Chiedo di sospendere i farmaci e mi viene prescritto altro farmaco

Dopo anni di utilizzo di farmaci e droghe, ho smesso totalmente di prendere droghe e sono tornato da uno psichiatra dopo un'anno e mezzo che prendevo farmaci senza supervisione di un professionista, per sospendere anche i farmaci, in quanto la mia vita e volontà stava prendendo una giusta direzione e la sta prendendo ancora e lavoro settimanalmente con sostegno psicoterapeutico per non cadere più .
Lo psichiatra inizialmente mi ha fatto sospendere gradualmente il farmaco che oramai prendevo da anni (Efexor 150) , dicendomi che dovevamo capire sospendendo il farmaco come sarei stato, e nonostante la mia fatica nel ridurre il farmaco in un mese lentamente da 150 a 37,50, arrivato a 37,50, avevo raggiunto un equilibrio e stavo bene, e il mio psichiatra nella seconda seduta dopo un mese, non si ricordava cosa stessi prendendo o cosa mi avesse detto di sospendere (per me gravissimo), e una volta che si è' ricordato, dopo averglielo ricordato, mi ha detto di sospendere del tutto Efexor (d'accordissimo) , ma mi ha detto di integrare con Trittico 75 rp la sera, ma non mi ha dato troppe spiegazioni dopo mie richieste, e comunque non era più in linea con il fatto di capire come stavo a sospensione avvenuta (perché?). Non mando ancora giù questo fatto, e glie l'ho chiesto e mi ha detto che serviva integrare momentaneamente con trittico 75rp, per evitare malesseri dopo sospensione dell'efexor, ma stavo bene e non capisco tutt'ora perché se il nostro intento era quello di sospendere i farmaci, iniziare nuovamente con un nuovo psicofarmaco a suo dire blandissimo. Ora lo sto prendendo da circa una settimana e la mattina faccio fatica ad alzarmi e nel pomeriggio inizio ad agitarmi tantissimo e a perdere la mia fermezza/consapevolezza ad arrivare alla sera spossatissimo. Ho chiamato il mio psichiatra e mi ha detto che per arrivare a stare meglio, devo arrivare a una dose di trittico pari a 150 rp. Rimango sempre più allibito, e tutto perché, lo ripeto, da che dovevamo sospendere un farmaco, sto praticamente iniziando a prendere un farmaco che dagli effetti che mi sta provocando, non e' blandissimo come dice lui, e pur sapendo gli effetti che sta provocando, continua ad integrare senza darmi spiegazioni. Non so cosa fare, stavo benissimo una volta sospeso Efexor e non capisco perché devo iniziare con un nuovo psicofarmaco che tra l'altro non mi fa stare bene e non so dove mi porterà.
Visto quanto sopra, qualcuno può consigliarmi la strada più giusta da prendere visto che sono all'inizio con Trittico e la mia volontà e' quella di non prendere più farmaci? Tra l'altro non capisco perché dopo l'ultima seduta che ho fatto dallo psichiatra all'interno della quale ho espresso i miei dubbi e non ho ricevuto risposte, mi è stato detto di prendere un nuovo farmaco e mi è stato detto di sentirci per un periodo solo telefonicamente, e nonostante le mie telefonate con espressione di malessere, mi continua a dire di integrare il farmaco.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

In effetti la cosa non è chiara. Se necessita di una cura antidepressiva, ce l'aveva già. Lo psichiatra si è espresso chiaramente sul fatto di sospendere la cura, ha detto che non le serviva, o che le è servita ma era effettivamente il momento di provare a sospenderla, oppure non ha detto niente del genere ?

Il punto non è quale sia la sua volontà, a cui rimane libero di dar seguito, ma che linea sta seguendo il medico, che indicazioni le sta dando.

