Medico di base... può aiutarmi con gli ssri?

Gentili Dottori,
la mia storia è lunga,quindi cercherò di tagliare corto.

Soffro di DAG da 4 anni e ne ho provate tante.

Ho assunto Escitalopram,paroxetina,anafranil,en,Xanax,Depakin,Olanzapina,Orap,Seroquel.

Attualmente sto assumendo Anafranil 50 mg al dì e Xanax 0,50 mg.

Dopo due mesi di attesa,sono riuscito a farmi ricevere dal nuovo psichiatra che mi ha preso in cura,ma mi ha deluso non poco.

Gli ho spiegato tutta la storia e lui mi ha segnato Xanax 0,50 al dì. Gli ho espresso le mie perplessità dicendogli che come lui mi insegna lo Xanax è un sintomatico e a lungo andare è sconsigliato e lui mi ha detto testuali parole: "Lo Xanax 0,50 non crea né assuefazione né dipendenza" invitandomi a farmi ricevere tra tre mesi. (è molto impegnato per questo i tempi sono lunghi)

Qui sopra molti di voi - o meglio tutti- hanno confutato l'opinione espressa dallo Specialista e non sono rimasto sorpreso perché sembrava molto strano anche a me.

Che cosa voglio fare? Cercarmi un altro psichiatra ma purtroppo devo spostarmi e i mezzi non sono proprio i migliori per farlo in breve tempo. Detto ciò,voglio andare dal medico curante che per altro già mi ha aiutato in precedenza e farmi prescrivere -se lui sarà d'accordo- il sereupin, antidepressivo che ho preso anni fa cui notai una buona reazione ma mi fu cambiato da un altro psichiatra perché a suo dire non era adatto a me (Mi diagnostico DOC e mi diede i farmaci sopra descritti,ma non ho mai ottenuto giovamenti per quanto riguarda questo presunto DOC che poi è stato smentito dai successivi Specialisti)

Il medico curante può segnare antidepressivi ed indicarmi la dose?
Io attualmente assumo Xanax e anafranil 50 mg,il medico curante ha competenze che mi permettano di segnarmi un antidepressivo associandolo o sostituendolo al triciclico che sto assumendo? O sono competenze solo dello psichiatra?

L'anafranil l'ho preso per due anni a 150 mg,sei mesi a 75 ed ora lo sto prendendo a 50 mg da 4 giorni. (Lo sto scalando lentamente,il vecchio psichiatra mi disse di togliere 20/25 mg ogni 15 giorni)

Grazie in anticipo per le risposte sicuramente esaurienti.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
" "Lo Xanax 0,50 non crea né assuefazione né dipendenza""

Assuefazione sì, francamente mi pare strana un'affermazione del genere. Dipendenza non è detto, non è un sinonimo di assuefazione, ma certamente in tre mesi ci si è assuefatti e quindi si sviluppa astinenza in caso di sospensione brusca.

Esistono terapie ben diverse per i disturbi d'ansia in generale e per il dag in particolare.

L'ananfranil lo sta togliendo, non capisco perché con questa lunga gradualità se alla fine non ne aveva tratto beneficio, ma perché per due anni senza beneficio ? Dopo al massimo qualche mese di assunzione a quella dose senza alcun beneficio si cambia cura (o al limite si aumenta la dose).

Un'ultima cosa: le medicine che Lei ha assunto comprendono medicinali per i disturbi bipolari, e/o per i sintomi psicotici. Anafranil e cipralex sono farmaci per i disturbi d'ansia, gli altri no, tranne che in casi particolari.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dottore,
Il Dottore così mi ha detto,per quanto possa sembrarLe assurdo, così mi ha detto.

L'Anafranil mi fu dato come farmaco chiave per la cura del DOC,se l'ho preso è perché erano diminuiti i sintomi di natura ansiosa.

Pensa che l'Anafranil è anche un ottimo ansiolitico?

Infine,se può rispondere alla domanda che Le ho fatto,quella in riferimento alla funzione del medico di base, gliene sarei grato.
Mi piacerebbe sapere anche cosa pensa del sereupin come antagonista del DAG.

Distinti Saluti

[#3]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dottore,
approfitto della Sua gentilezza per farle un'altra domanda: io per due anni ho preso l'Anafranil 150 mg e posso dire che i sintomi ansiosi erano diminuiti.

Poi sono sceso a 75 mg per sei mesi e non è cambiato nulla. Poi iniziai a scalare lentamente ed arrivai a 10 mg. Ci fu una brutta ricaduta,ma io ho sempre pensato che non sia dovuta al farmaco ma a motivi personali.

