Ansia, timidezza, attacchi di panico

Salve sono un ragazzo di 21 e vorrei esporvi il mio problema, cercando gentilmente utili consigli al fine di risolverlo : E' da 4 mesi circa che , in alcune situazioni sociali , mi ritrovo a fare i conti con degli attacchi di panico , per alcune situazioni sociali intendo quando sono con gente nuova , sconosciuta e i pensieri che precedono l'attacco sono causati da un senso di paura e vergogna che mi assalgono collegati al timore di avere un attacco di panico davanti a loro , facendo una figuraccia . La sintomatologia da Panico è emerso in un periodo molto particolare della mia vita, una persona a me molto cara è venuta meno e contemporaneamente anche i miei rapporti sociali non erano dei migliori, oltre che una vita sentimentale del tutto assente da circa 3 anni . Ritengo considerare utile il fatto che sono un soggetto Timido, anche se nel tempo mi sono sempre autoimposto di vivere la mia vita con normalità, ho avuto esperienze sentimentali e mi sono sempre circondato di tanti amici, faccio una vita abbastanza movimentata, ho la mia università fuori e conosco sempre tanta gente nuova, ho lavorato e studiato fuori città per circa 1 anno e mezzo, e anche se i miei tratti di timidezza sono sempre presenti , non mi hanno mai creato problemi ed evitamenti come in questi ultimi 4 mesi, che mi hanno completamente prevaricato e sono giunto a mettere in pratica atti di evitamento proprio in quelle situazioni sociali sopra esposte, seppur non recludendomi in casa ma uscendo solo con le persone di cui ho molta fiducia . Per 1 mese ho fatto una terapia prescritta dal mio medico base con 2 compresse di "Metile" al giorno , pur non ottenendo chissà quali risultati , visto la mia condotta . Attualmente ho uno stato d'animo piatto, apatico e mi sento incatenato dentro me stesso, mi trivello sempre di pensieri e paure e non riesco a capire come si sia potuto verificare questo "paradosso" dentro di me . E' vero sì che sono un tipo timido, fatico ad esprimermi emotivamente in maniera profonda, specie con l'altro sesso, ma questo tratto caratteriale non mi ha mai fermato e reso come sono oggi, io che vivo viaggiando sempre e circondato da gente sempre nuova, ora con la paura persino di incontrare qualche mio conoscente e timore che mi veda avere un attacco di panico senza alcun motivo . Il problema mi preoccupa ancor di più perchè , a breve , dovrò recarmi fuori città per sostenere gli esami e questa paura mi attanaglia e non vorrei finire per non andarci nemmeno a dare gli esami . Come posso risolvere questo mio problema? Sarebbe utile una terapia Farmacologica ? come è potuto avvenire tutto ciò ? In ultima analisi, vorrei aggiungere che , 3 anni fa, sono andato a vivere per circa 1 anno e mezzo da solo fuori città e i preparativi non sono stati dei migliori, tant'è che per un breve periodo ho sofferto di orticaria da stress .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non è chiaro se abbia già ricevuto una diagnosi, cioè se panico sia una sua espressione per descrivere queste situazioni o corrisponda al "disturbo di panico". In ogni caso, che si tratti di questo tipo di ansia o di altro tipo, in generale i disturbi incentrati sull'ansia non sono difficili da curare. Diversi hanno come prima opzione una terapia farmacologica basata non su farmaci sintomatici (cioè che controllano in tempo reale il sintomo o l'ansia in generale) ma su farmaci che "insegnano" al cervello un funzionamento diverso, e per far questo di solito ci mettono un mese circa.
Quindi sicuramente chieda una visita specialistica e riceverà indicazioni e spiegazioni su cosa ha. Metile è un farmaco a base di S-Adenosil-Metionina, blando antidepressivo ma se la diagnosi è diversa non c'entra niente.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La ringrazio innanzitutto per aver risposto alla mia richiesta di consulto . Per quanto riguarda la mia sintomatologia da Panico le riferisco che non è generalizzata , ma si scatena solo esclusivamente nei contesti sociali sopra indicati , nella quotidianità il mio malumore e magari agitazione sono collegati alla mia situazione, vorrei far qualcosa per uscirne ma mi sento intrappolato e senza iniziative , questa situazione mi procura tristezza e malumore . Per farmaci "suggeritori del cervello" a cosa si riferisce ? se si tratta di Psicofarmaci io vorrei evitare di assumerne , perchè so che possono disturbare la personalità e sinceramente intraprenderei qualsiasi strada possibile prima di assumere codesti farmaci, come ultima spiaggia
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"se si tratta di Psicofarmaci io vorrei evitare di assumerne , perchè so che possono disturbare la personalità"

Non significa niente, è solo un pregiudizio che alla fine è paradossale. Gli psicofarmaci servono per far star meglio di chi soffre per alcune situazioni mentali.

Se una medicina agisce sul cervello per curare uno stato di malessere come vorrebbe chiamarlo ? psico-farmaco, se preferisce neuro-farmaco, insomma, un farmaco per problemi nervosi. Questo significa.

Assolutamente non l'ultima spiaggia. Sarebbe come dire che l'ultima spiaggia per una polmonite è l'antibiotico.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ok , mi scuso se le sono sembrato in qualche modo presuntuoso, ma in definitiva , secondo lei cosa può aver portato ad un simile problema? è solo di matrice psicologica o può essere implicato anche un fattore organico ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non sappiamo cosa sia questo problema, perché appunto la diagnosi non già definita, ma in generale si tratta, come per le altre malattie, di disturbi che riguardano il cervello in alcuni suoi settori, e che derivano dalla predisposizione ad averli, specie in determinate circostanze, ma spesso anche senza particolari sollecitazioni, spontaneamente.
Non esistono fattori psicologici o organici. C'è il cervello che è l'organo da cui deriva la mente come insieme di manifestazioni.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La ringrazio per la disponibilità Dott. Pacini . In ultima analisi , vorrei chiederle un parere , dato che sono stato recentemente da una Psicologa, la quale mi ha detto che lo stato ansioso , a suo parere , sarebbe ricollegata in qualche modo alla mia infanzia, poichè circa 1 mese e mezzo dopo la mia nascita ho sofferto di gastroenterite e sono stato ricoverato in ospedale diversi mesi . Secondo lei è una strada possibile ? Se fosse così, sarebbe comunque risolvibile ? Glielo chiedo perchè ho sentito in giro che , in queste circostanze , la risoluzione totale del problema è molto difficile
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non risulta che i disturbi d'ansia siano correlati a event simili. E' un'interpretazione deduttiva, ovvero sulla base della credenza che ci debba essere un evento a monte, si va a ricercare e qualcosa lo si trova sempre che nella "fisiologia" può produrre ansia, in questo caso più che altro nell'immedesimazione di un adulto.
I disturbi di panico sono solitamente familiari, non sono reazioni a situazioni di spavento o paure specifiche sviluppate per esperienze traumatizzanti.
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