Capire se ha smesso..

Gentile Medicitalia,

Mio fratello di 40 anni ha assunto cocaina non so per quale periodo di tempo ma credo anni. Naturalmente non ha mai detto niente a riguardo ma da qualche tempo si capiva che c'era qualcosa di strano. In famiglia sappiamo sicuramente che ne ha fatto uso per tre settimane quasi tutti i giorni in un determinato mese. Sono tre anni e mezzo che non l'assume poiché si è sottoposto ad analisi accurata come il test del capello e sempre negativo. Dottore ma il test del capello è un'analisi sicura al cento per cento? Come si fa a capire se ha smesso veramente? Credo non si riesca a sapere, non so. L'unica cosa certa è che ha lasciato strascichi poiché predilige l'isolamento sociale a parte alcune occasioni; si comporta sempre in modo strano sia con le abitudini alimentari sia con l'atteggiamento da egocentrico superuomo. Spesso è facilmente irritabile e quasi sempre si chiude in camera soprattutto quando entra in casa. E' anche una persona molto disponibile e generosa intendiamoci però si chiude spesso in sé come fosse arrabbiato col mondo e denigra tutto e tutti, a volte anche noi in casa, come se non ci considerasse degni, fossimo inferiori. A causa di questo problema ha quasi perso il lavoro. Insomma ha atteggiamenti assurdi ancora adesso nonostante abbia smesso col brutto vizio di assumere cocaina. Le analisi però confermano il contrario. Forse sono solo gli effetti di quella maledetta droga. Spero possiate rispondere a questi miei dubbi e grazie infinite...

cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
spero di leggere nella Sua lettera la preoccupazione non solo se il Suo fratello prosegue ad assumere la cocaina o meno, ma per la situazione psichica e relazionale del Suo fratello in generale (che va al di là della cocaina). Spero, perché se si pone ladomanda semplicemente nei termini del come sapere se il Suo fratello prosegue ad assumere la droga o no, sarebbe fuori delle Sue competenze, avenndo il Suo fratello il diritto della privacy su alcuni aspetti della propria vita, e non essendo comunque corretto restringere tutto il campo di analisi della situazione all'uso della droga.

In base a quello che Lei descrive, coi limiti del consulto via internet, posso dire che il Suo fratello potrebbe aver bisogno di essere visto e seguito da uno specialista psichiatra. E' già seguito da uno psichiatra ? In quale contesto ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile dottor Gukov,
no assolutamente non è seguito da nessuno. E' andato per un periodo al SERT ma solo perché è stato obbligato a andarci. Non vuole che entriamo nell'argomento 'psichiatria', se lo facessimo si chiuderebbe come al solito in camera sua o uscirebbe di casa. Anzi dice che siamo noi che abbiamo bisogno dello psichiatra. Ha ragione sul fatto della privacy però non è facile convivere con un familiare che ne ha fatto uso o continua sporadicamente (spero di no) a farne uso. La cosa un po' preoccupante, non so se lo è davvero, è che spesso parla da solo in modo strano. Confabula, biascica le parole, e questo anche in presenza di estranei. Un suo amico durante una vacanza mi ha detto a quattrocchi che lo vede strano, insomma non è socievole spesso e soprattutto che 'parla da solo'. Quando cammina sembra abbia il paraocchi se gli passa accanto una persona quasi sicuramente si scontra con la spalla perché è come se avesse in testa sempre mille pensieri. A parte che c'è il problema del lavoro va beh. Insomma se io e questo suo amico parlavamo in macchina o al tavolo del ristorante, sentivamo entrambi lui che ronzava discorsi incomprensibili guardando davanti a sé. Muove le dita in modo strano a volte a qualche altro tic che credo sia causa della droga. Non so...Lei ci capisce più di me sicuramente. Insomma è troppo orgoglioso per scendere a patti con uno psichiatra. Se Lei fosse al posto mio sarei proprio curioso di vedere come si comporta. Ci vuole una pazienza infinita a volte. Grazie mille comunque...

cordiali saluti dottore
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
non sottovaluto il problema: capisco che, se non fosse importante Lei non ci avrebbe scritto. Non riduco il tutto al parere che
"sono problemi personali di lui e la privacy ci impedisce ad occuparsene".

Intendo le altre cose:
1) non si può presumere a priori che i problemi siano dovuti (solo) all'uso della droga. Non escludo che i problemi che Lei descrive possono essere dovuti anche ad un disturbo psichico che può essere anche indipendente dalla droga. Spesso non solo i pazienti, ma anche i parenti dei pazienti tendono ad attribuire le problematiche psichiche ad esempio ai fattori esterni, come le droghe: possono avere anche ragione, ma spesso lo fanno per evitare "il trauma" del pensare che ci sia una "vera" malattia psichica, al di là delle droghe...

2) per cui, che voi sappiate se lui fa o non fa uso di droga, oltre il fatto che è sicuramente un aspetto della sua vita privata, di per sé può essere anche di utilità limitata e non risolve il problema. Le ricerche ed i controlli in tal senso fatte da voi in quanto familiari possono essere, oltre che illegali, anche controproducenti.

