Diagnosi psichiatrica o situazionale e sociale
Salve, 7 anni fa dopo aver seguito una psicoterapia sono stato inviato da una psicologa da uno psichiatra perchè mi ero licenziato dal lavoro e volevo studiare.
La psicologa non riusciva a capire quale fosse il problema e mi ha mandato da un medico abilitato alla psicoterapia, non specializzato in psichiatria, operante al CIM come dirigente medico.
È stata formulata una diagnosi con una prescrizione complesse.
Mi era stato revocato il reddito di cittadinanza perchè non rientravo nei requisiti del patrimonio immobiliare, dunque avevo lasciato gli studi.
Ora sono cambiati i criteri per l'ISEE e ho diritto all'assegno di inclusione.
Posso ritornare a studiare e a costruire un futuro professionale.
Vorrei sapere da un punto di vista della vostra disciplina, considerando le complementarità che essa ha con gli aspetti socio-economici, oltre alla sintomatologia in senso puro, come valutereste una situazione del genere?
Non so che pensare Onestamente.
Capisco che la cosa sia complessa.
Non ritengo di aver mai avuto sintomi di matrice psichiatrica o se ci sono stati sono stati dovuti soprattutto a fattori sociali, non propriamente a caratteri psicobiologici o neuropsichiatrici.
Credo di essere entrato in crisi perchè non avevo più l'opportunità di costruire un futuro professionale, cosa che ora ho (ho finalmente tutti i mezzi necessari).
La psicologa non riusciva a capire quale fosse il problema e mi ha mandato da un medico abilitato alla psicoterapia, non specializzato in psichiatria, operante al CIM come dirigente medico.
È stata formulata una diagnosi con una prescrizione complesse.
Mi era stato revocato il reddito di cittadinanza perchè non rientravo nei requisiti del patrimonio immobiliare, dunque avevo lasciato gli studi.
Ora sono cambiati i criteri per l'ISEE e ho diritto all'assegno di inclusione.
Posso ritornare a studiare e a costruire un futuro professionale.
Vorrei sapere da un punto di vista della vostra disciplina, considerando le complementarità che essa ha con gli aspetti socio-economici, oltre alla sintomatologia in senso puro, come valutereste una situazione del genere?
Non so che pensare Onestamente.
Capisco che la cosa sia complessa.
Non ritengo di aver mai avuto sintomi di matrice psichiatrica o se ci sono stati sono stati dovuti soprattutto a fattori sociali, non propriamente a caratteri psicobiologici o neuropsichiatrici.
Credo di essere entrato in crisi perchè non avevo più l'opportunità di costruire un futuro professionale, cosa che ora ho (ho finalmente tutti i mezzi necessari).
Quel che Lei crede però è una cosa, quel che ha avuto non è detto che corrisponda a quel che crede. Poi Lei non dice cose contrarie, semplicemente si concentra sul "perché" le sono venuti certi problemi, mentre i medici partono dal definire i problemi che presenta (i sintomi).
Quale diagnosi fu fatta ?
Il percorso è molto strano. Ad un CIM un dirigente medico non psichiatra... che fa psicoterapia e prescrive medicinali psichiatrici però. Possibile, ma in tempi recenti a me risulta che il requisito sia la specializzazione.
Comunque, se riporta le diagnosi e le terapie principali capiamo di cosa stiamo parlando.
Quale diagnosi fu fatta ?
Il percorso è molto strano. Ad un CIM un dirigente medico non psichiatra... che fa psicoterapia e prescrive medicinali psichiatrici però. Possibile, ma in tempi recenti a me risulta che il requisito sia la specializzazione.
Comunque, se riporta le diagnosi e le terapie principali capiamo di cosa stiamo parlando.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ex utente
Allora lasciando stare i miei input, mi viene da pensare di ricordare solo che sono stato indirizzato da una psicologa da un medico non specialista abilitato alla psicoterapia perchè lei non riusciva a capire il problema. Lo psichiatra ha osservato quel processo in cui una persona perde un sussidio sociale attraverso cui avrebbe potuto costruirsi, attraverso la formazione, una professione, e si sente in difficoltà.
Questo è il processo esterno che è stato descritto con gli strumenti della psichiatria.
Lei dice bene...Negli anni '90 nei CIM operavano anche medici non specialisti servendosi delle disposizioni della Corte Europea e della legge 175/1992, poi superata. La diagnosi, atto pubblico, risale al 2022.
Secondo lei è il caso di rivedere il quadro in un altro CIM?
Forse un processo come quello che ho vissuto io non doveva essere descritto da una diagnosi?
Un altro psichiatra, da cui ho fatto una visita, ha giudicato la cura insensata e la diagnosi come diagnosi di patologia inesistente.
Voi psichiatri avete gli strumenti per analizzare un processo del genere?
Ad esempio lei cosa pensa?
Questo è il processo esterno che è stato descritto con gli strumenti della psichiatria.