Quando è arrivato da questo psichiatra, aveva preso nel frattempo sempre efexor ma con quale ragionamento ? Le aveva fatto bene ? Le era stato detto di proseguirlo comunque per un certo periodo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera Dott. Panini, il medico non ha detto e non si è espresso sul fatto che mi sia servita o meno la cura, ed era d'accordo inizialmente con me sul fatto di smettere la cura con l'efexor, perché stavo comunque bene e non ne vedevo più il bisogno. Il fatto di smettere la cura con l'efexor era dovuto al fatto che per anni lo stavo prendendo in concomitanza di droghe in particolare cannabis, e volevamo capire insieme a farmaco sospeso come stavo, e come scrivevo sopra, a efexor sospeso stavo meglio di quando ne prendevo la dose di 150, e quello che voglio capire che non mi è stato spiegato dal mio medico, e' perché mi ha voluto subito integrare trittico 75 rp senza capire come sarei stato a Efexor sospeso. Mi sono sorpreso e comunque l'ho ascoltato, pensando che lo stesse facendo con cognizione di causa, e comunque mi ha detto che trittico e' un farmaco blandissimo, e che non dovevo preoccuparmi e sarebbe servito solo per questo primo periodo perché avevo sospeso il farmaco. Quando però dopo una settimana di trittico, ero molto agitato e l'ho chiamato, mi sono stupito ancora di più perché mi ha detto di integrarlo fino a 150 rp, e qui a mio avviso e' venuto lo scopo per cui ero andato da lui, e cioè smettere di prendere psicofarmaci, sto integrando un farmaco che non mi sembra blandissimo, e lui non si esprime mai sul perché mi sta facendo fare questo. La cosa che mi preoccupa di più e' che mi ha visto solo 2 volte, e adesso mi segue solo telefonicamente e in maniera veloce. Un'altra cosa che mi preoccupa, e' che l'ultima seduta non si ricordava neanche che stessi sospendendo Efexor, e sono io che gliel'ho dovuto dire. Se non ha buona memoria, come fa a seguirmi telefonicamente con chiamate velocissime? Secondo lei sempre che il mio medico abbia uno schema per me, quale potrebbe essere? Non mi do pace sul fatto che stavo bene e mi ha fatto iniziare una cura con trittico senza neanche aspettare di capire come sarei stato, per che motivo può averlo fatto? Dovrei vedere un'altro psichiatra prima di integrare trittico da 75 a 150? Non vorrei trovarmi a prendere un farmaco per niente e un domani fare nuovamente un percorso faticoso per smetterlo come con l'efexor.
Comunque per risponderle, il medico non mi sta dando indicazioni chiare e non capisco che linea sta seguendo se si ricorda sempre vagamente cosa ho sospeso e mi chiede tutte le volte "adesso cosa sta prendendo ?".
Quando ero arrivato da questo psichiatra stavo prendendo Efexor ma con nessun ragionamento, qualche anno prima l'avevo iniziato a prendere per attacchi d'ansia, depressione timidezza e continue paranoie con paura della maggior parte delle situazioni della mia vita e poi per smettere con le droghe, ma non era chiaro, perché ho sempre avuto situazioni familiari molto difficili, problemi legati alla vita nello sviluppo della maturità e problemi con le droghe dai 17 anni fino a circa i 31, adesso ne ho 32 e non soffro più di depressione attacchi di panico, ho risolto i miei conflitti con la famiglia sono maturato molto su tutti gli aspetti della mia vita e non mi drogo più, addirittura non bevo neanche più il vino nei pasti e la sera se esco, non bevo quasi mai, eccetto una o due birre la settimana. Questo psichiatra comunque non mi aveva dritto di proseguirlo, ma era d'accordo inizialmente con me di sospenderlo.
Cosa mi consiglia dottore, sono stato esaustivo con la mia risposta?
Quale sarebbe a questo punto secondo lei la cosa giusta da fare?
Grazie per l'interessamento.
Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente

Si chiarisca allora meglio con il medico, attualmente da come riporta Lei le cose non sembra che questa evoluzione della terapia abbia un senso comprensibile.

Comunque, giusto per precisione:

" lo scopo per cui ero andato da lui, e cioè smettere di prendere psicofarmaci"

Lei era andato per avere un parere sul fatto che fosse il caso di sospendere l'efexor e come farlo, e poi verificare come sarebbe andata la cosa, nel caso riprendendolo o prendendo cose diverse.

"Psicofarmaci" non significa niente.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Dottor Pacini, per farla spiccia,
Se avendo sospeso Efexor che non so se chiamarlo psicofarmaco o no ma è sempre un farmaco, ma non sono un medico e dotto come lei, perché se stavo bene mi è stato introdotto un nuovo farmaco, psicofarmaco o medicinale come preferisce lei? Stando bene, da non medico e specialista, non capisco perché dover prendere a tutti i costi qualcosa e in questo caso il trittico, una terapia dovrebbe avere in generale una linea, e perché non essere chiari su questa linea?
Vorrei gentilmente una risposta a questo, che è quello che cerco di chiedere sia al mio medico che a lei come da mia precedente email. Se a questo non può dare una risposta, la ringrazio lo stesso di cuore per la sua attenzione.
Penso che la chiarezza tra medico e paziente, debba sempre esserci, come nella vita di tutti i giorni tra due interlocutori, e se manca, penso che ci sia qualcosa che non va.
Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Psicofarmaci, sono farmaci per far funzionare meglio il cervello nei suoi parametri psichici, quindi psicofarmaci.

Neanche io capisco o so se debba per forza prendere qualcosa, che sia uno o l'altro.

Infatti le dicevo proprio questo, che non capivo esattamente quale potesse essere il percorso. Se deve prendere qualcosa, ammettiamo che sia ad esempio così, non vedo allora perché non continuare l'efexor che già prendeva.

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