Perché il vuoto interiore persiste dopo terapia antidepressiva?

Rivolta al dottore Pacini

buongiorno
dopo un singolo attacco di panico a febbraio ho iniziato a soffrire di ansia sfocando in una depressione e ho imiziato a giugno una terapia farmacologica con venlafaxina
ad oggi sono al 3 mese a dosaggi 112, 5
(dosaggio inserito 6 settimane fa)
da questo dosaggio ho ottenuto notevoli risposte, passando dalla sopravvivenza a vivere le mie giornate se pur con tutto il dolore
si perché la depressione ormai non è piu pesante come prima ma è comunque un alone che invade le mie giornate

l’ansia è scomparsa, là tristezza profonda pure ma non mi sento ancora al 100%
uno tra i sintomi peggiori provato era una sensazione fisica di un vuoto interiore
quest’ultimo con il tempo è migliorato, passando da averlo ogni giorno ad averlo qualche giorno o alcuni momenti della giornata
ma fisicamente come si può spiegare questo sintomo?
cosa è?
come si cura?

perche si crea questo vuoto astratto ma percepito come letteralmente una sensazione fisica

per il resto volevo sapere
se
è un andamento comune/ corretto della terapia il fatto che dopo 3 mesi ci sia stato un miglioramento ma non ancora essere tornato al 100%

spesso mi capitano giornate davvero buone, dove sono sereno e felice senza sintomi depressivi
altre discrete ma senza stare male
altre dove sto malino
è un andamento normale?

siamo nella buona strada?


secondo le sue competenze acquisirò mai una qualità della vita pari a quella di prima?


poi vorrei chiedere, spesso durante la giornata anche incosciamente e per qualche istante il mio pensiero va sull mio stato d’animo, su cosa ho passato ecc insomma sulla depressione in generale,
quest ultima è una sintomatologia della depressione il pensare costantemente a quest ultima?
diminuirà guarendo?


ed infine dall ultimo colloquio con lo psichiatra mi è stato detto di continuare con questo dosaggio in quanto abbiamo ottenuto buoni risultati
che ne pensa?

grazie
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Gentile utente,

La sensazione di vuoto interiore, percepita fisicamente, è un sintomo comune nella depressione, spesso legato alla perdita di interesse, piacere e motivazione.


Si ipotizza che sia collegata a cambiamenti nell'attività cerebrale, in particolare nelle aree legate alla ricompensa e alla motivazione, e alla disregolazione dei neurotrasmettitori come dopamina, serotonina e noradrenalina.

Può riflettere una sensazione di perdita di significato, di mancanza di scopo o di disconnessione da sé stessi e dal mondo.

Il cervello interpreta questi stati emotivi e psicologici come sensazioni corporee, come un vuoto, pesantezza, oppressione o mancanza di energia, localizzabili in diverse parti del corpo.


Antidepressivi come la venlafaxina agiscono sui neurotrasmettitori coinvolti, migliorando l'umore, la motivazione


Un miglioramento graduale con alti e bassi è comune nella depressione. Raggiungere il 100% subito non è la norma.


È impossibile dare certezze, ma con una terapia adeguata e continuativa, molti pazienti raggiungono una qualità della vita simile o migliore a quella precedente l'episodio depressivo.

Continuare con il dosaggio attuale di venlafaxina, visto il buon risultato ottenuto, è una strategia valida come già indicato nelle sue numerose richieste precedenti.

La decisione definitiva spetta al suo psichiatra, che valuterà la sua situazione clinica complessiva.

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dottor saverio ruggiero
non saprei come ringraziarla gia per le numerose risposte,
ha assolutamente ragione, ho sempre bisogno di rassicurazioni, è sicuramente anche questa parte della mia sintomatologia ma spero lei possa capirmi, sono un ragazzo di 23 anni divorato da febbraio a questa parte da questa bruttissima malattia
passando da una vita super bella e piena di gioia al buio profondo

credo molto nella medicina e vorrei sempre rassicurazioni da voi, i nostri più preziosi angeli terrestri

detto questo la ringrazio nuovamente ed infinitamente
mi auguro di ritrovarmi, e spero di non porle piu domande in questo sito
scusi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
La dose è comunque inferiore a quella media, per cui visto che parliamo di una risposta parziale c'è spazio di manovra anche solo semplicemente con lo stesso farmaco.
L'abbondanza di domande suggerisce la presenza di una componente di pensiero "di controllo", che corrisponde al fatto di porsi problemi nel momento in cui le risposte sono aperte, ma trattarli come se prima uno dovesse avere delle risposte per poi proseguire.

Dr.Matteo Pacini
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