La "ricaduta" si ebbe tre giorni dopo aver scalato da 20 a 10 mg (scalavo 20 mg ogni 15 giorni) e gli Specialisti (anche qui sopra) mi dissero che da 20 a 10 mg era impossibile che questo scalaggio portasse ad una ricaduta. Ho aumentato nuovamente a 75 mg e non è cambiato nulla nemmeno dopo 10 giorni di assunzione. Poi ho preso lo Xanax e ho avuto di nuovo un miglioramento.

Che ne pensa? L'Anafranil centra qualcosa con la ricaduta che ebbi?
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Ci fu una brutta ricaduta,ma io ho sempre pensato che non sia dovuta al farmaco ma a motivi personali."

Mi verrebbe di pensare al contrario. Non è il passaggio da 20 a 10, se mai è l'essere da tempo a dose mediamente inefficace.

In ogni caso se l'anafranil non funzionava, ci sono alternative all'anafranil, non vedo il senso di inserire un ansiolitico qualsiasi dall'effetto non specifico e temporaneo.

La scelta del farmaco non la deve elaborare lei, ci pensa il medico. Il medico di base non segna antidepressivi su indicazione del paziente, se mai può ritenere di segnarle una cura antidepressiva e seguirla, se si sente sicuro in questa branca.
[#5]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dottore,
io rispetto la sua competenza e anche la disponibilità che mi sta mostrando,ma deve anche argomentare ciò che dice. Io ho avuto a che fare,mio malgrado,con cinque psichiatri nella mia vita e ce ne fosse stato uno in accordo con l'altro.

Credere a Lei significa non credere a loro e viceversa.

Premesso che i due anni a 150 mg - pur avendo trovato sollievo dall'ansia- non sono stati tutte rose e fiori, erano presenti lo stesso somatizzazioni nei periodi di maggiore tensione anche se non frequenti.

Detto ciò,Lei sta affermando che è stato lo scalo da 150 a 75 che ha causato il peggioramento. Allora perché nei circa sei mesi che ho assunto 75 mg non mi è accaduto nulla? E perché dopo essere arrivato a 10 mg rialzando a 75 mg la situazione non è ritornata alla normalità?

Ecco,questi interrogativi mi piacerebbe risolverli.

Con il massimo rispetto,La ringrazio ancora e Le faccio i miei più saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Anafranil è efficace nella cura del DOC a dosaggi terapeutici.

La dose inefficace è riferita ai 10mg.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Perché i disturbi hanno carattere di ricorrenza, per mesi si sta bene, poi si ricade, può succedere a 75, a maggior ragione a 20 o a 10, e riaumentando a 75 può non succedere nulla perché nella ricaduta la dose efficace non è "l'ultima con cui si stava bene", ma spesso è quella con cui si è risolto il primo episodio del disturbo.

Questo è in generale il meccanismo.
[#8]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dott. Ruggiero,
La ringrazio per il suo intervento,comunque io sto parlando di DAG e non DOC. E' stato comunque gentilissimo. Se vuole aggiungere informazioni,sarò lieto di leggere un Suo nuovo intervento.

Gentile Dott. Pacini,
Grazie nuovamente per il suo intervento,paradossalmente il Suo intervento contraddice quello di molti Suoi colleghi,comunque ho intenzione di seguire il Suo consiglio.

Lei ha detto che la dose efficace è quella con cui all'inizio si stava bene,nel mio caso sarebbe 150 mg. Ma mi chiedo: Lei ha anche detto che i disturbi sono ricorrenti,ciò mi porta a pensare quindi che la ricaduta ci sarebbe stata anche se avessi assunto sempre 150 mg,in caso contrario si confuterebbe ciò che Lei ha detto,ossia che i disturbi sono ricorrenti.

In parole povere se i disturbi sono ricorrenti allora i farmaci non possono evitare le ricadute?

Io aumenterò a 150 mg,ho i farmaci e sono libero di farlo. Ma mi piacerebbe che lei mi desse questa ultima delucidazione. Dettò ciò crederò a Lei,dato che a qualcuno devo credere,e visto che non siete tutti d'accordo non posso far altro da povero paziente che tentare la "fortuna"

La ringrazio e Le faccio i miei più cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

In generale possibile ricadere anche con una cura a dose media, ma noi stiamo ragionando ora sul suo caso, quindi nel caso singolo ci si regola secondo la storia che ha avuto fino ad ora.

In qualsiasi malattia le cure non funzionano sempre, per sempre e comunque. Quando un farmaco entra in commercio significa che funziona su una parte dei casi, a volte quasi tutti, a volte pochi. Mi sembrano però discorsi superflui, perché in fondo aveva un farmaco di quelli classici, a dose neanche alta, media (150 mg), e aveva risposto in maniera almeno decente. Il DOC è un disturbo in cui non è probabile avere subito una risposta piena, spesso si deve "faticare" non poco per trovare una terapia efficace.

