Possibile sindrome serotoninergica?

Gentili Dott.ri,
cercherò di essere sintetico.
Dopo una ricaduta di un doc a inizio gennaio (quando ormai avevo sclato fino a 50 mg/die di fluvoxamina da più di un anno, con benessere praticamente totale) lo specialista mi ha fatto nuovamente aumentare il dosaggio fino a 300 mg/die aumentando di 50 mg ogni 3 giorni. Dopo circa tre settimane, sia il pensiero ossessivo che una sensazione angosciosa di "cappa mentale" che alternativamente l'accompagnava sono scomparsi. Il giorno immediatamente successivo al miglior stato dalla ricomparsa del disturbo, però si è presentata una condizione che in due giorni è peggiorata e pur senza il pensiero ossessivo, presenta: forte confusione mentale con saltuario senso di vertigine soggettiva, ansia persistente ed a tratti intensa, un pò di tremore alle gambe, senso di freddo e inconsueti scatti muscolari involontari.
Tale condizione dopo circa 15 giorni lasciando solo una leggera ansia somatizzata da un senso di aria in gola. Purtroppo dopo un mese così, da 2 giorni si sono riacutizzati i sintomi appena descritti, ma senza ricomparsa del pensiero ossessivo.
Vorrei sapere se è il caso di ipotizzare una sindrome serotoninergica in considerazione dei sintomi e data l'assenza di ossessioni.
Il mio specialista dice che anche l'ansia fa parte del disturbo e regredirà tutto con la fluvoxamina con il passare dei mesi in quanto mi aveva dato ottimi risultati per più di 10 anni.
Dopo 3 mesi di lotta sono un pò stanco e anche se anche mia moglie è medico (anestesista), poco mi può aiutare nello specifico caso.
Ringrazio anticipatamente sperando di avere presto risposta.
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
il suo psichiatra ha ragione. Eventualmente se già non l'assume può chiedere di utilizzare un ansiolitico per superare questo periodo di passaggio.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dott.ssa Scapellato,
la ringrazio innanzitutto per la risposta.
Ho certamente fiducia nel mio psichiatra sopratutto dopo tanti anni di benessere, ma mi interessava un altro parere specialistico.
Non vorrei insistere, ma può farmi capire cosa fa escludere una sindrome serotoninergica anche alla luce dei sintomi descritti? E perchè è comparsa l'ansia nonostante io abbia avuto un doc che tuttora non crea disturbo e non abbia mai sofferto di disturbi simili?
So bene che il doc è classificato come disturbo d'ansia, ma le volte in cui si è palesato negli ultimi 6-7 anni (molto raramente e con lieve entità) si è presentato sempre con il l'unico sintomo preciso dello stesso pensiero ossessivo
Grazie nuovamente per la disponibilità.
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
i sintomi che descrive possono essere riconducibili all'effetto attivante della fluvoxamina, cioè a un noto effetto collaterale del farmaco, senza che sia necessario pensare a una sindrome serotoninergica. A volte lo stesso farmaco allo stesso dosaggio ha effetti un po' diversi se assunto a distanza di tempo.
Comunque per una diagnosi differenziale occorre la visita diretta.
Cordiali saluti
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie Dott.ssa per la disponibilità e per l'estrema gentilezza.
Secondo lei gli effetti collaterali della fluvoxamina possono protrarsi per così tanto, oltre le 10 settimane (dato indicative del periodo dal quale sono tornato a riassumere il dosaggio di 300 mg/die)?
Le faccio queste domande perchè dopo 3 mesi di battaglia non vedo l'ora di tornare a stare bene come prima della ricaduta.
Per quanto riguarda il suo consiglio di assumere un ansiolitico per superare il periodo più duro, le confermo che stavo già procedendo su questa linea con il lexotan, assunto solo al bisogno.
Grazie di nuovo.
[#5]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
A volte può essere necessario ridurre con cautela il dosaggio, ma questa è una decisione che spetta al suo psichiatra, perché il rischio, come sa, è che si ripresentino i disturbi ossessivi.
Cordiali saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile come sempre, spero non si stanchi di rispondermi.
Quindi posso considerare tutte queste sensazioni come facenti parte del disturbo (come dice il mio specialista definendole attivazioni di diverse aree del cervello) o come conseguenza della terapia (come mi dice lei), che poi penso possano anche coincidere e non identificarli, quindi, come disturbo distinto e separato dal doc?
Ma secondo lei, avendo pazienza, posso riuscire a tornare alla condizione precedente alla ricaduta di gennaio superando questo senso di capogiro e confusione mentale che mi crea anche difficoltà di concentrazione sul lavoro?
Sempre grato.
[#7]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Potrebbe essere la terapia, potrebbe essere il disturbo ossessivo, l'unico che può dirimere il quesito è il suo psichiatra ovviamente con la sua collaborazione.
Continuare a porsi le stesse domande in compenso fa parte del disturbo ossessivo...
[#8]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dott.ssa,
la questione è che, come le diranno tutti i suoi pazienti, voglio tornare a stare bene.
Con il mio psichiatra avvengono visite periodiche e telefonate settimanali di aggiornamento e, anche se lei non può formulare pareri diagnostici in questa sede e senza visite dirette, mi interessava la sua opinione al riguardo che sicuramente si sarà fatta.
Sincera gratitudine.
[#9]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Salve Dott.ssa,
Spero che le mie richieste di consulto non la abbiano infastidita dato che non ho più avuto risposta al post precedente.
Gradirei davvero poter continuare a ricevere i suoi consulti.
La ringrazio.
[#10]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Buongiorno,
nessun problema, solo che le ho già risposto, comunque riassumo: di sicuro non è una sindrome serotoninergica. I sintomi che la disturbano possono essere dovuti al disturbo ossessivo o ad un effetto collaterale della terapia, ma dal web non si può valutare, è il suo terapeuta che lo deve fare.
Con questo, non se ne abbia a male, considero conclusa la consulenza, perché risponderle ulteriormente colluderebbe con il suo desiderio (ossessivo) di rassicurazione e controllo e non aiuterebbe la terapia che sta facendo.
Cordiali saluti
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