Assunzione sertralina e alprazolam

In seguito a una concomitanza di episodi traumatici (sisma in Emilia più, il giorno precedente alla prima scossa, l'abbandono da parte del mio ragazzo) e ad attacchi d'ansia ripetuti, ieri mi sono recata al pronto soccorso e mi sono stati prescritti i seguenti farmaci:

Alprazolam 7gocce al giorno x 3 volte (da ridurre di una goccia per somministrazione ogni settimana)
Sertralina 50mg (1/2 cp x 2 dopo i pasti)

So che è assolutamente sconsigliato assumere alcol durante l'assunzione di farmaci, ma mi chiedevo se è sconsigliato persino bere una birretta in compagnia ogni tanto... cosa che, mi rilasserebbe e mi farebbe sentire normale...

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
<<..mi chiedevo se è sconsigliato persino bere una birretta in compagnia ogni tanto... cosa che, mi rilasserebbe e mi farebbe sentire normale...>>

Gentile utente,
se scrive così, significa o che Lei è abituata ad assumere la birra e non riesce a stare senza, o che l'unica occasione di stare in compagnia è di prendere una birra, o che l'attuale terapia non funziona come dovrebbe e Lei non si sente abbastanza rilassata ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Bevo una birra ogni tanto con gli amici e si, mi rilassa. Frequento i miei amici anche in altre situazioni in cui, ovviamente non beviamo nulla. Però ho solo voglia di sentirmi normale e poter continuare la mia vita senza sentirmi malata...

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dopo
Utente
Utente
Non è che non ne possa fare a meno, però nella mia vita in poco più di 24 ore tutte le certezze si sono frantumate.
Vorrei solo potermi godere un aperitivo in compagnia ogni tanto come qualsiasi persona normale, non penso ci sia nulla di sbagliato in ciò. Vorrei solo sapere se è molto pericoloso o no.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

è solo ieri che Lei è stata al pronto soccorso ed è solo ieri che Le hanno prescritto la terapia. Ovviamente, non è ancora il momento giusto per uscire dal regime cauto.
Se sa di essere in questo periodo "malata", allora è così, se Lei sa che assieme con gli psicofarmaci è sconsigliato l'uso di alcool, allora è così. Con le dosi attuali degli ansiolitici, non prenderei l'alcool. Lo eviterei anche a prescindere della cura farmacologica, finché duri la "malattia", perché nei periodi di malessere psichico è facile che l'alcool diventi un farmaco da automedicazione, e di conseguenza può peggiorare anche lo stato psichico.

Capisco umanamente che Lei non vuole sentirsi "malata", ma allora parliamone.

Secondo me uno degli elementi della Sua "malattia" potrebbe essere proprio la difficoltà di osservare i tempi giusti, dare spazio anche ai lutti, alle separazioni, alle limitazioni. Senza riuscire a farlo, è difficile superarli, si può piuttosto imparare a negarli, ma in questo modo si rimane suscettibile di fronte ad essi.

In questa storia c'è un altro elemento importante che Lei non solleva e che rimane non chiaro. Al Pronto Soccorso Le hanno prescritto le medicine e le indicazioni a scalare l'ansiolitico senza darLe un'indicazione di farsi monitorare da uno specialista ? Se no, penso che abbiano dato per scontato che Lei si farà seguire dal Suo Medico di Base e lui potrà chiedere una visita specialistica, ma attualmente ho l'impressione (forse sbaglio) che c'è una terapia, ma non c'è un medico (se ci fosse, forse Lei non avrebbe fatto la Sua domanda a noi).

Il medico è importante per valutare di tanto in tanto la Sua situazione nei termini dei miglioramenti raggiunti, nei termini di quanto e per quanto tempo Lei rimane "malata" e per valutare di volta in volta le dose e le necessità della farmacoterapia. Secondo me, prescrivere un farmaco già con un determinato programma a scalare, a prescindere dell'evoluzione del quadro clinico non è ottimale; dall'altra parte per l'antidepressivo non è stato indicato nessun programma, come se dovesse assumerlo per tempi indefiniti. Serve il monitoraggio specialistico.

A proposito della "malattia", questa, secondo me, deve essere valutata meglio dal punto di vista della diagnosi (al Pronto Soccorso quale diagnosi è stata fatta ?): soprattutto se sono stati presenti i possibili eventi scatenanti, e la malattia poteva essere la "reazione" ad essi. In questi casi ("reattivi") è da valutare con maggiore attenzione l'evoluzione del quadro, la diagnosi e l'effettiva necessità delle cure farmacologiche, mentre sarebbe da chiedersi se sono indicate anche (o piuttosto) le cure non farmacologiche. Per questo serve la valutazione di uno specialista.

un saluto,
e scusi la prolissità, ma è tutto importante.

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dopo
Utente
Utente
E' chiaro che mi farò seguire dal mio medico di base e/o da uno specialista. Mi atterrò alle sue indicazioni e la ringrazio per la chiarezza.

Ho superato lutti e perdite peggiori di questa, so che ci vuole tempo, spesso anche molto. Il sisma e la paura di future scosse ha reso il tutto più complicato, ho dormito pochissimo per svariate notti e ciò in questo momento può essere pericoloso perché bisogna dormire per essere lucidi al momento necessario.

E' difficile affrontare una perdita insieme alla paura di svegliarsi con la casa tremante, voler affrontare una quotidianità e ritrovarsi a dover sempre valutare i luoghi in cui si va perché in caso di nuova scossa bisogna essere pronti. Aver bisogno di dormire profondamente e riposare e avere paura di farlo, nel timore di non svegliarsi in tempo.

Ieri mattina avevo il respiro corto, il battito accelerato e mi sentivo molto debole. Non riuscivo a mangiare nulla per la nausea. Il mio medico riceve solo dalle 14, avevo paura di aspettare tanto, quindi sono andata al pronto soccorso.
Lunedì parlerò, come era mia intenzione, con il mio medico e mi farò consigliare e seguire da lui.

La ringrazio ancora.