Più che credere a qualcuno, si tratta di percorsi da verificare, quindi non maneggi le cure da sola, faccia sempre riferimento ad un medico, e naturalmente scegliendo lei di chi "fidarsi" segua la proposta e con il medico in tempi prestabiliti verifichi se ne vale la pena o meno.
[#10]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Ha parlato di DOC durante la richiesta, ed è probabile che sia la corretta diagnosi.
[#11]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dott.Ruggiero,
La ringrazio per la risposta, ma su quali basi Lei dice che è probabile che la diagnosi sia corretta se non conosce nemmeno il mio caso? Non è assolutamente una provocazione,solo che penso che sia legittimato il fatto che mi sorga un dubbio.

Gentile Dott. Pacini,
Lei mi sarebbe dire nel caso di DOC quanto tempo occorre per poter affermare che si è avuto una risposta positiva alla terapia,parziale o totale che sia?

Anche qui sarei lieto di ricevere una Sua (o del Suo stimato collega) esauriente risposta. Purtroppo io mi sono trovato a confondere l'ansia con il DOC e avendo avuto una risposta sintomatica relativa all'ansia ma assolutamente non al DOC ho risposto affermativamente al terapeuta che mi chiedeva come stavo,ma senza che lo stesso approfondisse in quale sfera questo miglioramento era avvenuto.

Su questo mi piacerebbe avere risposta e chiudere questo consulto con la speranza di fermare quello che sto facendo da mesi,ovvero chiedere sempre consulti,vi posso assicurare che non mi fa assolutamente piacere.

Distinti saluti



N.B Qualora abbiate voglia di leggere,ho una prova inconfutabile che lo psichiatra come minimo abbia commesso qualche errore. Il mio caso purtroppo è complesso, per tale motivo non mi sentivo sicuro delle diagnosi fatte dal medico e lo invitavo ad ascoltarmi per capire se ciò che gli avevo da dire potesse aiutarlo facendo ciò mi aiutavo con un foglio dove avevo segnato le cose da dire in modo da non dimenticare nulla per un discorso esauriente ma comunque conciso. Lo psichiatra mi diceva che questo mio comportamento era tipico "dell'ossessivo" e che mi sarebbe passato con la cura.

Io,assolutamente non convinto, ho reiterato questo comportamento i mesi successivi, al che il terapeuta mi disse "Ancora non ci siamo,dobbiamo rinforzare la cura" e arrivò l'uso dell'antipsicotico (Olanzapina). Io lo presi ma non ci credevo e allora decisi disperato di portare del mio discorso "un pezzo alla volta" in modo che lo stesso non vedesse questo comportamento da "ossessivo". Due mesi dopo,alla visita successiva mi disse: "vedi che non stai più intavolando i tuoi discorsi e portando i tuoi fogli,che ti avevo detto" ? Io gli dissi che aveva ragione e iniziai il mio disperato piano B,ovvero dire il mio discorso un pezzo alla volta facendola passare per un'osservazione recente e assolutamente senza fogli a portata di mano. Alla prima di queste "osservazioni" lo psichiatra mi fece alcune domande e mi disse che in queste caso la panacea per il mio tipo di DOC si chiamava Orap e non Olanzapina. Da allora iniziarono le mie titubanze che gradualmente mi fecero cambiare strada.

Pochi mesi fa, in un libro di un famoso psicoterapeuta in un capitolo dove venivano riportate alcune "critiche" alla psichiatria tramite l'esposizione di alcuni esperimenti fatti ai loro "danni" , è stato dimostrato ciò che mi è accaduto che quindi, a suo dire,sarebbe un errore molto frequente di questa categoria di specialisti della mente. L'esperimento fatto calza -ahimé- a pennello con quello che mi è accaduto e penso di poter dire -seppur nella mia ignoranza a riguardo - di avere una prova inconfutabile che almeno un errore del terapeuta c'è stato o come minimo una prova di negligenza dello stesso. Qualora lo vogliate posso indicarvi il titolo del testo o riportarvi il passo dove viene citato tale esperimento. Sperando di non avervi annoiato,Vi ringrazio ancora.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Il mio caso purtroppo è complesso, per tale motivo non mi sentivo sicuro delle diagnosi fatte dal medico e lo invitavo ad ascoltarmi per capire se ciò che gli avevo da dire potesse aiutarlo facendo ciò mi aiutavo con un foglio dove avevo segnato le cose da dire in modo da non dimenticare nulla per un discorso esauriente ma comunque conciso."

