Informazioni su depressione/ansia

Salve dottori,
volevo chiedervi delle informazioni su quella che è la mia patologia. Attualmente ho 22 anni, l'anno scorso da un attacco di panico improvviso, si è scatenata una depressione ansiosa,ormai tutto era finito per me, insomma come mi definisco adesso, a quel tempo ero un "morto vivente". Poi un consulto psichiatrico, mi ha aiutato, perchè mi son stati prescritti dei farmaci che tutt'ora assumo, che mi hanno praticamente riportato ad una vita accettabile e spero di poterli lasciare un giorno. La mia situazione è questa: ho 2 genitori,
caratterialmente molto ansiosi che soffrono di disturbi ansioso depressivi, mia madre è una somatizzatrice a cui basta qualche ansiolitico al bisogno per stare meglio, anche se dopo la menopausa ha sofferto di depressione rientrata dopo una cura, da allora nessun problema,è un soggetto che soffre di ansia reattiva in poche parole. Mio padre è un caso molto più complesso, grande somatizzatore di ansia, poco sonno qualche incubo, attacchi di panico, in passato anche all'improvviso, ora più che altro reattivi, cefalee, indebolimento, lievi sintomi depressivi a volte,peggioramento dei sintomi sotto stress, caratterialmente molto introverso, pessimista, insomma un ansioso con la A maiuscola. Spesso proprio mio padre mi raccontava che suo padre, nonchè mio nonno per circa un ano è rimasto bloccato in casa per questi sintomi, cioè panico veramente forte, tachicardia continua, niente sonno..questo negli anni 60'. Insomma anlizzate voi il mio quadro genetico, per potermi dire quanto possa influire su di me attualmente. Infatti mi interessa sapere quanto io possaa attribuire ad un fattore genetico i miei problemi. Molto oltre ad una possibile causa gnetica, dipende da quello che ho attorno. In passato ho conosciuto gli attacchi di panico, ma solo reattivi, non improvvisi. L'anno scorso fu improvviso e violento. Io sono caratterialmenet molto sensibile, labile e da sempre ho notato che quando mi arrabboi veramente, ho reazioni violente, mi è successo raramente, ma è successo. Il fatto di crescer con 2 genitori ansiosi, mio padre molto pessimista, che anzichè spesso incoragiarmi mi scoraggiava, credendomi un buono a nulla, può avere la sua importanza.Infatti mi ricordo che il famoso attacco di panico,avvenne il giorno successivo di un grande sfogo di mi padre nei miei confronti, che mi distrusse nell'interno, con pianto, voglia di lasciare casa, in quel periodo ero alla ricerca disperato di un lavoro, ero stressato perchè facevo lavori pesanti che odiavo. Adesso con le cure, tutto è accettabile, lavoro, sono cresciuto.Dopo i netti miglioramenti,(sono passato da 150 a 75 di venlafaxina) noto che dopo un pò di stress, dicussioni in famiglia,sinistro stradale; ecco i soliti sintomi, molto più lievi che pasano in qualche giorno, però sotto cura. Insomma noto di essere molto sensibile a ciò che potrebbe destabilizzarmi.Volevo sapere se è così che funziona per chi ha questa patolgia e se potrò controllare meglio il tutto.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

un ulteriore passaggio sulla gestione della patologia potrebbe essere valutato attraverso un percorso di tipo psicoterapeutico in condizioni di eleggibilità.

La persistenza di sintomi non può essere considerata come un passaggio di miglioramento ma come un non completo compenso sintomatologico che andrebbe rivalutato.

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta,
da qual che ho capito lei considera l'approccio farmacologico sbagliato.
Io ho assunto venlafaxina 150 mg e non ho avvetito più nessun sintomo dopo 6 mesi di trattamento, i miglioramenti li ho avuti immediatamente, in circa 2 mesi i sintomi erano scomparsi, poi dopo ho continuato con i 150 mg e a fine Dicembre col mio psichiatra è stato deciso di scendere a 75mg. Col passaggio a 75mg nessun problema, ho trascorso un mese tranquillamente, in cui ho avuto un sinistro stradale, che mi ha un pò scosso. Successivamente da circa un mese fa, dopo qualche discussione in famiglia, un probabile appiattimento della vita quotidiana, dovuto anche allo stress lavorativo, mi ha portato a rivedere in forma leggera qualche somatizzazione ansiosa, che noto al risveglio sopratutto e un pò di stanchezza in certi giorni. La situazione è accettabilissima, niente di grave, ma qualche fastidoi che non avevo più è riapparso. Adesso stiamo provando a reintegrare lo xanax 0.25mg per calmare quest somatizzazioni e migliorare sopratutto il sonno, questa è la mossa che stiamo facendo io e il mio psichiatra, chiaramente sempre tenendo sotto controllo la situazione.
Mi farebbe piacere ascoltare il suo parere e quello di altri medici.
Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
No, non ho affermato di considerare l'approccio farmacologico sbagliato, anzi è da considerarsi il primo approccio ma permangono dei sintomi ed è possibile associare un percorso psicoterapeutico, nel suo caso potrebbe essere utile associare i due trattamenti sempre che vi siano condizioni di eleggibilità valutate preventivamente.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,
il fatto che mi sta tormentando da qualche giorno è che con i 150mg di venlafaxina sono migliorato tantissimo, a tal punto che il mio psichiatra ha deciso di farmi passare a 75 mg, anche con i 75 mg le cose andavano molto bene, non avevo minimamente trovato differenze da una dose all'altra e il mio psichiatra mi rassicurava dicendomi che presto saremmo potuti con un pò di tempo passare ai 37.5. Purtroppo è da circa una ventina di gg, se non un mese addirittura che avverto strani sintomi ansioso depressivi, come leggera apatia, a volta affaticamento che può avere una concausa fisiologica, leggera tensione generale, sonno disturbato, con risveglio teso. Siccome la causa ripeto potrebbe essere incentrata negli sviluppi di un siistro stradale che mi ha un pò scosso, con tutte le varie vicessitudini, qualche discussione in famiglia che non manca mai, un pò di stress lavorativa, con il mio psichiatra adesso ho inserito 0.25 di xanax al di, credo per poter verificare se si tratti di ansia reattiva e quindi passeggera. Il percorso psicoterapeutico credo che vada preso in seria considerazione, perchè aiuta a conoscere meglio la patologia, ad accettarla e a curarla.
Lei dottore cosa ne pensa attualmente della mia situazione?
A cosa potrei imputare questo lieve peggioramente, da uno stato ottimale?? Grazie in anticipo per la risposta.
Cordiali saluti.
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