Depressione recidivante

Gentile Dottore,
ono alla 4° ricaduta, ormai di una sindrome definita "cronica", che mi porta ad essere assillata da violenti pensieri che si insinuano in testa (che pero' ho imparato a gestire bene con un po' di intelligenza, autoanalisi e analisi psicoterapeutica), da ansia e panico alla guida, tutte cose che mi permettono di vivere lo stesso, ma non nel modo tranquillo di cui avrei bisogno.
Il problema e' che quando sto sotto farmaco (prima ho provato il prozac, dopo due anni di sosp e remissione dei sintoni, ho provato l'efexor, ma per tre volte ho provato con estrema gradualità a smettere riducendo le dosi nell'arco di un anno intero)va bene, ma poi, dopo 10 gg ricomincio a sentirmi irritabile, poi mi attacca l'ansia, poi il panico e poi viene la depressione nel giro di 2 mesi.
E' definibile come una sindrome da sospensione o una ricaduta? Penso che non facciA piacere a nessuno pensare di dover dipendere da farmaci per tutta la vita (sono giovane, ho 33 anni) e soprattutto insorge la paura e la voglia di una gravidanza... ma i dubbi sono tanti, e il principale e' quello di poter ttrasmettere geneticamente qualcosa di cosi' negativo a mio figlio.
siccome sono 60 gg che ho sospeso l'efexor, e mi sento male un giorno si e un giorno no, dico io, vale la pena tentare di resistere ancora, o le cose cosi' da sole non miglioreranno? Lo psichiatra mi ha consigliato di ricominciare...ma e' sempre troppo facile cosi'.
non si puo' diagnosticare la depressione con mezzi fisici,in modo da avere un quadro di eventuali deficit biologichi o biochimici e trovare la cura piu' adatta?
grazie
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

se il suo psichiatra le ha già dato un consiglio non resta che seguirlo, almeno fin quando sarà lui a gestire la terapia.

La gravidanza è un periodo particolare, non confrontabile con altri periodi della vita.

La depressione non si eredita come si può ereditare il colore degli occhi ma è una patologia a genesi multifattoriale, quindi si può ereditare al massimo un fattore predisponente come succede per altre malattie croniche ( ipertensione, ipercolesterolemia, ect.. ).

Almeno allo stato attuale la diagnosi di depressione è clinica, si possono utilizzare ausili psicodiagnostici o di laboratorio ma solo per quantificare la condizione, molto probabilmente un domani esisterà quello a cui lei si riferisce,

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

da come scrive si intuisce che nonostante le terapie le migliorino il disturbo il suo rapporto con questo disturbo è tutt'altro che ben costruito.
Esprime idee di autocontrollo e di autogestione che non hanno senso in termini biologici, l'autocontrollo equivale alla scarsa aggressività della malattia, nessuno autocontrolla sintomi gravi. La psicoterapia può servire a questo in quanto terapia, non in quanto "potenziamento" della propria persona, mentre è falso ritenere che lo faccia in alternativa alle medicine e in maniera contrapposta.
Se il disturbo è cronico nel senso che recidiva, la cosa peggiore è fare una terapia a singhiozzo autogestita. Se esistono probabilità che il disturbo si spenga per rimanere "buono" anche in assenza di cure, questo avviene dopo periodi di terapia fatta regolarmente secondo le indicazioni. Facendo su e giù probabilmente disturbi guaribili in qualche anno continuano a dar fastidio per decenni.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
innanzitutto la terapia nonn e' mai stata a singhiozzi: in media durava 1 anno o due anni (piu' il periodo graduale di sospensione). sempre sotto direttive dello psichiatra.
L'ultima volta ho lasciato efexor (150 mg al di') perche' cominciava a farmi sentire nervosa, irritabile instabile e apatica.ho cominciato ad avere il sospetto e la paura di essere piu' che depressa, bipolare, dato che gli antidep hanno solo un effetto parziale su di me e a lungo andare mi innervosiscono.
senza farmaco ho scarsa vitalita', rimuginii continui sulla mia situazione, mille dubbi e mille incertezze, instabilita' emotiva e demoralizzazione.
non so come muovermi.
se chiedo rassicurazione mediche (al mio attuale psichiatra e allo psicologo clinico), sono vaghi e non definiscono diagnosi precise ma altalenanti (proprio come me).
dopo anni di psicoterapia bioenergetica, il mio psicoterapeuta dice che somo come intrappolata in un canale stretto da cui a volte scoppia tanta energia che non riesce a contenermi.
Il nuovo psicoterapeuta, comportamentale, mi ha somministrato il test minnesota e ne e' uscito un profilo disastroso: ho un picco depressivo altissimo, unito ad ansia e ipocondria, e quello che ha posto piu' in rilievo e' la mia sc e pd che sono molto alte: ossia , mi ha detto che sono molto impulsiva e vivo il mio mondo interiore con molta intensita'. potrebbero essere caratteristche del bipolarismo?
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La diagnosi va rivista, dopo diversi episodi depressivi e una risposta non stabile agli antidepressivi una delle ipotesi è quella del disturbo bipolare, malattia diversa dalla depressione unipolare e quindi dall'approccio diverso.

Il test minnesota è semplicemente un modo per evidenziare in maniera rapida alcune componenti che possono non essere evidenti da subito, non è una mano di tarocchi, non le rivela niente di particolare, oltretutto Lei ha già una storia di malattia nota.

La diagnosi di disturbo bipolare non richiede test, si fa su base clinica.
[#5]
dopo
Utente
Utente
sono tornata dallo psichiatra.
sono in monoterapia col depakin 450 mg e uso xanax per la mia ansia. tutto da un mese.
il dosaggio ematico e' 0,60 e secondo il doct e' buono.
ma io non ho notato nessun effetto, solo una discesa di umore, aumento del peso e caduta di capelli.
lo psichiatra rifiuta l'idea che io possa essere bipolare: lo stabilizzatore me lo ha lasciato perche' ho ammesso che in altri consulti mi avevano propinato questa soluzione (senza parlarmi di bipolarismo) e ha scelto il depakin perche' ritiene possa avere effetti sull'ansia.
probabilmente adesso mi associerà un'altra medicina.
ma tutta questa calma non mi pare una terapia d'urto. il fatto e' che all'apparenza io non sembro un caso disperato perche' sforzandomi terribilmente, riesco ancora a lavorare e a curare mio figlio...
ma mi sento peggiorare in certi momenti e la mia stima e' sotto i piedi.
non riesco molto bene ad accettare il mio disagio, e tra l'altro non so se è solo disagio o e' una vera malattia.
so solo che ho paura...di qualcosa che tra l'altro non ha un nome e non avendo un nome, forse non ha nemmeno la cura giusta!
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