3) Quello che potrebbe essere un approccio costruttivo alla soluzione del problema è la presa in carico dai rispettivi servizi psichiatrici della zona, i quali riuscirebbero ad occuparsi del caso nella modalità professionale. Non è detto che tali servizi debbano essere il SerT. No, anzi, visto che il problema si presenta in modo apparentemente più palese dal punto di vista comportamentale e relazionale, e che non si può escludere un problema psichiatrico indipendente dalla droga, l'indirizzo giusto è il Centro di Salute Mentale, che avrebbe, eventualmente, anche le rispettive competenze legali maggiori per intervenire rispetto al SerT. Dal punto di vista legale, il SerT è più vincolato dal paradigma delle cure volontarie.

4) Il Suo fratello ha paradossalmente ragione quando dice che siete voi che avete "bisogno dello psichiatra". Nel senso che se non ci va il paziente, spesso il primo passo è che ci vadano dallo specialista i parenti e segnalano il caso. La persona stessa molto spesso non ci andrebbe mai. Mentre se andrete voi al Centro di Salute Mentale (CSM) e descriverete il caso, dando tutte le informazioni (sia sulla storia dell'uso delle droghe, sia sul comportamento attuale), lo psichiatra del CSM decide come è meglio occuparsene, cercando di trovare un giusto bilancio fra gli aspetti della privacy e della libertà di autodeterminzione della persona da una parte e le necessità della salute psichica della stessa persona e la qualità della vita di chi lo sta vicino dall'altra parte. Lo psichiatra del CSM saprà anche decidere quali aspetti sono prioritari (droghe o altro), quale è il modo ottimale di intervenire (visto che non è il paziente che viene di sua spontanea volontà e visto che la presenza della malattia mentale deve essere ancora accertata (!). Accertare la presenza di una condizione di malattia mentale può solo lo psichiatra, e dovrà lui a decidere come è meglio farlo. Infine, lo psichiatra del CSM potrà dare a voi le indicazioni sul quale sarebbe il vostro atteggiamento ottimale nei confronti del vostro fratello.

5) Lei scrive: "è troppo orgoglioso per scendere a patti con uno psichiatra".
Dunque, se Lei lo sa, cercare di convincerlo a "scendere a patti" o ad "accettare le norme" potrebbe non essere una strada utile, per lo meno ora. Anzi, non è nemmeno detto che chi va dallo psichiatra deve sempre andarci con l'idea di "scendere a patti":

se una persona è consapevole almeno di alcuni aspetti problematici della propria situazione (ad esempio dell'incomprensione da part degli altri, delle tensioni nelle relazioni con gli altri, del proprio stato d'animo di disagio), è normale se si rivolge allo psichiatra per cercare l'aiuto per quei problemi che vede e sentendo di avere lui la ragione (poi valuta lo psichiatra la situazione); qui quello che la persona deve avere coraggio di accettare non sono i patti, ma l'aiuto.

Oppure, nelle altre situazioni, lo psichiatra interviene per legge (se ce ne sono gli estremi) e anche qui non è necessario che il paziente "scenda a patti".

Ho scritto purtroppo tanto, ma è tutto importante, e Le consiglio di rileggerlo attentamente.
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile dottor Gukov,

grazie infinite è stato davvero molto gentile. Questo è un periodo delicato della nostra vita in famiglia e spero vada bene a livello lavorativo, dopodiché penserò all'argomento poiché è fondamentale trovare la nostra strada, quella che ci dà sicurezza e tranquillità. Credo che manchi da troppo tempo nella vita di mio fratello. La terrò aggiornata dottore, grazie per il tempo speso per me. Lei ha una mail personale? L'ho cercata ma niente.

Cordiali saluti e buon lavoro
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

i recapiti personali di ogni professionista iscritto su questo sito si trovano nella scheda personale (dove si accede, cliccando sul nominativo dello specialista); nella scheda personale che si apre bisogna accedere poi nella sezione "dove riceve", e lì ci sono i recapiti. Tali recapiti sono utili, secondo me, soprattutto per prendere un appuntamento dal vivo con uno specialista.

Ricordando che un consulto via internet non sostituisce una visita dal vivo (e Le ho scritto dove, in prima battuta, converrebbe rivolgersi), se vuole aggiornarci e chiedere un parere o un consiglio in più via internet, è meglio farlo tramite il sito e non privatamente (a meno che ci siano dei motivi particolari), perché coi consulti dati via internet l'obbiettività è sempre un aspetto problematico, e farlo nel contesto di questo sito aiuta, perché questo sito ha dei meccanismi che possono limitare gli errori.

Può aggiornarci, scrivendo su questa stessa pagina, o, se passa più tempo, aprendo un altro consulto, e, se non rispondo io, risponderà qualcuno dei miei colleghi.

un saluto anche a voi,