Psicoterapia

Gentili dottori.
Sono una persona che soffre da tempo di attacchi di panico.
Usai la paroxetina per due anni e le cose andarono molto meglio.
Quando smisi il farmaco però la situazione tornò come prima.Allora decisi di intraprendere una psicoterapia strategica breve (sullo stile Nardone).Le cose andarono meglio per un pò senza mai una definitiva risoluzione.Verso le ultime sedute programmate(ottava-nona) però le cose peggiorarono.
Allora lo specialista mi prescrisse nuovamente paroxetina.Ora sono alla terza settimana di dose piena..le cose sembrano migliorate abbastanza,tranne che a volte mi sveglio di notte con forte agitazione e cardiopalmo(non capisco come mai).
Vorrei ora abbinare alla cura farmacologica la psicoterapia.Non ho però idee chiare a riguardo.
Terapia psicoanalitica o cognitivo comportamentale?Quale farebbe più al caso mio?Contando che non ne conosco bene le differenze..ho molta confusione a riguardo.
Grazie a tutti per l'attenzione.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
i sintomi che avverte di notte, se non li aveva prima, potrebbero essere effetti collaterali del farmaco: la paroxetina in particolare ha la tendenza a disturbare il sonno in alcune persone e in tali casi si può ricorrere alla modifica dell'orario dell'assunzione (assumerla la mattina piuttosto che la sera): consulta a proposito il Suo psichiatra.

Anche rispetto al tipo della psicoterapia, non è detto che debba essere per forza o cognitivo-comportamentale o psicoanalitica; viste le problematiche precedenti con la psicoterapia (metodo Nardone), è possibile che nella prima fase serva un approccio meno impegnativo e più orientato al sostegno emotivo e alla comprensione del Suo caso, come la cosidetta "psicoterapia espressivo-supportiva", che in una serie degli ambulatori viene praticata come il primo approccio. In ogni modo, Le consiglio di consultare anche per tale quesito il Suo psichiatra: conoscendLa meglio, saprà trovare la soluzione più ottimale per Lei.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
grazie per la cortese risposta.
Inoltre avrei un ulteriore dubbio.
Ormai assumo le dosi pieni di paroxetina da un mese e mezzo e le cose sembrano molto migliorate..anche se non c è stato ancora quel salto di qualità che mi aspettavo...forse arriverà gradualmente.
E' da un periodo che sento come una sorta di tristezza interiore e leggera angoscia che definirei immotivata...è normale a questo punto della terapia?Mi capita soprattutto quando non ho la mente impegnata.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
E' normale che i miglioramenti sono graduali. Anche certi sintomi d'ansia nuovi ai primi tempi di assunzione di un antidepressivo potrebbero starci.

Certi vissuti nuovi possono essere correlati alle Sue problematiche di fondo (senza che Lei sappia necessariamente motivarle), che ora, con l'attenuarsi della sintomatologia più eclatante (attacchi di panico), Lei può sentire di più.

In genere con gli antidepressivi l'effetto più pronto è sugli attacchi, mentre ad esempio, su stato depressivo (che poteva esserne la causa) l'effetto è un po' più lento, e sull'atteggiamento di evitamento e di insicurezza è ancora più lento. Certi aspetti, potrebbe essere anzi più ottimale che rimangono, nella misura nella quale sono abbordabili con la psicoterapia.

Visto che il Suo consulto è stato intitolato da Lei "Psicoterapia", prova a leggere qualcosa sul tema (anche sul nostro sito), per iniziare a informarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori.
Sono passati 3 mesi dall' assunzione di dose 20 gocce/die di paroxetina.
LA situazione è molto migliorata tranne che nel prendere iniziativa nel fare le cose da sola...in quello sono ancora un pò restia....
Inoltre in questo periodo qualche volta mi è capitato ancora di agitarmi un pò....può essere ancora normale o devo preoccuparmene?
Grazie mille
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
non deve preoccuparsi. E' normale che i miglioramenti siano graduali. Tipicamente l'effetto del farmaco nel ridurre l'intensità e la frequenza degli attacchi di panico è precoce. Bisognerebbe parlare con il Suo specialista per capire in quale misura "agitarsi un po qualche volta'" corrisponde alla forma residuale e sfumata degli attacchi di panico o no. In ogni caso ci vorrebbe un controllo dal Suo specialista.. Invece le tendenze di evitamento che tipicamente complicano il disturbo degli attacchi di panico non si risolvono così in fretta e per questo ci vuole dare al farmaco più tempo, ma su questo problema si potrebbe intervenire associando anche la psicoterapia.
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dopo
Utente
Utente
grazie mille per le tempestive e cortesi risposte.
Sono assolutamente d'accordo sulla psicoterapia...è solo che dopo la delusione del "metodo Nardone" nel quale credevo molto..non saprei proprio a quale affidarmi..ma dovrò assolutamente provvedere anche a questo.
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