Sì, questo è proprio caratteristico delle sindromi ossessive. Anche il comportamento successivo, perché è comunque sempre un modo di cercare di dire le cose nel modo giusto al medico. Il medico fa delle domande, lei risponde, poi gli dice quel che ha da dire, tutto qui. Non c'è bisogno di appunti precisi né tantomeno di convincere il medico di alcunché. Ritenere che il medico non abbia avuto tutti gli elementi, o non li abbia considerati a sufficienza è un sintomo ossessivo, ma non deve essere gestito come fosse una ragione per dare nuovo spazio all'esposizione di problemi o alla revisione degli stessi, altrimenti si rischia semplicemenete di ragionare sulla diagnosi in maniera ossessiva. Questo lo fa già il paziente, il medico deve evitarlo.

Il suo medico non ha fatto alcun esperimento. Se "rinforzare" significa che all'anafranil è stato aggiunto un antipsicotico, olanzapina e poi orap, è una tecnica utilizzata nelle forme resistenti.

L'unica osservazione è che le forme si definiscono resistenti quando non rispondono a dosi piene di un antiossessivo o loro associazioni. Se poi il medico ravvisa una sindrome in cui c'è un doc in un contesto ad esempio di sindrome bipolare minore, può scegliere da subito di aggiungere farmaci come olanzapina o depakin.
[#13]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dottore,
ha ragione Lei.

Peccato che in due anni di cure non sono guarito,lo posso dire? Ah mi scusi,è anche questo un sintomo ossessivo,ha ragione.

La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato, è stato l'unico che ha letto e mi ha esposto le sue opinioni, a differenza di tanti che mi sembra vogliano solo far comparire il loro nome nelle risposte senza dare alcun aiuto a nessuno. La ringrazio veramente per non essersi comportato in questo modo.

Cordiali saluti
[#14]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Peccato che in due anni di cure non sono guarito,lo posso dire? Ah mi scusi,è anche questo un sintomo ossessivo,ha ragione."

No, questo non è un sintomo ossessivo. Questo è semplicemente un dato di fatto, dove per guarito credo intenda che non è mai stato bene in maniera soddisfacente.

L'unico aspetto ossessivo che può influenzare la valutazione delle risposte è che il risultato di un cura non è il benessere totale, ma la neutralizzzione del disturbo. Questo vale per qualsiasi malattia.

Non ci sono ragioni per non insistere, magari anche con le stesse cure a dose diversa, o associazioni di antiossessivi. Fino a un certo punto ci sono schemi di riferimento, dopo si tratta di prove.
[#15]
dopo
Attivo dal 2012 al 2021
Ex utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la risposta, ricomincerò da capo per l'ennesima volta.

Ma non posso concepire che l'avere un foglio in mano per organizzare un discorso venga tradotto come un sintomo di malattia. Io quel benedetto foglio lo portavo quando scoppiò il mio caso e c'erano tanti punti interrogativi, oggi che sono passati anni non ho più bisogno di portarlo perché ormai so tutto ciò che c'è da sapere,in pratica so tutto a memoria. Se cosi non fosse,non avrei problemi ad aiutarmi con un foglio. Se facessi ciò a Suo dire passerei per ossessivo.Qui siamo veramente al di fuori di ogni razionalità e penso di potermi permetterlo di dire, anche se di malattie della mente non ci capisco nulla.

E mi viene anche da dire: perché quando gli ho fatto lo stesso discorso,ma privo del foglio in mano,non solo mi ha ascoltato lo psichiatra,ma ha anche voluto saperne di più e addirittura è arrivato a dirmi che il tipo di "comportamento" che gli ho descritto necessitava di un farmaco più specifico,arrivando così a prescrivermi l'Orap?

Io penso non bisogni essere psichiatra per capire che qualcosa non quadra. Questo è l'ultimo intervento che invio e se Lei vuole rispondermi in modo esauriente gliene sarò grato. Detto ciò, La ringrazio vivamente del tempo che mi ha dedicato.

Cordiali saluti.
[#16]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

"'avere un foglio in mano per organizzare un discorso venga tradotto come un sintomo di malattia. "

Non lo è, è un tratto che indica una certa predisposizione del pensiero, oppure una condizione di quel momento del pensiero. Però la cosa fondamentale da capire è che disturbo significa malattia, è come dire "non concepisco che una serie di colpi di tosse sia considerato sintomo di un disturbo".

E' uno dei segnali più caratteristici dell'ossessività. Il fatto di "organizzare il discorso" è l'idea che la persona ha quando si presenta di fronte al medico, e non è per tutti così. Neanche serve a nulla di preciso, di solito chi si segna le cose nei minimi dettagli riferisce cose ovvie e ripetute, niente che non si veda o che non potesse dire senza una traccia. Il movente di solito è la paura di non dire tutto, non il bisogno di segnarsi qualcosa di preciso che a mente non si può ricordare.

Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.

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