Panico e paura di morire

gentili dottori,
sono una ragazza di 22 anni che fa sport regolarmente (karate), non beve e non fuma.
Dopo che ho avuto dei lutti in famiglia, da circa 2 anni ho iniziato ad avere paura della morte e soprattutto dell' Infarto.
Senso di morte imminente, sudore freddo, tremori.
Faccio annualmente ECG alle visite mediche sportive e non è mai stato riscontrato nulla, ma spesso avverto dei doloretti al petto e alla parte sinistra.
Il mio medico di famiglia mi ha parlato degli attacchi di panico e mi ha mandato da uno psichiatra, che mi ha segnato Seropram e Tavor al momento del bisogno.
Sto un po' meglio e sono seguita anche da una psicologa ma la paura di morire è più forte di me.
Posso veramente escludere al 100% la natura cardiaca dei miei dolori e concentrarmi sulla parte psicologica?
Perchè anche se mi dicono che sono giovane io sento dire spesso di ragazzi della mia età che muoiono di infarto e morte improvvisa.
Non riesco più a vivere serena :-(
grazie mille.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
A che dosaggi assume i farmaci?

Da quando ha iniziato ad assumere Seropram?

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[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2018
Ex utente
IL TAVOR solo al momento del bisogno, cerco di prenderlo quando proprio sto male male male.
Il seropram lo prendo da circa 2 anni (lo iniziai a prendere un mesetto dopo l'inizio delle crisi) ma lo sto scalando e sono quasi alla fine. Perchè vorrei riuscire a fare a meno dei farmaci. Alla fine fondamentalmente so che è tutto un fattore "di testa" e anche la mia psicologa mi sta insegnado a cambiare i miei pensieri da disfunzionali in funzionali, ma è dura. perchè ormai io sono abituata a pensare all'infarto invece che al semplice doloretto intercostale.l 1
quindi secondo lei posso veramente escludere la natura cardiaca dei miei dolori e concentrarmi sulla parte psicologica?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Che senso ha ridurre il farmaco se non sta bene?

Non e' un fattore di testa, intervengono anche fattori neurochimici ristabilizzati dal farmaco.

Quindi, il ragionamento di ridurlo e poi stare male e' completamente sbagliato.

Se continua ed ha continuato a rimuginare sui problemi cardiologici ne' la terapia psicologica ne' quella farmacologica hanno avuto effetto e quindi andava fatta una rivalutazione adatta alla sua situazione.
[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2018
Ex utente
"Che senso ha ridurre il farmaco se non sta bene?"
Le risponderò molto sinceramente... mio padre ha preso e sta prendendo da una vita psicofarmaci a dosi molto elevate per depressione o disturbi ossessivo compoulsivi. Ne ha cambiati tanti diversi ma non è mai riuscito a uscirne. é solo finito molto volte all'ospedale per tentato suicidio.
Io sono sempre stata contro i farmaci ma iniziai a prenderli perchè proprio non ce la facevo più. Adesso che sto leggermente meglio (cioè che gli attacchi mi vengono meno spesso rispetto a prima) avevo preso la decisione di scalarli perchè a 23 anni non volevo imbottirmi di farmaci e rischiare di divenirne dipendente.
Proprio perchè quando ho paura di morire il Tavor ha sempre funzionato (e quindi capivo che si trattava di panico e non di infarto), adesso cerco di saltare il passo del farmaco e di dirmi da sola che anche stavolta non sarà l'infarto ma il solito attacco di sempre.
Mi capisce?
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Si la capisco ma restera' con i suoi sintomi.

Anche perche' vede suo padre con un'altra patologia e fa una equivalenza che non ha alcun valore pratico.

Non si diventa dipendenti dai farmaci antidepressivi, ma mentre si usano si devono attuare le giuste strategie di comportamento che funzioneranno quando non si useranno piu'.

Quindi il suo atteggiamento scaturisce solo da cattiva informazione, che allo stesso modo non le risolve il suo problema psichiatrico, perche' vorra' dire rimanere con i sintomi senza trovare una soluzione.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2018
Ex utente
capisco...quindi dovrei fare una nuova visita dal mio psichiatra e magari ritornare a prendere i farmaci giusto?

Un'ultima domanda per cortesia:
mi sento dire sempre che sono troppo giovane per morire di cuore. Ok, questo lo so anch'io. le probabilità sono molto basse, ma ci sono.
Facendo un po' di ricerche su google ho visto che non sono pochi i ragazzi di 17/18/20 anni che muoiono così senza cause apparenti, a scuola o sul campo di calcio. Anch'io potrei essere una di queste morti no?
I ragazzi che muoiono così giovani hanno SEMPRE una cardiopatia congenita che causa l'infarto? O può venire anche in soggetto sano come me?
Vorrei sapere la verità perchè tutti mi mentono solo per rassicurarmi...
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dopo
Attivo dal 2008 al 2018
Ex utente
vorrei una risposta...
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