Paura del terremoto

Salve, sono una ragazza di 20 anni, e da circa 5 mesi la mia vita è diventata un inferno.
Vivo a 800 km di distanza dai miei genitori, per motivi di studio, e da quando mi sono allontanata da casa, ho avuto una radicale trasformazione del mio carattere. Non sono mai stata "ansiosa", anzi... Ma da quando sono iscritta all'università ho iniziat a sentirmi molto insicura, e pessimista ( non andavo a fare gli esami, nonostante avessi studiato, per paura non saper rispondere alle domande del professore e di fare brutta figura). Così sono rimasta indietro con gli esami, ed ho deciso di cambiare facoltà, scelta ottima, in quanto affronto gli esami con "tranquillità" e buoni risultati.
Come anticipato, sono terrorizzata dal terremoto.In 20 anni non ho mai sentito una scossa, ma a gennaio 2012 ho avuto modo di vivere questa terribile esperienza, 2 scosse non fortissime (4.9 e 5.4). Spaventata dallevento ho deciso di tornare pr qualche giono dove vivono i miei famigliari, ma anche lì avevo la sensazione di avvertire delle scosse, così per 10 giorni ho dormito insieme a mia mamma. Sono andata dal mio medico, il quale mi ha prescritto il Pasaden (1 compressa al mattino e 1 prima di andare a letto), e mi ha consigliato di andare da uno psichiatra. Tornata a Parma, sono andata da uno specialista, che mi ha prescritto lo Stilnox ( prendo una compressa prima di andare a letto), e una terapia con Sertralina( non l'ho mai iniziata, perchè in rete ho letto molti pareri contrari, tra questi dipendenza, quindi mi sono un pò spaventata). Durante questi 4 mesi, la mia paura stava pian piano "scemando", rimanevo in casa da sola(vivo con mia sorella e il ragazzo),controllavo meno volte al giorno (circa 5-6) il sito di aggiornamento degli eventi sismici, finchè la notte del 20 maggio una nuova forte scossa mi ha svegliata! A questa ne sono seguite altre, più o meno della stessa stessa intensità.
Ho il terrore di rimanere sola in casa, e appena posso vado sempre in giardino a studiare, perchè in casa ho sempre la sensazione che ci siano delle scosse, il tutto accompagnato da tachicardie, debolezza alle gambe, dolore al braccio sinistro e mal di testa. Ho difficoltà ad addormentarmi, e anche lo stilnox non mi da più benefici ; questi ultimi 20 giorni ho dormito in camera con mia sorella e il ragazzo, ma ora mi hanno "sfrattata".
Le mie domande sono :
1. E' il caso di inizare con la terapia consigliata dalla psichiatra? se si, quali sono i benefici? e quando finisce la terapia questi disturbi si ripresetano?
2. E' un bene che dorma insieme a mia sorella, o devo contare solo su me stessa e non dipendere dagli altri?
3. E' possibile superare questa paura e ricominciare a vivere come prima?

La ringrazio anticipatamente,per la Sua risposta.
Cordiali saluti.

Flavia.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

Dopo molti mesi non può assumere un trattamento prescritto per un motivo che oggi potrebbe essere variato o avere gravità differente rispetto alla diagnosi precedente.

L'uso continuativo delle benzodiazepine provoca invece dipendenza ed assuefazione.

Deve ritornare dallo psichiatra per far rivalutare la situazione.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Ruggiero,
La ringrazio per la sua risposta velocissima.
Il 28 tornerò dallo psichiatra.
E' possibile curare il disturbo senza l'utilizzo di farmaci? Io ne sento la necessità solo per addormentarmi, anche se devo dire che ho sempre avuto qualche difficoltà anche in precedenza, ma da quando c'è stato il terremoto appena vado in camera mi viene il cuore a 1000 quasi da togliermi il respiro. Il giorno invece, ho qualche difficoltà a stare in casa, ma quando sono troppo agitata, vado a fare una bella passeggiata nel parco, che è un buon modo per tranquillizzarmi.
La ringrazio anticipatamente per la Sua risposta.

Flavia.


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La valutazione sul trattamento da seguire è caratteristica di chi la visita direttamente.

Possono essere indicate strade alternative al trattamento farmacologico o in combinazione se ve ne è l'indicazione.

Deve necessariamente chiedere a chi la visita di valutare tali possibilità.