Depressione grave

Buonasera! Volevo esporvi la situazione di mia madre (63 anni)
Premessa:primo episodio depressivo (durata 6 mesi) con sintomi tipici come apatia e umore negativo,circa 14 anni fa. Risolto con ricovero di 15 gg in struttura osped (reparto di medicina generale e non psichiatria, seguita da un neurologo).Completa remissione e ripresa delle funzionalità quotidiane non appena avvenuta la dimissione.Farmaci prescritti: Efexor 37,5mg e EN 2mg, sospesi volontariamente. Ha sempre ritenuto il suddetto ricovero "miracoloso", una volta dimessa si sentiva come nuova.
In seguito a questa completa remissione, si sono susseguiti ben 14 anni di "benessere",mai un sintomo né umore cupo e/o negativo,fino al 2012 quando è avvenuta la ricaduta in maniera improvvisa,letteralmente da un giorno all'altro,senza un'apparente motivo concreto (da segnalare che 2mesi prima le è stato abbassato il dosaggio Eutirox da 75 a 50mg, visto che ha problemi di tiroide: gozzo,cisti nodulari,in passato agospirato).
Soffre una condizione di depressione grave da circa 2 anni e mezzo (diagnosi: depressione maggiore con sintomi psicotici congrui all'umore + disturbo ciclotimico,depressione maggiore ricorrente) caratterizzata da scarsa cura personale,inerzia,apatia,scarso coinvolgimento affettivo.
Inizialmente seguita dal csm territoriale con risultati scarsi e un atteggiamento di sfiducia nei confronti del medico curante. In seguito ricoverata nella medesima struttura in cui era avvenuto il primo ricovero con esito positivo limitato (anche in questo caso si sentiva rinata e aveva ricominciato una vita normale),dopo 2 mesi è stata di nuovo male.
Rivolti poi ad un altro csm,poiché momentaneamente domiciliata in altro comune, ricoverata nel 24h, anche qui no miglioramenti.
Successivamente visitata da specialisti privati, psicologo e poi psichiatra. Quest'ultima ci ha indirizzato verso una casa di cura privata in cui sono stati attuati vari protocolli farmacologici (antidepressivi,antipsicotici atipici,stabilizzanti dell'umore), anche a elevati dosaggi, senza alcun beneficio. Tale forte resistenza alle cure ha spinto la dott. responsabile a prendere contatti con un'altra clinica, per esecuzione di terapia TEC. Effettuate ben 14 sedute senza nessun miglioramento.
In questo arco di tempo ha seguito le più svariate terapie (perlopiù farmacologiche,dato che ci hanno sempre sconsigliato la psicoterapia), ma senza trarne un giovamento. Ha svolto anche una serie di analisi ed esami: Rm cerebrale,ecodoppler,elettrocardiogramma,analisi del sangue con valori Tsh e T3-T4. No anomalie tranne valore Hpr molto alto (sono a conoscenza che alti valori possono derivare dall'uso di antidepressivi) e bigeminismo ventricolare.
Il punto è il seguente: il fatto che soffra di ipotiroidismo e abbia livelli alti di Hpr possono indicare qualcosa?Se ci fosse qualche anomalia sarebbe emerso nella Rm,giusto? Il fatto che l'episodio depress. si sia concretizzato dopo aver abbassato l'Eutirox può essere rilevante? Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

E' un disturbo bipolare, ha ricadute automatiche, possono essere rilevanti i fattori ormonali, come gli eventi di perdita, ma non in maniera specifica rispetto al tipo di perdita.

