Inizio la terapia farmacologica?
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni e vorrei condividere la mia storia.
Fin da bambina mi sono sempre sentita sbagliata, come se non sapessi gestire le emozioni come gli altri.
Ho avuto un’infanzia molto difficile con padre alcolista e violento.
Soffro di ansia fin dall’età di 12 anni.
Con alti e bassi sono riuscita a gestirla, ma ci sono alcune situazioni che faccio con molta fatica: andare in vacanza, partecipare a eventi sociali con persone poco conosciute o anche cose apparentemente semplici come andare dalla parrucchiera.
Se mi impegno riesco a fare tutto, ma spesso con ansia anticipatoria intensa: poco prima dell’evento sento nausea forte e un’ondata di ansia ma una volta immersa nell’esperienza, però, l’ansia passa e riesco a godermi il momento.
Ho comunque una vita che funziona: un bel lavoro, un compagno amorevole e buoni amici.
Tre anni fa ho fatto un percorso di CBT che però non ha portato a risultati anche per lo scarso rapporto con la psicologa.
Da un anno però sto seguendo un percorso di psicoterapia (analisi transazionale e EMDR) con una psicologa meravigliosa: sto imparando a gestire il genitore normativo dentro di me e a rassicurare la mia bambina interiore.
Pratico meditazione quasi tutti i giorni e ho adottato strategie per gestire l’ansia.
Presa però da una settimana complicata ero esausta e ho chiesto io alla mia psicologa di valutare un aiuto farmacologico e dopo una visita con uno psichiatra, mi è stato consigliato di considerare Entact (escitalopram) come supporto.
Ho però paura degli effetti collaterali iniziali, perché non posso permettermi di saltare il lavoro.
Inoltre ho sempre evitato di prendere farmaci per paura degli effetti collaterali (per prendere un atb devo morire di mal di testa )
Sono una persona molto sensibile e temo che l’inizio del farmaco possa dare nausea, sonnolenza o agitazione.
Vorrei un vostro consiglio per capire effettivamente se ha senso intraprendere questa cura e in caso quali strategie potrebbero aiutare a minimizzare gli effetti collaterali oppure se attendere i miglioramenti che sto avendo in seduta.
Sono combattuta
Grazie per chi vorrà dedicarmi del tempo, ne sarò grata
Fin da bambina mi sono sempre sentita sbagliata, come se non sapessi gestire le emozioni come gli altri.
Ho avuto un’infanzia molto difficile con padre alcolista e violento.
Soffro di ansia fin dall’età di 12 anni.
Con alti e bassi sono riuscita a gestirla, ma ci sono alcune situazioni che faccio con molta fatica: andare in vacanza, partecipare a eventi sociali con persone poco conosciute o anche cose apparentemente semplici come andare dalla parrucchiera.
Se mi impegno riesco a fare tutto, ma spesso con ansia anticipatoria intensa: poco prima dell’evento sento nausea forte e un’ondata di ansia ma una volta immersa nell’esperienza, però, l’ansia passa e riesco a godermi il momento.
Ho comunque una vita che funziona: un bel lavoro, un compagno amorevole e buoni amici.
Tre anni fa ho fatto un percorso di CBT che però non ha portato a risultati anche per lo scarso rapporto con la psicologa.
Da un anno però sto seguendo un percorso di psicoterapia (analisi transazionale e EMDR) con una psicologa meravigliosa: sto imparando a gestire il genitore normativo dentro di me e a rassicurare la mia bambina interiore.
Pratico meditazione quasi tutti i giorni e ho adottato strategie per gestire l’ansia.
Presa però da una settimana complicata ero esausta e ho chiesto io alla mia psicologa di valutare un aiuto farmacologico e dopo una visita con uno psichiatra, mi è stato consigliato di considerare Entact (escitalopram) come supporto.
Ho però paura degli effetti collaterali iniziali, perché non posso permettermi di saltare il lavoro.
Inoltre ho sempre evitato di prendere farmaci per paura degli effetti collaterali (per prendere un atb devo morire di mal di testa )
Sono una persona molto sensibile e temo che l’inizio del farmaco possa dare nausea, sonnolenza o agitazione.
Vorrei un vostro consiglio per capire effettivamente se ha senso intraprendere questa cura e in caso quali strategie potrebbero aiutare a minimizzare gli effetti collaterali oppure se attendere i miglioramenti che sto avendo in seduta.
Sono combattuta
Grazie per chi vorrà dedicarmi del tempo, ne sarò grata
"Ho però paura degli effetti collaterali iniziali, perché non posso permettermi di saltare il lavoro.
Inoltre ho sempre evitato di prendere farmaci per paura degli effetti collaterali (per prendere un atb devo morire di mal di testa )
Sono una persona molto sensibile e temo che l’inizio del farmaco possa dare nausea, sonnolenza o agitazione.
Vorrei un vostro consiglio per capire effettivamente se ha senso intraprendere questa cura e in caso quali strategie potrebbero aiutare a minimizzare gli effetti collaterali oppure se attendere i miglioramenti che sto avendo in seduta."
Gentile utente, ha esposto queste preoccupazioni allo psichiatra che le ha prescritto il farmaco in questione e che l'ha presa in cura?
Innanzitutto, se l'ha valutata uno psichiatra, suppongo di si, che possa "avere senso" iniziare una terapia psicofarmacologica proposta da uno specialista nel suo caso nel suo caso. Avrebbe meno senso se l'avesse valutata un architetto per esempio.