Lei dice bene...Negli anni '90 nei CIM operavano anche medici non specialisti servendosi delle disposizioni della Corte Europea e della legge 175/1992, poi superata. La diagnosi, atto pubblico, risale al 2022.
Secondo lei è il caso di rivedere il quadro in un altro CIM?
Forse un processo come quello che ho vissuto io non doveva essere descritto da una diagnosi?
Un altro psichiatra, da cui ho fatto una visita, ha giudicato la cura insensata e la diagnosi come diagnosi di patologia inesistente.
Voi psichiatri avete gli strumenti per analizzare un processo del genere?
Ad esempio lei cosa pensa?
"Lo psichiatra".... ma quindi era uno psichiatra ? O per modo di dire, in quanto medico del cim ?
Non capisco però di cosa stia parlando, il discorso del lavoro, della dimensione socio-economica, sembra una cosa ovvia ma è oscuro. Nessuno frequenta un cim se non per propria volontà o perché vi è costretto. Idem per le terapie. Lei.non ho capito: ha una pensione di invalidità o qualcosa di simile ? Di che sussidio sociale parliamo ?
La cosa principale è la diagnosi però, non la dice, non capisco come mai.
Non capisco però di cosa stia parlando, il discorso del lavoro, della dimensione socio-economica, sembra una cosa ovvia ma è oscuro. Nessuno frequenta un cim se non per propria volontà o perché vi è costretto. Idem per le terapie. Lei.non ho capito: ha una pensione di invalidità o qualcosa di simile ? Di che sussidio sociale parliamo ?
La cosa principale è la diagnosi però, non la dice, non capisco come mai.
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ex utente
Mi scusi, io lo vedo come avente la funzione di psichiatra, ma non lo è (abbiamo controllato anche col medico di base se ha il titolo di specializzazione ed è iscritto all:albo e non lo è).
Non ho pensione di invalidità. Semplicemente l'ho chiesta al CIM quando mi è stato revocato il reddito di cittadinanza perchè ero coinvolto nel processo di cura e avevo bisogno di soldi per studiare ma non l'ho mai presa. Tra l'altro quando l'ho chiesta non ho ricevuto nemmeno un'informativa sul trattamento dei miei dati personali. Ho continuato a lavorare qua e là.
Il sussidio sociale di cui parlo è l'assegno di inclusione. Credo che lei dica che è ovvio che ci sia una relazione fra problema psico-sociale, quindi anche psichiatrico, e socio-economico. Dice questo?
Non ho pensione di invalidità. Semplicemente l'ho chiesta al CIM quando mi è stato revocato il reddito di cittadinanza perchè ero coinvolto nel processo di cura e avevo bisogno di soldi per studiare ma non l'ho mai presa. Tra l'altro quando l'ho chiesta non ho ricevuto nemmeno un'informativa sul trattamento dei miei dati personali. Ho continuato a lavorare qua e là.
Il sussidio sociale di cui parlo è l'assegno di inclusione. Credo che lei dica che è ovvio che ci sia una relazione fra problema psico-sociale, quindi anche psichiatrico, e socio-economico. Dice questo?
Ex utente
Questo percorso mi è stato consigliato da mia madre comunque. Lei mi ha consigliato la psicoterapia. Non c'è stata proprio la mia volontà, nè sono stato costretto.
Io in genere sono molto curioso quindi non sono stato diffidente nei confronti della psicoterapia nè nei confronti del consiglio di fare la visita psichiatrica consigliatomi dalla psicologa.
Quindi il processo è stato questo: madre che consiglia una psicoterapia, psicologa che consiglia medico abilitato alla psicoterapia quando ho fatto la scelta di studiare anziché lavorare. Lei crede che il processo che ho vissuto non sarebbe dovuto essere descritto da una diagnosi psichiatrica?
Io in genere sono molto curioso quindi non sono stato diffidente nei confronti della psicoterapia nè nei confronti del consiglio di fare la visita psichiatrica consigliatomi dalla psicologa.
Quindi il processo è stato questo: madre che consiglia una psicoterapia, psicologa che consiglia medico abilitato alla psicoterapia quando ho fatto la scelta di studiare anziché lavorare. Lei crede che il processo che ho vissuto non sarebbe dovuto essere descritto da una diagnosi psichiatrica?
Iscritto all'albo dev'essere per forza, non degli psichiatri ma dei medici, per poter esercitare. Non ci sarà scritto che ha la specializzazione.
Quindi aveva già chiesto la pensione, le era stata concessa ma poi ha preferito continuare a lavorare per motivi di rendita economica.
Parliamo quindi del fatto che fa psicoterapia prima autonomamente, poi presso un CIM da un medico psicoterapeuta non psichiatra ("percorso"... non saprei di preciso che vuol dire: fa una psicoterapia), ma anche con terapia farmacologica però. Non è chiaro però che psicoterapia e che terapie farmacologiche. Lei dice patologia inesistente... Se avessero ritenuto inesistente la cosa non avrebbe fatto psicoterapia né le avrebbero chiesto una pensione per disabilità psichica.
