse un'onta o uno stigma.
Il suo ragionare è tale da farle sentire un peso eccessivo delle cose, da tormentarla come se dovesse controllarle in chissà quale livello di dettaglio e con chissà quale anticipo.
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ex utente
Effettivamente io ho molta fretta di raggiungere dei risultati per superare il mio status. Il fatto é che c'è anche una naturalezza. Non é che uno meccanicamente "dimostra" che ha raggiunto dei risultati. Tutto questo mortifica anche la natura dei rapporti umani, che vanno intrapresi con volontà di dedicarsi alle relazioni umane, non solo come parte di un progetto di guarigione.
Intanto sto lavorando, anche se quello che guadagno non basta per vivere perché sono pagato da mio cognato che aiuto e non può darmi abbastanza, quindi i viveri in sé me li dà la mia famiglia. Con i soldi guadagnati ci compro i libri e quello che mi serve per raggiungere un'autonomia. Sto uscendo dal problema psichiatrico nel complesso. Ora l'obiettivo é arrivare a guadagnare di più dopo laurea e concorso così che possa comprarmi un auto ad esempio ed essere autonomo. Per quanto riguarda le amicizie mi iscriverò ad un'associazione dove posso socializzare con vecchi amici.
Intanto sto lavorando, anche se quello che guadagno non basta per vivere perché sono pagato da mio cognato che aiuto e non può darmi abbastanza, quindi i viveri in sé me li dà la mia famiglia. Con i soldi guadagnati ci compro i libri e quello che mi serve per raggiungere un'autonomia. Sto uscendo dal problema psichiatrico nel complesso. Ora l'obiettivo é arrivare a guadagnare di più dopo laurea e concorso così che possa comprarmi un auto ad esempio ed essere autonomo. Per quanto riguarda le amicizie mi iscriverò ad un'associazione dove posso socializzare con vecchi amici.
Sta ragionando al 200%, e quel 100% in più pesa. Anche perché non serve.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 582 visite dal 15/08/2025.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.
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