Depressione endoreattiva non curata

Gentili dottori,
vi scrivo per un problema che non riguarda me, bensì la mia fidanzata, che ha 20 anni. Dopo svariati tentativi di farmi dire cosa avesse, mi ha confessato di sentirsi vuota, senza uno scopo, senza una vita vera e propria a causa del rapporto conflittuale coi genitori. A dicembre riesco a portarla da uno psichiatra, il quale le diagnostica (confermando i miei sospetti) una "depressione endoreattiva di grado moderato, con discontrollo degli impulsi aggressivi". Le prescrive Zoloft e Depakin, oltre a psicoterapia.
Una volta presentato il problema ai suoi genitori, viene sempre procrastinato, fino ad oggi.
La situazione nel frattempo peggiora sempre di più: pensa sempre più spesso al suicidio oppure a voler far del male ai suoi genitori, perché "devono pagare per quanto mi hanno fatto". Alterna periodi di spensieratezza a periodi di profonda crisi, con tono dell'umore depresso e aggressività verbale immotivata soprattutto nei miei confronti.
Essendo io laureando in Tecnica della Riabilitazione psichiatrica, riconosco che bisognerebbe intervenire senza perdere altro tempo, ma in famiglia non fanno altro che procrastinare nonostante i miei interventi per metterli in guardia e spingerli a iniziare il percorso terapeutico quanto prima. Come può essere sbloccata questa situazione?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
La sua fidanzata, abbondantemente maggiorenne, ha la facoltà di decidere in maniera autonoma se è come iniziare un percorso terapeutico. Questo dovrebbe bastare a farle comprendere che il suo attuale disagio può essere affrontato efficacemente sia con la terapia farmacologica che con il supporto psicoterapico. La famiglia dovrebbe limitarsi a seguire le esigenze della ragazza, senza esprimere pareri in merito che non gli competono. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di favorire il dialogo tra la sua ragazza e i familiari, esortandola ad esprimere apertamente tutto il suo disagio, compresi i pensieri a carattere autolesivo. Ci aggiorni, se vuole.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Gentile dottore,
il problema principale sta nel fatto che il percorso psicoterapico necessita di spese economiche che la mia fidanzata, ovviamente, non può sostenere.
Inoltre, nei periodi di crisi è totalmente inavvicinabile ed è impossibile avere un dialogo con lei, ripudia la psichiatria e la psicofarmacologia. Nei periodi di "quiete", però, è lei stessa a pregarmi di aiutarla.
Dire che sono disperato, è poco.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Se si ripudia la psichiatria e la psicofarmacologia, entrambe parte integrante della medicina, non si può poi chiedere aiuto a chi sta accanto, soprattutto se l'aiuto di cui si necessita é prettamente medico. La psicoterapia può essere effettuata anche presso il centro di salute mentale della zona di residenza e non è necessariamente l'unico percorso terapeutico possibile.
Cordiali saluti