Cura "Energizzante" da affiancare a Venlafaxina

Gentili Medici,

scrivo per porVi un paio di domande.

Sono attualmente in cura con Venlfafaxina a RP 75 mg/giorno, e devo dire che il farmaco sta funzionando nel senso che il mio tono dell'umore si è decisamente stabilizzato ed è generalmente migliorato (mi era stato diagnosticato un quadro di doc associato ad una depressione di fondo).

L'unico problema è che mi sento con poca energia, particolarmente stanco ed in questo periodo mi servirebbe un ulteriore supporto, per via dell'incipiente stagione degli esami universitari.

Vorrei chiedere:

1) esiste una cura medica che possa sostenere dando energia in un periodo particolarmente stressante? Non intendo cure da banco che tutti mi consigliano di prendere, con preparati naturali et similia

2) chi è il medico di elezione per la prescrizione? Psichiatra o medico di base?

3) una stanchezza diffusa indica che il farmaco non funziona o può capitare che si associno più farmaci, ognuno con un obiettivo diverso (ad es. Venlafaxina per il DOC, altro farmaco per la stanchezza e così via).

Vi ringrazio per l'attenzione e la disponibilità

Saluti cordiali
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ci si basa sulla diagnosi. Non torna però una cosa. Se sta meglio, stabilizzato e con un umore buono, che significa esattamente che è stanco a adesso in particolare ? Non ce la fa a studiare, dorme molto, o in che senso ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Marco Bianchini Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 52 2
Gentile Utente,
per rispondere in ordine alla sue domande inizio dicendole che lei sta già facendo tra tutti gli antidepressivi uno di quelli con maggiore effetto attivante, quindi una prima indicazione potrebbe essere quella dello spostamento dell'assunzione del farmaco, in caso lei senta effetti sedativi maggiormente al mattino. Il medico di riferimento per una terapia antidepressiva senza complicazioni puo' tranquillamente essere il medico di base, ma come nel suo caso sta avvenendo, essendovi delle insoddisfazioni sull'effetto raggiunto, forse un colloquio con uno psichiatra che possa capire meglio il suo disagio potrebbe essere una cosa utile. Si potrebbe così discriminare meglio se la scelta farmacologica è la migliore possibile (sia in termini di tipo di farmaco che di dose), poichè la stanchezza che lei descrive puo' essere anche segno di non pieno controllo della sindrome ansioso depressiva di cui soffre (DOC +Depressione).

Dr. Marco Bianchini
www.psichiatramodena.it
www.psichiatrareggioemilia.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor Pacini,

vediamo se riesco a spiegarmi in modo chiaro.

Con "stanco" intendo dire che mi stanco molto facilmente, nel senso che magari dopo una oretta di studio devo stendermi e riposare, è come se le energie di una batteria si consumassero un po' troppo in fretta.

PRIMA DELLA CURA, sarei stato tutto il giorno a rimuginare che non ce l'avrei fatta a dar l'esame, o a capire quello che dovevo imparare, che mi avrebbero bocciato e, di conseguenza, sarei stato a letto tutto il giorno alzandomi solo per pranzare.

ADESSO, con la cura a regime, i pensieri intrusivi non ci sono più (o meglio ci sono pochissimo, sono un piccolo fastidio e mi sa che sono nella norma, cioè tutti gli studenti hanno paura di essere bocciati), riesco a svegliarmi presto la mattina, addirittura senza sveglia. Solo che "duro poco", nonostante la voglia di fare ci sia.

E' che ho davanti l'ultima sessione di esami importante prima della laurea, e mi servirebbe più "energia"...
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Bianchini,

anche Lei ha centrato in pieno il problema.

In effetti mi chiedo proprio se questa stanchezza derivi dalla mia sindrome ansiosa depressiva (e in questo caso sarebbe da cambiare immagino o la posologia del farmaco che prendo o il farmaco, con un altro) o se sia qualcosa che va oltre la stessa (e in questo caso chiedevo se esistono cure mediche che sarebbero da aggiungere alla venlafaxina).

Inoltre, posso chiederLe un chiarimento sullo spostamento dell'assunzione del farmaco? Mi era stato detto di prenderlo la mattina, ma ciò mi causava un crollo di energia (dovevo proprio andare a letto) verso metà pomeriggio.

Di conseguenza ho iniziato a prenderlo subito dopo pranzo, così mi addormento ad un orario normale la sera, e mi sveglio pure prima la mattina dopo...

(all'inizio lo prendevo la sera, ma mi svegliavo decisamente troppo presto la mattina, tipo alle 6)!