Le strategie per minimizzare gli effetti collaterali esistono, come ad esempio iniziare da una dose bassa di farmaco ed incrementarlo progressivamente sino al raggiungimento della dose target, assumere il farmaco a stomaco pieno per prevenire nausea o fastidi gastrici, oppure ancora avvalersi di una seconda molecola che possa mitigare eventuali effetti collaterali (mi vengono in mente per primi gli ansiolitici nel caso in cui nei primi giorni si dovesse assistere ad un lieve rialzo ansioso).
Di queste preoccupazioni sarebbe bene parlarne con chi le ha prescritto la terapia.
Cordialità
Inoltre ho sempre evitato di prendere farmaci per paura degli effetti collaterali (per prendere un atb devo morire di mal di testa )
Sono una persona molto sensibile e temo che l’inizio del farmaco possa dare nausea, sonnolenza o agitazione.
Vorrei un vostro consiglio per capire effettivamente se ha senso intraprendere questa cura e in caso quali strategie potrebbero aiutare a minimizzare gli effetti collaterali oppure se attendere i miglioramenti che sto avendo in seduta."
Gentile utente, ha esposto queste preoccupazioni allo psichiatra che le ha prescritto il farmaco in questione e che l'ha presa in cura?
Innanzitutto, se l'ha valutata uno psichiatra, suppongo di si, che possa "avere senso" iniziare una terapia psicofarmacologica proposta da uno specialista nel suo caso nel suo caso. Avrebbe meno senso se l'avesse valutata un architetto per esempio.
Le strategie per minimizzare gli effetti collaterali esistono, come ad esempio iniziare da una dose bassa di farmaco ed incrementarlo progressivamente sino al raggiungimento della dose target, assumere il farmaco a stomaco pieno per prevenire nausea o fastidi gastrici, oppure ancora avvalersi di una seconda molecola che possa mitigare eventuali effetti collaterali (mi vengono in mente per primi gli ansiolitici nel caso in cui nei primi giorni si dovesse assistere ad un lieve rialzo ansioso).
Di queste preoccupazioni sarebbe bene parlarne con chi le ha prescritto la terapia.
Cordialità
Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?
Utente
Grazie per la gentile risposta.
Certamente, ho riportato allo psichiatra queste paure e per questo mi farebbe iniziare con una goccia aumentandola ogni due giorni fino ad arrivare a 10 gocce in 20 gg. (Secondo lei è abbastanza lento per evitare il più possibile gli effetti collaterali iniziali?)
Però lo psichiatra ha potuto valutare la terapia solo con un’ora di appuntamento, per questo il mio dubbio era se effettivamente vale la pena iniziare questo trattamento o se è meglio aspettare (per evitare gli effetti collaterali) e vedere se riesco a superare questo disturbo con la sola terapia psicoanalitica.
Un saluto
Certamente, ho riportato allo psichiatra queste paure e per questo mi farebbe iniziare con una goccia aumentandola ogni due giorni fino ad arrivare a 10 gocce in 20 gg. (Secondo lei è abbastanza lento per evitare il più possibile gli effetti collaterali iniziali?)
Però lo psichiatra ha potuto valutare la terapia solo con un’ora di appuntamento, per questo il mio dubbio era se effettivamente vale la pena iniziare questo trattamento o se è meglio aspettare (per evitare gli effetti collaterali) e vedere se riesco a superare questo disturbo con la sola terapia psicoanalitica.
Un saluto
Utente
Aggiungo che lo psichiatra non ha ritenuto necessario una seconda molecola che possa mitigare eventuali effetti collaterali
Se uno psichiatra ha reputato di prescriverle un farmaco vuol dire che ha avuto motivo di credere che sia necessario l'impiego di un farmaco in questa fase del suo disturbo.
Proprio come farebbe un otorino se reputasse che per la sua otite sia necessario un antibiotico o un cortisonico.
Riguardo la questione degli effetti collaterali che la turba, il suo psichiatra ha già pensato anche a questo, infatti le sta facendo iniziare la terapia con "dosi pediatriche" per farla abituare gradualmente al principio attivo ed evitare l'insorgenza di effetti collaterali.
Certezza del 100% tuttavia non esiste, ma altissime probabilità sì. Per esperienza le dico che con un inizio di terapia così è improbabile sperimentare effetti collaterali, tuttavia se durante la progressione da 2 a 4 a 6 a 8 e a 10 gocce dovesse avvertire effetti collaterali provi a sentire il suo psichiatra in modo da valutare insieme come procedere.
Cordialità
Proprio come farebbe un otorino se reputasse che per la sua otite sia necessario un antibiotico o un cortisonico.
Riguardo la questione degli effetti collaterali che la turba, il suo psichiatra ha già pensato anche a questo, infatti le sta facendo iniziare la terapia con "dosi pediatriche" per farla abituare gradualmente al principio attivo ed evitare l'insorgenza di effetti collaterali.
Certezza del 100% tuttavia non esiste, ma altissime probabilità sì. Per esperienza le dico che con un inizio di terapia così è improbabile sperimentare effetti collaterali, tuttavia se durante la progressione da 2 a 4 a 6 a 8 e a 10 gocce dovesse avvertire effetti collaterali provi a sentire il suo psichiatra in modo da valutare insieme come procedere.
Cordialità
Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?
Utente
La ringrazio molto per il suo tempo che mi ha dedicato.
Un caro saluto
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 321 visite dal 06/09/2025.
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