Le cure dovrebbero comprendere farmaci antibipolari, sono in corso ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, la ringrazio innanzitutto per la risposta!
Attualmente la cura è questa:
-remeron
-cymbalta 30 mg
-zyprexa
-tavor 1 mg
-stilnox
Purtroppo non mi ricordo tutti i dosaggi perché non ho le carte sotto mano.
Posso assicurare che ha provato quasi tutto in questi 2 anni: seroquel,xanax,anafranil,eutimil,mirtazapina,haldol,risperidal,bromazepam,lamictal,wellbutrin con dosaggi più o meno alti, e molti altri senza mai star bene.
Non riesce a reagire, si sente inutile, dice che la sua vita non ha un senso, che non le interessa niente e nessuno, è ossessionata dai farmaci, nel senso che, anche se non vorrebbe prenderli, sa che deve farlo perché altrimenti starebbe peggio. Inoltre, non fa altro che ripetere le stesse frasi: "non ho voglia di fare, cosa faccio, non so cosa (devo) fare e fa una fatica assurda a prendersi cura della sua persona. Tutte le cose della quotidianeità, che noi consideriamo normali, sono per lei delle montagne insormontabili. Allo stesso tempo però è lucidissima e, per esempio, quando mi vede, invece che chiedermi come sto, chiede se ho pagato le rate, se ho pagato le bollette, ecc. (questo perché gestisco io le "cose di casa" da quando si è ammalata).
A questo punto non sappiamo veramente come comportarci e dove sbattere la testa, gli specialisti non fanno altro che cambiare cura, escludendo a prescindere la psicologia/psicoterapia perché lei si presenta "bloccata" (a mio parere nessuno ha mai provato un approccio da quel punto di vista). Nemmeno la terapia elettroconvulsivante ha avuto quell'effetto sbloccante che i medici stessi si aspettavano.
E' a questo punto che sorge il dubbio, non tanto sulla diagnosi, poiché i sintomi tipici della DM ricorrente ci sono tutti, quanto sul fatto che probabilmente potrebbe esserci un spiegazione a livello organico dovuta magari al suo disturbo alla tiroide, oppure come dicevo prima, legata alla prolattina, cosa ne pensa?
In questo periodo mi sto informando personalmente, forse anche troppo, con delle ricerche sulle varie correlazioni tra disturbi psichiatrici e malattie endocrine. In particolare, ho trovato un articolo su una rivista di psichiatria, in cui si fa cenno al ruolo degli ormoni nel funzionamento psichico e al fatto che si possano riscontrare alterazioni psichiatriche specifiche sia in condizioni di ipo che di iper attivazione degli assi ipotalamo-ipofisi-tiroide, ipotalamo-ipofisi-surrene e somatotropo, e nelle condizioni di iperprolattinemia. Per questo motivo precedentemente chiedevo se fosse possibile farle fare degli esami in generale sui principali ormoni. Avrebbe senso?
Mi rendo anche conto che probabilmente sto esagerando, ma vorrei "semplicemente" escludere tutti i dubbi e le possibilità che abbia qualcos altro, in modo da accettare la sua condizione ed imparare a conviverci, visto che è molto difficile, tanto più quando finora non è ancora stata trovata una soluzione al suo caso, o meglio, quando non è stata nemmeno trovata la via per cercare di migliorare e guarire, dato che io pur essendo fiduciosa, sono conscia del fatto che potrebbe non avere mai una soluzione e che potrebbe non esserci mai la remissione, come mi è stato anche più volte onestamente detto dagli specialisti.

La ringrazio nuovamente per l'attenzione. Saluti.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non ha senso escludere "tutti i dubbi possibili", su questo si orienta il medico. I disturbi dell'umore più spesso non sono secondari ad altre malattie, per cui non c'è questa assoluta necessità di escludere, a meno che il medico non sospetti qualcosa in base alle caratteristiche del caso).

Il farmaco bipolare è lo zyprexa eventualmente, gli altri non necessariamente stabilizzano la situazione, anzi possono accentuare gli sbalzi.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera!
La ringrazio nuovamente per la risposta, di cui ho preso visione solamente ora.
In questo periodo ho modificato medico di base, il quale mi ha consigliato una visita da un neurologo, in quanto nella RM nessuno ha dato peso al fatto che siano presenti: "alcune lesioni vascolari ai nuclei della base, nella sostanza bianca sottocorticale e periventricolare in regione frontale bilateralmente e in parientale e petritrigonale a sn."

Potrebbe a questo punto essere formulata (oppure affiancata alla diagnosi di depressione) un'altra diagnosi?
In ogni caso aspetterò il parere e l'esito della visita con il neurologo.
La ringrazio ancora una volta per la sua gentilezza e disponibilità.

Distinti saluti.


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Diciamo che la sede di queste lacune potrebbe avere facilitato o prodotto il disturbo. La diagnosi non cambierebbe, non credo sostanzialmente neanche la cura. I sintomi sono però psichiatrici, se mai un neurologo può stabilire se esista o meno un processo da curare che sta interessando quella sede, e che produce anche il quadro psichiatrico.

Ciò premesso, molti di noi hanno "lacune" dal significato clinico non chiaro o neutre, di cui non si conosce neanche la datazione. Dipende anche dal numero, dal tipo (infiammate, "fredde") e dall'andamento nel tempo.
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