Grazie
[#5]
Dr. Marco Bianchini Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 52 2
In caso un'ottimizzazione della cura non sortisca l'effetto sperato (es. aumentando la dose) si puo' prendere in considerazione un effetto secondario alla cura stessa (raro l'effetto sedativo con la Venlafaxina) come causa della stanchezza. Lascerei l'associazione di farmaci come strategia di terza linea; se dopo aver ottimizzato la terapia con Venlafaxina assieme al suo medico si ritenesse la risposta insoddisfacente valuterei un cambiamento di molecola.
In riferimento allo spostamento dell'assunzione mi riferivo proprio a quello che di fatto lei ha già svolto, ovvero trovare l'orario durante la giornata piu' efficace per assumere la terapia.
La saluto cordialmente
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La dose è aumentabile, oltretutto il caratteristico funzionamento della venlafaxina si realizza a dosi superiori ai 100 mg, così funziona più o meno come diversi altri farmaci antiossessivi-antidepressivi.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott Pacini,

La ringrazio per la risposta.

In effetti credo che, avendo funzionato così bene il farmaco finora, sia il caso di discutere un aumento della dose col mio psichiatra, anche perché ho fatto l'errore in passato di interrompere di punto in bianco la terapia con venlafaxina 75 mg al giorno (la terapia che sto attualmente seguendo da tre settimane è la ripresa della vecchia terapia).

Come mi diceva lo psichiatra era quindi anche prevedibile che ora avremmo dovuto fronteggiare un inasprimento dei sintomi (in effetti questa "mancanza di energia" forse è, semplicemente, una ricaduta...).

Colgo l'occasione per due ulteriori domande :

1) quale sarebbe l'effetto caratterisco della venlafaxina cui Lei fa riferimento in contrapposizione all'effetto tipico di farmaci antiossessivi/depressivi (rispettivamente sopra e sotto i 100mg?)

2) uno dei motivi per cui smisi bruscamente di prendere le pastiglie è che non riuscivo più a prenderle dopo circa 4 mesi di terapia , nel senso che mi bastava mettere la compressa in bocca che volevo spuntarla e mi veniva una gran nausea. Lo psichiatra ha sottolineato come fosse una difficoltà psicologica (e non più un effetto collaterale) nella assunzione, visto che mi sentivo ormai bene ed è difficile "sentirsi dipendere da una pillola". Le sono mai capitate situazioni del genere? Che consiglio darebbe ad un paziente in una situazione del genere, se mi dovesse recapitare?

Grazie mille!
[#8]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il funzionamento bilanciato su adrenalina e serotonina per cui la venlafaxina viene classificata come snri è valido ma è riferito a dosi medie oltre i 100 mg.

Il rifiuto di prendere pastiglie è un comportamento, più che una difficoltà è una posizione a priori, non dovuta ovviamente all'assunzione della medicina. A meno che non stiamo parlando di intolleranza alla composizione della compressa, nel qual caso i discorsi sul volerla smettere non c'entrano niente, ma è Lei la prima a sapere se aveva un rifiuto della terapia perché non voleva esservi legata oppure no.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,

Si mi era diventato difficile prenderla perché ero stanco di dipendere da una pastiglia, odiavo proprio il gesto di assumerla ogni giorno. Forse ci vorrebbe più forza di volontà (e adesso è più facile perché ho visto anzi ri-visto come sto senza pastiglia, tanto che discuterò l'aumento della dose quanto prima).

Per il funzionamento del farmaco, in pratica sta dicendo che a 75 la venlafaxina lavora solo sulla serotonina?

Nel caso di specie,situazione ossessiva depressiva, si potrebbe trarre un maggiore giovamento se il farmaco lavorasse anche sulla adrenalina?

Quindi la terapia usuale per trattare una situazione ansiosa sarebbe da 100 mg di venlafaxina in su di solito?

Grazie infinite della chiarezza e dell'aiuto, mi sa che è il caso di sentire il mio psichiatra quando prima, per valutare se sia meglio adattare la terapia attuale (non ci avevo pensato finora perché pensavo un po' stupidamente che la stanchezza non avesse a che vede con il mio quadro clinico)!

Grazie ancora
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

E' una posizione autolesionistica. Conviene parlarne con il medico prima di farsi convinzioni sbagliate su come funzionano queste cure e su cosa significa star bene rispetto all'idea di poter fare a meno della cura.

Sulla venlafaxina il discorso è che se si sceglie il meccanismo particolare della venlafaxina le dosi sono mediamente quelle, ma non è che ci sia solo la venlafaxina come strumento per questi disturbi. La diagnosi è il punto di partenza, perché ansia è una connotazione vaga, per esempio per i disturbi ossessivi ci sono terapie, per il panico in parte le stesse ma totalmente uguali etc.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Nel mio caso la diagnosi era Doc associato ad un fondo depressivo.

Per cui lo psichiatra scelse di provare come primo farmaco (altri non ne ho presi) la venlafaxina

Sentirò lo psichiatra il prima possibile.

È stato davvero gentilissimo!
Allergia ai farmaci

Allergia ai farmaci: quali sono le reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un farmaco? Tipologie di medicinali a rischio, prevenzione e diagnosi.

Leggi tutto