Rapporto morboso tra la mia fidanzata e i suoi genitori

Salve e grazie per il vostro servizio.
Sono un ragazzo di quasi 30 anni fidanzato con una ragazza di 7 anni più piccola e figlia unica.
La nostra relazione é stata da subito un idillio, tale da portarci all'innamoramento in poche settimane.
Complice un ritrovato successo anche in ambito universitario,dove ho finalmente trovato la mia strada ho vissuto i 4 mesi più sereni della mia vita, un amore autentico privo di grattacapi.
La mia ragazza mostrava l'affetto che tutti sognano da una ragazza: continue lettere d'amore, album di foto, voglia di parlare soltanto di me con le amiche, un carattere piacevolmente inibito e mai servile.
Diceva continuamente di amarmi e che ero troppo perfetto per lei. Cominciai a notare in lei una crescente insicurezza,che io cercavo di ridimensionare dicendogli che una volta trovata la sua strada in ambito lavorativo o universitario sarebbe stata meglio. Ho confuso una timidezza con qualcosa di più serio. Ha cominciato a raccontarmi di aver avuto problemi durante la sua prima relazione dai 17 ai 20 anni, con un ragazzo che nonostante lei frequentasse già uno psicologo non le forniva la comprensione di cui lei aveva bisogno.
I problemi tra noi sono cominciati quando ho scoperto che in realtà la mia non era una relazione di coppia ma un incredibile, anomalo triangolo. Ogni sera, il padre la aspettava, magari preparandole uno spuntino e nel mentre tutte le nostre cose finivano per essere raccontate a lui nei minimi dettagli. Scoprendo questa cosa sono rimasto shockato. Ho scoperto infatti che lei si é ritrovata per settimane a dovermi difendere dalle critiche dei suoi nei miei confronti,iniziate fin da subito in quanto fin dalla cena di presentazione non ero andato a genio a loro. A quel punto ho perso la testa scoprendo che persino alcune mie critiche rivolte a loro,rei di non incoraggiare abbastanza la loro figlia e di minare la sua autostima erano state riportate a loro!
Ignaro di cosa sarebbe successo ho tenuto un atteggiamento distaccato, sentendomi offeso e tradito. La settimana scorsa ho atteso 1 ora fuori casa sua senza sapere notizie del ritardo(Tel staccato) per portarla fuori, ripromettendomi di non arie armi ulteriormente per la questione coi genitori. Non vedendo in lei reazioni di scuse per il ritardo mi sono chiuso in me per tutta la serata,evitando ogni contatto e per la prima volta negandole un bacio.
Ho ricevuto il giorno dopo un messaggio in cui diceva di essere confusa sui suoi sentimenti con un elenco sterminato di mancanze di cui mai si era lamentata,tirando in ballo persino un presunto incontro per strada col suo ex che non l'avrebbe lasciata indifferente. Da lì in poi escalation di reciproche offese crollo psicologico di entrambi.

Vorrei capire quanto di patologico possa esserci nella sua famiglia, fermo restando il mio senso di colpa per le "offese" ai suoi che lei ha poi riferito loro.

Continuiamo a scriverci che ci amiamo,ma lei é consapevole di non poter avere una relazione ed io spaventato
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il termine "patologico" non coincide con il concetto di sfavorevole a noi, o ostile o concorrenziale. In altri termini, non è che definendo gli altri "patologici" si concluda niente se non quello di esprimere il proprio disappunto per il loro comportamento.

Qui mi sembra siano in ballo diversi aspetti, in primis che la persona in sé dichiara di avere dei dubbi sul vostro rapporto, la famiglia mi sembra a questo punto in secondo piano.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Rileggendo ciò che ho scritto avrei dato la stessa opinione.

La realtà é che questa persona ha parlato di convivenza e amore folle, di voler scappare da una famiglia che non la capiva. Fino al giorno prima che scoprissi questa
sorta di tribù che c'è in casa sua era riuscita a farmi tornare bambino. Da allora si é trovata a difendermi a mia insaputa dagli attacchi dei suoi. Lei ammette di non avere personalità, parla di non aver credito in famiglia,vede i genitori non come persone distinte ma estensioni della sua personalità. Non ha ancora 22anni e si sente senza speranze. Non ha sogni e il progetto di affrontare un test universitario su materie che la affascinano lo ha accantonato per paura di fallire e dover rendere conto al padre.
Oggi é stata capace di scrivermi che sono una persona orribile e mezz'ora dopo una persona speciale. Che vuole lasciar perdere e che vuole ricominciare. Ha una ipersensibilità alla critica, ormai é capace di contestarmi tutto e il contrario di tutto. Prima che cominciasse in casa sua il processo contro di me, nel quale lei si é trovata a sua detta tra due fuochi, col padre che leggeva i nostri sms, era un'altra persona. Teneva tutto dentro per paura di scatenare una guerra. Guerra alla quale non mi sono sottratto dopo aver saputo di 3 mesi di intromissioni. Prima di iniziare questa "follia" lei non voleva altro che vedermi, cercando di stare più tempo possibile fuori casa con me
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Esistono persone che attraversano fasi contrarie, in cui ci si spiega poco il cambiamento repentino e totale, ma solo perché si parte dall'aspettativa che tutto continui come nella fase precedente, a noi favorevole.