Autostima,timidezza e ansia

Salve,sono un ragazzo di 20 anni e diciamo che da sempre sono stato una persona timida e le difficoltà ad aprirmi alle relazioni con altri sono state elevate.E' da circa un mese però che non ne posso più di questo mio lato caratteriale,lo detesto con tutto il cuore e non riesco ad accettarlo,ma quello che mi fa stare più male sono gli effetti che ne conseguono nel rapporto con gli altri.Ogni volta che devo anche solo uscire con persone nuove,ancor prima di incontrarle inizio a pensare a quanto sarò inadeguato e a quanto la mia compagnia possa essere sgradita,nonostante poi capiti che le stesse mi ricontattino per rivederci,cosa che dovrebbe essere indice dell'opposto della mia paura.Tuttavia io questo aspetto positivo non riesco a "vederlo" e il problema resta irrisolto.Nella fattispecie quando mi trovo con qualcuno che non conosco inizio a sentire un'ansia incontrollabile,ho una paura matta dei momenti di silenzio che cerco di colmare continuamente con il risultato però di prolungarli,e il silenzio mi fa venire il panico.L'ansia mi porta anche ad essere in confusione e ad avere i riflessi un pò più lenti e a fare discorsi che spesso risultano costruiti,artificiosi e caratterizzati dal repentino passaggio da un argomento ad un altro pur di parlare.E l'unico desiderio che ho in questi momenti è di ritornarmene a casa,di sottrarmi da quella situazione,per poi stare male per il mio sciocco comportamento.In più ho il sonno irregolare e molto frequenti sono gli sbalzi d'umore,da euforico a molto triste ed aggressivo anche se non so se queste due problematiche possano essere collegate in qualche modo a quanto descritto.Sono in cura da uno psicologo da circa un anno e vorrei comunque avere un parere in più riguardo ad una situazione che è divenuta insostenibile.Nel ringraziarvi anticipatamente per le risposte,vi porgo i miei cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

insonnia, sbalzi di umore, aggressività: potrebbe cominciare a pensare di chiedere un parere ad uno psichiatra anche solo per escludere qualche aspetto depressivo in atto non molto evidente, ma forse presente come sfondo a questa sua condizione,

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

da circa un anno e' in cura da uno psicologo per quale tipo di problema?

La sua descrizione evidenzia due aspetti differenti, la prima riguarda il suo rapporto con gli altri e le difficoltà inerenti, la seconda riguarda il suo umore.

I due fenomeni possono essere collegati in quanto si sviluppano sentimenti di sconfitta ogni volta che non riesce a relazionarsi adeguatamente.

Ciò non e' indice solo di timidezza ma potrebbe essere presente un disturbo sottostante.
Se non ha ben chiarito tali aspetti con il suo psicologo sarebbe il caso di farlo.
Una visita psichiatrica può essere utile.

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[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Innanzitutto ringrazio entrambi i medici per le sollecite ed utili risposte che mi hanno dato.Dunque dott.Ruggiero,io sono in cura da circa un anno per problemi che riguardano l'accettazione personale,la mia timidezza e difficoltà nel relazionarmi,il mio costante senso di inadeguatezza,tutti aspetti che io personalmente ho sempre attribuito al mio carattere ed alla mia personalità.Vede,la cosa peggiore è che nella mia vita ho sempre avuto diciamo delle risposte positive dall'esterno,tralasciando gli ottimi risultati in ambito scolastico,proprio in quell'ambito che mi fa così paura cioè in quello relazionale,dal momento che non è stato raro che diverse persone si siano legate fortemente a me.Quindi questo mi avrebbe dovuto in un certo senso consolare,invece no non cambia assolutamente nulla.Come ho già accennato,al momento di nuove conoscenze mi reputo meno di zero,arrivo ad odiarmi e mi creda io non lo faccio apposta.Quindi tendo ad evitare la situazione,nonostante mi faccia piacere nella maggior parte dei casi,solo per paura di non essere all'altezza,con conseguenti sensi di colpa e di fallimento terribili,e risultando così spesso irascibile e nervoso.Mi creda è una situazione molto pesante,che vorrei risolvere al più presto.Cordiali saluti
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Ok,

ma dopo un anno di terapia oltre ad essere giunto alla "consapevolezza" che tale problema e' legato ad aspetti caratteriali, quali strategie e soluzioni sono state adottate e vengono applicate affinche' lei possa risolvere il suo problema?

Dopo un anno ci sono stati dei miglioramenti di questo suo disturbo oppure adesso ne e' venuto a conoscenza?

Quali sono le progettualita' terapeutiche in merito a questa condizione clinica?
[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Le sedute dallo psicologo si basano su un dialogo in merito a come mi sento in quello specifico momento e sui problemi e disagi che ho.Nella fattispecie lo psicologo cerca di farmi rendere conto degli aspetti "positivi" di me,cercando di farmi comprendere che sono io stesso a togliermi vitalità e non che ne difetti invece.Evidenzia molto spesso quelli che sono i riscontri positivi che ho in ambito relazionale,ma non sempre questo funziona,anzi ultimamente non va proprio.In merito ai miglioramenti che avverto,questi sono oscillanti,a volte mi sento come di non avere più bisogno di uno psicologo,a volte non li avverto assolutamente,o forse sarebbe meglio dire che ho risolto altri problemi,che via via si sono presentati,ma questo ancora no.Riguardo alle progettualità terapeutiche non so darle una risposta esauriente.Se lo ritiene necessario mi faccia altre domande
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Quindi si sono risolte delle cose e questa ancora no.

Che tipo di orientamento psicoterapeutico viene applicato?

Quali sono i tempi che le sono stati indicati per la soluzione del problema?

Il suo psicologo pensa di inviarla ad uno psichiatra o non se ne parla?
[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Riguardo all'orientamento psicoterapeutico,penso si tratti di quello cognitivo-comportamentale dal momento che quando parliamo dei miei disagi,molto spesso li attribuisce a modi di fare che io ho appreso in precedenza da particolari avvenimenti della mia vita che hanno per esempio inciso notevolmente.Dei tempi di risoluzione del problema non abbiamo parlato,nè è mai stata presa in considerazione l'ipotesi di una visita psichiatrica,nel senso che non abbiamo mai preso l'argomento.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Credo che sia opportuno capire l'orientamento del suo terapeuta, chiedendolo.

Il trattamento cognitivo-comportamentale ha delle caratteristiche ben precise che non corrispondono a quelle da lei descritte.

Anche per cio' che riguarda una eventuale visita psichiatrica sarebbe il caso di parlarne ed anche di farla.
[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la prontezza ed utilità delle sue risposte,farò come ha detto e ne parlerò al mio terapeuta.Distinti saluti
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