Seguito a depressione e ansia

Gentili medici,
scrivo per l'esasperazione dovuta a un problema che ormai da quattro anni sta affliggendo la mia famiglia.
Quattro anni fa, infatti, mia madre fu colpita da un forte esaurimento nervoso (non so se sia adeguato chiamarlo in questo modo) seguito a depressione e ansia. Nei primi mesi seguì una terapia farmaceutica che poi scoprimmo essere sbagliata e probabilmente deleteria. Ci rivolgemmo quindi a un medico nel pubblico, che le prescrisse sempre solo e soltanto cure farmacologiche. Dopo qualche mese stette meglio, ma in seguito a una grave perdita rientrò a breve in questa fase depressiva che da allora non è più scemata.
Da qualche mese ci siamo rivolti anche a uno psicoterapeuta, che (lodevolmente, a mio parere), disse da subito che l'uso dei farmaci era assolutamente sconsigliabile e che quindi era necessario evitarli.
Purtroppo, però, si è pensato di poterli eliminare in poco tempo (senza più l'aiuto dello psichiatra, che nel frattempo era andato in pensione), ma le crisi sono aumentate.
Mi sono dunque rivolto a una nuova psichiatra che, senza ancora averla visitata (ci vorrà oltre un mese perché trovi un buco libero tra i suoi pazienti) ha detto che certamente dovrà proseguire la cura farmacologica, e che probabilmente lo psicoterapeuta neanche le serve.
Capirete, gentili medici, dunque, la complessità della situazione. Sembra che, visti i pareri assolutamente discordanti, naturalmente ognuno tiri l'acqua al suo mulino. A discapito, però, c'è la vita di una persona.
Premetto che ho grande fiducia nel lavoro dello psicoterapeuta (che è una brava persona oltreché un medico qualificato), però vorrei capire quale possa essere la strada migliore da seguire. Anzitutto, vi chiedo: dopo 4 anni nei quali ha assunto farmaci che tra poco elencherò, la loro eliminazione graduale e controllata può essere positiva? Quali sono i rischi di un dosaggio sbagliato?
Attualmente ciò che le è stato prescritto è: Xeristar 60 mg (1 compressa dopo pranzo); Lorazepam 1 mg (mezza compressa al mattino, 1 alla sera); Xanax al bisogno; Serenase 5 gocce al sonno. Rition 600 (punture "disintossicanti" a detta del vecchio psichiatra.
Grazie mille e in anticipo per la vostra comprensione.
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Non e' chiaro quale sia la diagnosi di sua madre. La teraia farmacologica , così come la psicoterapia, ha specifiche indicazioni. Se non si parte da una diagnosi esatta, non e' possibile esprimere pareri sulla opportunità o meno di una determinata terapia.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile dottore,
la diagnosi indicata nei certificati medici è "depressione con ansia". In sostanza, passa gran parte delle giornate a letto a riflettere, non ha spinta vitale, eccetto in rari casi nei quali (può essere per gli scompensi provocati dai farmaci?) si innervosisce e diventa iperattiva. Spessissimo rifiuta di mangiare, a pranzo e cena, e ha perso (pur essendo in passato attivissima e con una grande voglia di vivere) l'interesse per qualsiasi hobby, per ogni cosa.
[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Se la diagnosi e' esatta la terapia generalmente ritenuta più appropriata e' l associazione di terapia farmacologica e psicoterapia cognitivo-comportamentale. E' chiaro che ogni singolo caso necessita di una valutazione approfondita per verificare il tipo di terapia farmacologica, se e come effettuarla, e il tipo di psicoterapia, anche in questo caso se e come effettuarla.
Cordiali saluti
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