Dislalia: disturbo ossessivo?

Gentili Dottori,Vi scrivo per chiederVi un parere su un disturbo che presento da circa 2 mesi. Ho 34 anni, sono una persona piuttosto ansiosa e dopo un lutto in famiglia all'età di 17 anni (mio padre è mancato dopo una lunga malattia cardiaca) ho sofferto per molto tempo (da 21 a 25 anni) di attacchi di panico che si manifestavano con i sintomi più vari(tachicardia,respiro corto, angoscia; in certi periodi anche forti vertigini e ipertensione) poi superati grazie a un valido sostegno psicoterapico e senza farmaci.E' però residuata un'ipersensibilità agli eventi traumatici (come l'ulteriore perdita di mia nonna a 27 anni) che mi ha causato (e tuttora spesso accade) insonnia e difficoltà a mangiare regolarmente ai pasti (preferisco spuntini veloci e, più che nel letto, mi addormento facilmente in luoghi che considero "temporanei",come il divano).Circa 2 anni fa, mia suocera alla quale ero affezionatissima si è ammalata di 2 tumori: un melanoma e,nello stesso anno, un carcinoma mammario che nel giro di 20 mesi si è diffuso a polmoni,fegato e cervello.Assistendola settimanalmente,credo di essere stata traumatizzata dalla sintomatologia da lei accusata nell'ultimo periodo della sua vita.Le metastasi cerebrali le hanno causato la perdita graduale della facoltà di scrivere,e poi di parlare chiaramente (faceva una gran fatica a "trovare le parole" e pronunciarle, e mi sforzavo di aiutarla per quanto potevo).Circa 1 mese prima della sua morte,ho iniziato a accusare i primi sintomi:dolore cervicale irradiato alla testa, che il mio ortopedico ha classificato come cervicobrachialgia ed è lentamente regredito;ma,per me ben più preoccupante,sensazioni di difficoltà a parlare e effettive dislalie temporanee,che mi comparivano fin dallo stato di dormiveglia mattutino e perduravano per quasi tutto il giorno.L'ultima fase della malattia che ha tolto la vita a mia suocera,entrata in coma il 26/11 e mancata il 12/12,è stata per me estremamente angosciosa e ricca degli eventi dolorosi che potete immaginare,in un reparto di cure palliative.Ero convinta che il mio disturbo lentamente regredisse,come era successo per gli attacchi di panico.Ma a distanza di un mese,continuo a accusare sensazioni strane (ipersensibilità???) alla lingua e di biascicamento di alcune parole, oltre che difficoltà di lettura e pronuncia rispetto ad altre che si manifesta anche prima di iniziare a parlare(specie quando parlo a bassa voce e rispetto alle lettere R,S,L: i miei parenti e amici però dicono che parlo come prima e non si accorgono del mio problema anche quando cerco di farlo notare.Tendo a parlare "meglio" con la mia psicologa,che mi induce a "vuotare il sacco",ma poco dopo ripiombo nel problema.Non voglio cadere nel circolo vizioso che anni fa mi indusse a cercare le cause fisiche in un problema psichico,ma vorrei capire se può trattarsi di un problema organico-neurologico,o se devo concentrarmi solo sul mio recupero psicologico.Grazie mille per il Vostro cortese parere! Barbara
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

Un sintomo che si ripercuote sul fisico andrebbe indagato anche per escludere effettivamente delle cause organiche.

Sarebbe il caso di effettuare una visita neurologica.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Le cause fisiche non deve ricercarle lei, ma i medici. Per fugare ogni dubbio parli di questo presunto problema con il medico di base, che se lo riterrà opportuno potrà indagare o tranquillizzarla. Già il fatto che nessuno si accorga, se non lei, di questa sua riferita difficoltà, é abbastanza indicativo del fatto che possa trattarsi di un problema psicologico. Comunque ne parlo con il suo medico.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimi Dottori,
grazie mille per la cortesia e celerità delle Vostre risposte.
Purtroppo il mio problema è proprio quello da Voi segnalato.
Il mio medico di famiglia (che è anche psicoterapeuta) non si accorge del mio disturbo, perchè quando parlo con lui così come con tutte le persone che possono capire il mio sintomo non lo presento mai (o meglio: io me ne accorgo, ma nessuno all'esterno lo percepisce). Lui comunque lo attribuisce a una piccola irritazione della punta della lingua, che qualifica come avitaminosi.
Lui stesso, all'epoca degli attacchi di panico, mi fece fare una serie di controlli medici per escludere cause organiche dei miei disturbi, sempre risultati negativi: e adesso, attribuendo il disturbo alla stessa causa, non mi ha suggerito neppure la visita neurologica, neanche su mia richiesta.
Ho quindi parlato al telefono con un caro amico neurochirurgo: ovviamente anch'egli non se ne accorge e esclude caldamente cause organiche, ma non mi ha visitato, perchè ritiene che una sintomatologia non percepibile dall'esterno e che risulta quasi identica a quella di mia suocera non possa avere, in una come me, altra causa che quella psichica: la qualifica come disturbo ossessivo.
Sono un po' confusa da questa scarsa attenzione alle possibili cause organiche del mio problema, perchè quando sono da sola, spesso mi capita di provare a parlare per verificare se effettivamente sussiste. Perlopiù parlo correttamente, ma mi capita di invertire le lettere di parole complesse o ricche di R e S più frequentemente di quanto non succeda a una persona "normale"...specialmente quando leggo o parlo a bassa voce. Inoltre (dimenticavo di segnalarlo) presento spesso ipersalivazione e questo talora compromette ulteriormente il mio eloquio, o mi costringe a prestare molta più attenzione della norma al modo in cui parlo.
Secondo il Vostro parere, dovrei impormi col mio medico della mutua al fine di ottenere una visita neurologica in grado di fugare i miei dubbi?
Grazie ancora e cordiali saluti
Barbara





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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
È probabile che i suoi dubbi resteranno tali anche dopo la visita neurologica, però farla non le costa nulla e sarebbe ad ulteriore conferma di quanto osservato da altri.

Dopo che l'avrà fatta prenderà in considerazione la causa psicologica?
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,
io per la verità già la prendo fortemente in considerazione e la ritengo fortemente probabile (non per nulla ho postato la mia richiesta di consulto nel settore psichiatria e non neurologia).
L'unica cosa che mi chiedevo, dato che Voi mi suggerite la visita neurologica, è su quali basi il mio medico di fiducia e il mio amico neurochirurgo possano escludere un'altra causa senza neppure visitarmi.
Non avrei bisogno neppure della visita neurologica per convincermi che si tratti di un mero disturbo psicologico, se i medici che mi hanno tranquillizzato avessero la gentilezza di spiegarmi su quali basi possono escludere in toto la causa organica, ma questo di certo non posso addebitarlo loro, trattandosi con tutta probabilità di una mia forma "morbosa" di curiosità e iperattenzione a ogni mio più piccolo problema fisico.
Certo, posso dirLe che sulla base delle mie passate esperienze, la comprensione della natura ossessiva dei miei problemi ha notevolmente accelerato la scomparsa degli stessi.
Grazie ancora per lla Sua cortesia e il suo gentile parere, con i più cordiali saluti
Barbara
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