"Lei crede che il processo che ho vissuto".... non comprendo questa espressione, la diagnosi descrive i sintomi che ha avuto e i fenomeni che l'hanno riguardata, chiamiamolo pure "processo che ha vissuto" se è questo che intende. Sì, certo, ma è Lei che dice che la diagnosi c'è ma è insensata
Quindi aveva già chiesto la pensione, le era stata concessa ma poi ha preferito continuare a lavorare per motivi di rendita economica.
Parliamo quindi del fatto che fa psicoterapia prima autonomamente, poi presso un CIM da un medico psicoterapeuta non psichiatra ("percorso"... non saprei di preciso che vuol dire: fa una psicoterapia), ma anche con terapia farmacologica però. Non è chiaro però che psicoterapia e che terapie farmacologiche. Lei dice patologia inesistente... Se avessero ritenuto inesistente la cosa non avrebbe fatto psicoterapia né le avrebbero chiesto una pensione per disabilità psichica.
"Lei crede che il processo che ho vissuto".... non comprendo questa espressione, la diagnosi descrive i sintomi che ha avuto e i fenomeni che l'hanno riguardata, chiamiamolo pure "processo che ha vissuto" se è questo che intende. Sì, certo, ma è Lei che dice che la diagnosi c'è ma è insensata
Dr.Matteo Pacini
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Ex utente
Guardi, la pensione di invalidità l'ho richiesta io, non me l'hanno imposta. L'ho solo richiesta e non mi sono mai recato a visita INPS, non avendone bisogno.
Poi, la cura è stata ritenuta insensata e la diagnosi inesistente da un medico specialista in psichiatria che vanta un curriculum oggettivamente migliore del medico non specialista.
Non voglio polemizzare ma effettivamente una diagnosi e una prescrizione fatte da un medico non specialista non sono attendibili e sono già di per sè, a livello giuridico-formale, dati inesatti.
Poi, la cura è stata ritenuta insensata e la diagnosi inesistente da un medico specialista in psichiatria che vanta un curriculum oggettivamente migliore del medico non specialista.
Non voglio polemizzare ma effettivamente una diagnosi e una prescrizione fatte da un medico non specialista non sono attendibili e sono già di per sè, a livello giuridico-formale, dati inesatti.
Ex utente
È chiaro che io abbia richiesto una pensione di invalidità come sostituzione del reddito di cittadinanza che mi era stato revocato, avvenuto un processo diagnostico.
"... avvenuto un processo diagnostico."
Non so cosa intenda con questa espressione che ricorre nel suo discorso, sicuramente più di quel che ci leggo io. Letta così è davvero oscura.
"Poi, la cura è stata ritenuta insensata e la diagnosi inesistente da un medico specialista in psichiatria che vanta un curriculum oggettivamente migliore del medico non specialista."
Un parere. Non ho altri elementi per fare valutazioni. No, non è vero, una diagnosi e una prescrizioni fatte da un medico non specialista per quale motivo devono essere considerate inattendibili ? Ci sono numerosi medici di base che sanno fare diagnosi psichiatriche di quelle comuni ma importanti, che io conosco, e sanno anche indicare terapie sensate. E' atipico e infrequente, non che di per sé sia una cosa non valida.
Non ho quindi capito cosa vuol sapere. Lei afferma di non avere nessuna malattia, che fu tutto un errore, e poi sta chiedendo se può comunque fare domanda per avere una pensione di invalidità per una diagnosi che ritiene di non avere ? Sa, il problema è quello che ha, e non viene definito da quello che pensa Lei, ma da una diagnosi medica fatta da qualcuno che ha i titoli per farlo. Solamente, è incongruo che la domanda la faccia la persona stessa che poi nega la propria diagnosi.
Non so cosa intenda con questa espressione che ricorre nel suo discorso, sicuramente più di quel che ci leggo io. Letta così è davvero oscura.
"Poi, la cura è stata ritenuta insensata e la diagnosi inesistente da un medico specialista in psichiatria che vanta un curriculum oggettivamente migliore del medico non specialista."
Un parere. Non ho altri elementi per fare valutazioni. No, non è vero, una diagnosi e una prescrizioni fatte da un medico non specialista per quale motivo devono essere considerate inattendibili ? Ci sono numerosi medici di base che sanno fare diagnosi psichiatriche di quelle comuni ma importanti, che io conosco, e sanno anche indicare terapie sensate. E' atipico e infrequente, non che di per sé sia una cosa non valida.
Non ho quindi capito cosa vuol sapere. Lei afferma di non avere nessuna malattia, che fu tutto un errore, e poi sta chiedendo se può comunque fare domanda per avere una pensione di invalidità per una diagnosi che ritiene di non avere ? Sa, il problema è quello che ha, e non viene definito da quello che pensa Lei, ma da una diagnosi medica fatta da qualcuno che ha i titoli per farlo. Solamente, è incongruo che la domanda la faccia la persona stessa che poi nega la propria diagnosi.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 399 visite dal 24/10/2025.
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